CINGHIALI, COLDIRETTI CALABRIA: «UN PROBLEMA SEMPRE APERTO»
Bene la protesta delle Regioni su ritardi modifiche alla legge sulla caccia. Alleanza tra il mondo agricolo e venatorio
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 13 LUGLIO 2022 – “Non vorremmo che durante questa stagione turistica che deve essere di rilancio, come successo qualche anno fa in una nota località balneare della Calabria dove un cinghiale faceva il bagno e altri erano sulla riva, accadesse quello che è successo in questi giorni a Genova dove una donna è stata morsa in spiaggia da un cinghiale”.
Con questa argomentazione Coldiretti Calabria commenta la situazione ingovernabile sulla presenza dei cinghiali nelle città, paesi e campagne dove, ormai è notorio, causano incidenti anche mortali, sono un pericolo per la popolazione e distruggono le coltivazioni.
Occorre attivare subito un piano di abbattimenti, come richiesto dagli assessori delle Regioni italiane con la protesta contro i ritardi nell’applicazione delle due modifiche alla legge 157/92 sulla caccia annunciate dal Governo.
Infatti, le Regioni contestano la bozza di decreto interministeriale che prevedeva l’ampliamento del periodo di caccia al cinghiale e la possibilità da parte delle stesse di effettuare piani di controllo e selezione nelle aree protette di fatto è rimasta lettera morta.
Le Regioni fanno bene – aggiunge Coldiretti – non si può nonostante gli impegni del Governo Nazionale lasciare tutto in uno stato di indeterminatezza.
Occorrono certezze! Coldiretti nella consapevolezza che il problema è molto serio, oggi mercoledì 13 luglio, alle ore 10.30 a Palazzo Rospigliosi a Roma darà vita assieme al CNCN (Comitato Nazionale Caccia e Natura) alla prima alleanza tra il mondo agricolo e il mondo venatorio e della gestione faunistica per salvare campagne, città e strade dall’assedio dei selvatici.
“È paradossale che con i costi fuori controllo noi dobbiamo spendere di più per coltivare e il raccolto ci vien distrutto dai selvatici – denuncia Franco Aceto presidente di Coldiretti Calabria. Ma ci sono anche agricoltori e cittadini che hanno addirittura perso la vita a causa dei cinghiali e in un Paese normale ciò non dovrebbe essere possibile.
La stessa maggioranza degli italiani considera l’eccessiva presenza degli animali selvatici una vera e propria emergenza che incide sulla sicurezza delle persone oltre che sull’economia e sul lavoro, specie nelle zone più svantaggiate – conclude – e servono dunque interventi mirati e su larga scala per ridurre la minaccia dei cinghiali.