CENTO ANNI DEL “LAVATOIO”, STALETTÌ RICORDA L’IMPRENDITORE RAFFAELE CILUZZI
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Il suo amore per il suo paese, gli affetti mai dimenticati, quando nel 1924 venne a fare visita a sua madre, si rese conto della profonda povertà dei suoi cittadini
di Salvatore CONDITO
– STALETTI’ (CZ) – 28 FEBBRAIO 2025 – Un calabrese che si è distinto in America, senza dimenticare le sue origini quando partendo da questo piccolo paese fece fortuna diventato uno dei costruttori più importanti di New York.
Partendo a tredici anni, arriva nella citta della libertà, li inizia a studiare, poi trova lavoro come disegnatore in un grosso studio di Architetti, con i soldi messi da parte inizia la sua avventura come costruttore arrivando a costruire una serie di palazzi nelle principali vie di New York.
Il suo amore per il suo paese, gli affetti mai dimenticati, quando nel 1924 venne a fare visita a sua madre, si rese conto della profonda povertà dei suoi cittadini.
Con animo filantropico costruì a sue spese un Lavatoio dotato di vasche con acqua corrente, ma il suo amore per il suo paese, non siconcluse, nel 1926, invio al Prefetto di Catanzaro un bonifico di venticinquemila lire per alleviare il debito del Comune, mentre nel Natale del 1925 inviò un altro bonifico di tremila lire, da distribuire ai poveri del paese, sollevando tante famiglie, che in un giorno cosi solenne lottavano tra la miseria e lo squallore.
Oggi, a distanza di cento anni, dalla costruzione del Lavatoio, l’Amministrazione comunale del Sindaco Mario Gentile, ha ricordato questo ‘genuino gesto’, con una targa ricordo alla presenza delle autorità civili, militari e religiose, oltre al Prefetto di Catanzaro Castrese De Rosa, dei Sindaci, e soprattutto dei bambini della scuola cittadina con i loro docenti,
Un gesto di straordinaria generosità, nato in un periodo di profonda sofferenza, all’indomani della Prima Guerra Mondiale, in una Calabria segnata dalla povertà e dall’emigrazione.
Un’epoca difficile, ma fondata su valori solidi: la dignità, il rispetto, la solidarietà.
Per rendere ancora più viva questa memoria storica, una suggestiva rievocazione ha riportato in vita il passato, con donne e bambini in costumi d’epoca, ricreando le scene di un tempo, quando il lavatoio era un luogo di fatica ma anche di condivisione e socialità.
La nostra era una civiltà contadina, fatta di sacrifici ma anche di grande dignità. Le donne, con le mani segnate dal lavoro, portavano avanti la famiglia con coraggio e resilienza. Il lavatoio non era solo un luogo di fatica, ma anche di incontro, di scambio, di solidarietà tra le donne del paese.
Nel corso della mattinata sono state lette alcune opere di poeti locali tra cui Salvatore Romeo e Antonio Carello, che con i loro versi e le loro riflessioni hanno saputo raccontare l’anima più autentica della nostra terra, il sacrificio e la speranza dei nostri avi.
Ai giovani di oggi il messaggio è chiaro: il sacrificio, la cultura, la rettitudine, la solidarietà, la fratellanza sono l’unica strada per una società migliore. La memoria di uomini come Raffaele Ciluzzi non deve perdersi, perché il bene fatto con il cuore lascia un segno che il tempo non può cancellare.
Oggi comunque sembra utopico pensare che possano esistere persone che al di là della propria posizione o carica, possano contribuire a costruire a proprie spese un opera pubblica, un concetto che in Raffaele Ciluzzi invece è diventato realtà, perche ha messo il bene pubblico al posto dei propri personalismi e interessi.