CATANZARO – Dramma “lingua blu”, le proposte di Coldiretti Calabria
La Coldiretti: «La “lingua blu” è un costo insostenibile. Gli allevatori non possono e devono pagare il “nervo scoperto” dei risarcimenti con risorse certe e tempi veloci. La presidente Stasi attivi l’unità di crisi per le emergenze sanitarie prevista dalla Legge Regionale 24 del 2002»
di Redazione
CATANZARO – 16 AGOSTO 2014 – Si fanno pesanti, ormai da qualche mese, le conseguenze in Calabria, a causa della recrudescenza della “lingua blu”. La diffusione riguarda, con intensità diversa, tutte le province con parecchie decine di allevamenti ovi-caprini colpiti e centinaia di capi morti e/o abbattuti che portano a conseguenze notevoli sia nell’immediato che per il mancato reddito.
Tale situazione, porta all’impossibilità di movimentare gli animali, tra cui i bovini, il che per molte aziende rappresenta il “colpo finale” alla possibilità di continuare nell’attività zootecnica. La lista delle aziende colpite aumenta di giorno in giorno e vani risultano i tentativi, messi in campo, a dire la verità, in modo sporadico di arrestare il virus.
Questa ulteriore emergenza che colpisce gli allevatori, non può essere considerata, in alcun modo, “sotto controllo” da parte del Servizio Veterinario Regionale che, brilla per la totale assenza, in questa fase di diffusione rapida della malattia favorita dalla stagione calda. La “task force” del Dipartimento Regionale Salute non assicura il coordinamento e non ha emanato ai competenti servizi territoriali veterinari delle cinque Asp direttive specifiche. Solo qualche Asp, nonostante la loro capillare presenza sul territorio, ha proceduto autonomamente al necessario monitoraggio con le relative azioni di prevenzione. Ma questo non basta!
I servizi veterinari – chiede Pietro Molinaro presidente di Coldiretti Calabria -sono chiamati a dare urgenti risposte e, rivolgendosi alla Presidente Stasi, chiede che con proprio decreto, istituisca l’unità di crisi per le emergenze sanitarie prevista dalla L.R. 24/2002 art.4 comma 3.
«In questa sede, si devono trovare le risposte necessarie e sottoporre alla Giunta regionale un programma di interventi straordinari. L’occasione è altresì importante– prosegue Molinaro – per avere risposte puntuali sul “Piano Nazionale di Sorveglianza”predisposto dal Ministero della Salute, su quanti animali sono stati effettuati i controlli sierologici e virologici e come è stata individuata la rete di animali “sentinella, se si sono avviati e rispettati i controlli sugli animali previsti a cadenza mensile e/o quindicinale nei periodi stagionalmente liberi da vettori, se sono stati individuati gli insetti vettori da tenere sotto controllo e quale sorveglianza entomologica è stata attivata nelle zone ad alto rischio e a restrizione e se è stata effettuata la sorveglianza clinica per gli allevamenti ovi-caprini con infezione in atto ed effettuate le visite settimanali al fine di escludere la presenza di sintomi riferibili alla lingua blu».
La diffusione rapida della malattia non può farci rimanere fermi – insiste Molinaro – lassismo, superficialità e inadempienze devono essere messe al bando. L’emergenza, è la conseguenza di attività di prevenzione trascurate e ritenute inutili. Era sufficiente l’attivazione di una rete di prevenzione. Certamente non una impresa titanica, in una regione come la Calabria, dove i Servizi Veterinari della nostra regione, dispongono di centinaia di medici veterinari da impegnare in servizi di routine e straordinari. La paura ormai è una realtà, che serpeggia tra gli allevatori è dovuta alla consapevolezza che in centinaia di allevamenti bisognerà procedere all’abbattimento totale dei capi con conseguenze economiche pesantissime».
«Occorre pertanto fare subito ed intervenire in tempi brevi – conclude Molinaro – anche per quantizzare i danni che gli allevatori stanno subendo, che è un altro “nervo scoperto”, dando indicazioni sul fabbisogno finanziario da predisporre a sostegno delle aziende colpite per il quale è opportuno trovare apposita copertura in bilancio, con risorse certe e tempi veloci, attingendo magari alla premialità ottenuta nella sanità. Per guadagnare tempo e rendere meno costosi gli interventi, riteniamo che bisogna fare squadra con i sindaci e non lasciarli soli in una vicenda che dopotutto li vede ancora in prima linea nel dover dare risposte logistiche/organizzative ai territori».