CHIARAVALLE (CZ) – Crisi al Comune, è l’ora del commissario
Il prefetto di Catanzaro Luisa Latella lo ha individuato nel capo gabinetto Costanza Pino. Ufficializzazione e insediamento attesi all’inizio della prossima settimana. Resterà in sella per un anno
di Franco POLITO
CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – 18 APRILE 2015 – Crisi al Comune, scatta il day after. Dopo le dimissioni di due consiglieri di maggioranza e dell’intero gruppo di opposizione che hanno determinato la fine anticipata della consiliatura “defenestrando” il sindaco Gregorio Tino, in città è atteso l’arrivo del commissario.
Il prefetto di Catanzaro Luisa Latella lo ha già individuato. Si tratta del capo gabinetto Costanza Pino. Per l’ufficializzazione bisognerà attendere l’inizio della prossima settimana. Pino traghetterà l’ente fino alle prossime elezioni. Con molta probabilità si faranno a primavera del 2016.
Il commissario, inoltre, lavorerà affianco alla triade della Commissione straordinaria di liquidazione nelle cui mani è la gestione della massa passiva rilevata al 31 dicembre 2013. Ed è molto probabile che quando mettere piede nella sede di salita Castello, i primi che incontrerà saranno proprio i colleghi liquidatori. Non mancherà il “giro” tra i dipendenti. Poi subito al lavoro sulle pratiche più urgenti.
Costanza Pino, avvocato, è stata commissario per i Comuni di Dazio e Morbegno, in provincia di Sondrio. In Calabria ha gestito la fase commissariale dei Comuni di Girifalco, Guardavalle, Marcellinara e San Mango D’Aquino per la provincia di Catanzaro. In provincia di Vibo Valentia è stata a Tropea, Ioppolo, Ionadi e Spilinga.
Intanto l’ormai ex sindaco Gregorio Tino ha fatto sapere che, presto, dirà la sua su quanto avvenuto nel corso di un’iniziativa pubblica. Mentre i dimissionari, ovvero i due consiglieri dell’Ncd, Santo Sestito, capo gruppo di maggioranza, e l’assessore ai Servizi Sociali e il fronte delle opposizioni formato da Pino Maida (Pd), Lorenzo Rauti (Udc), Claudio Foti (Anno Zero), Vincenzo Fabiano (Socialisti) e Fernando Damiano Nisticò (Indipendente) ribadiscono che <<non c’erano più le condizioni per una serena e costruttiva prosecuzione del mandato>>.