CATANZARO – DIGA MELITO, MANNO RILANCIA LA “BATTAGLIA” E ANNUNCIA SCIOPERO DELLA FAME E DELLA PAROLA

“Fino a quando Delrio e Oliverio non verranno da me con un atto formale che annuncia la ripresa dei lavori”

Articolo e foto di Franco POLITO

CATANZARO  – 30 OTTOBRE 2017  – “Ora o mai più”.

Nella giornata del coraggio, Grazioso Manno, presidente del consorzio di bonifica Ionio Catanzarese, davanti agli stati generali convocati oggi pomeriggio per discutere della realizzazione della Diga sul Melito, rilancia la sfida, confermando che insisterà nella sua battaglia di civiltà in favore dell’invaso, e annuncia un nuovo sciopero della fame.

Uno  rinuncia al  cibo  a cui il numero uno della bonifica catanzarese affiancherà anche lo “sciopero della parola”. Di fatto non mangerà e non colloquierà con nessuno rinunciando pure alle tante medicine, alcune salvavita, che assume da quando si è operato al cuore. 

Si “nutrirà” solo di acqua, caffè e sigarette mentre per comunicare utilizzerà carta e penna. “Questa volta – ha detto Manno  – più emozionato che mai – non mi fermerò davanti alle sole promesse. Andrò avanti fino a quando Governo e Regione, rappresentati dal ministro Graziano Delrio e dal governatore Mario Oliverio, non verranno alla sede del consorzio con tanto di atto formale che annuncia il rifinanziamento e la ripresa dei lavori della diga”.

“Non possiamo perdere questa occasione – ha insistito Manno – Dalla prima concessione d’acqua del 1964 tanto tempo è passato. Ora è il momento decisivo. Non possiamo permetterci che l’unica speranza di sviluppo, lavoro e soluzione dei problemi idrici della Calabria centrale non venga inserita nella Legga di Stabilità che domani approderà in Senato per la discussione”.

A proposito di siccità e  problemi idrici. Manno ha anche chiesto espressamente che la Regione Calabria sblocchi i fondi per gli operari stagionali delle reti di colo di tutti i consorzi di bonifica regionali.

E poi  c’è il “cruccio” Astaldi, l’impresa che accettò la transazione subentrando a Italstrade dicendosi pronta a ultimare la struttura salvo poi trascinare la vicenda nelle aule giudiziairie. “Ribadisco – ha insistito Manno – che Astaldi ci ha truffato. Ed è per questo che chiederò un risarcimento per i danni subiti dal territorio, dalla popolazione e dal consorzio”.

Nonostante la promessa di rinunciare alla frase ad effetto, Manno, in conclusione, si è lasciato andare ad uno  più che speranzoso “in certi casi anche l’impossibile può diventare realtà”.