COMUNALI, ECCO “SIAMO SQUILLACE”: SCENDE IN CAMPO LA LISTA “DEL MATTONCINO”
Ieri presentazione ufficiale della lista guidata da Vincenzo Zofrea. Il candidato sindaco: “Vogliamo essere un’alleanza che rappresenti la vera speranza per la città”
di Franco POLITO
– SQUILLACE (CZ) – 28 APRILE 2024 – Costruire un’idea di città mattoncino dopo mattoncino, alla stessa maniera di quella simbolicamente realizzata con i mattoncini Lego che ognuno dei candidati portava in mano e sulla quale è stato applicato il logo della coalizione.
“SiAmo Squillace” si presenta ai cittadini e punta le elezioni comunali dei prossimi 8 e 9 giugno con una visione chiara e precisa: realizzare un’alleanza tra amministratori e comunità.
In un clima emozionante come il primo giorno di scuola, ma con l’entusiasmo di chi ha la consapevolezza di rappresentare la vera novità della tornata elettorale, ieri sera alla Casa delle Culture scorrono programmi, idee e voglia di essere squadra.
Voglia di essere le donne e gli uomini “del mattoncino”.
Vuole esserlo il capolista, l’imprenditore 48enne Vincenzo Zofrea.
Lo vogliono anche i candidati consiglieri comunali (al pari dell’aspirante primo cittadino, chiamati e presentati uno ad uno per la standing ovation individuale): Gerardo Bertolotti, Francesca Caristo, Vincenzo Commisso, Tommaso Cristofaro, Salvatore Destito, Domenico (detto Mimmo) Facciolo, Claudio Gualtieri, Daniela Lioi, Natascia Mellace, Claudio Panaia, Damiana Riverso e Luigi Vallone.
«Vogliamo dare vita – evidenzia Zofrea – a una comunità che, ricucendo le traiettorie individuali e la spaccatura sociale, non sia la mera sommatoria di unicità ma un insieme solidale che vince anche quando vince uno solo.
Vogliamo praticare e predicare la parola “insieme”, vogliamo essere una comunità in cui vengano prima gli interessi collettivi.
Vogliamo essere un’alleanza che rappresenti la vera speranza per la città».
Gli uomini e le donne “del mattoncino” chiariscono il perché di una scelta.
Un convincimento che affonda le sue radici nelle elezioni del 2019 quando Zofrea scese in campo con “TuttInsieme per Squillace”, la lista che sosteneva la candidatura a sindaco di Oldani Mesoraca, da cui, di recente, ha avuto pieno appoggio e con il quale sta condividendo gli scranni della minoranza a Palazzo Pepe.
«Ci siamo candidati – prosegue Zofrea – perché vogliamo riversare la nostra passione e il nostro impegno per far rinascere Squillace.
Ci siamo candidati perché, animati dall’amore per la comunità e scevri dall’ odio e dal rancore che alberga in altri, crediamo nelle sue radici e nel suo futuro, nel suo presente e nella sulla storia.
Abbiamo percepito nella gente il bisogno di cambiamento, il desiderio di avere un sindaco “vero” e non per hobby, un sindaco che sappia e voglia fare il sindaco e che, come il capitano di una nave, sia l’ultimo a lasciare il municipio».
Al fondo c’è un programma elettorale «aderente alla città, con soluzioni e proposte poggiate sulla concretezza del fare e sulla intrinseca capacità di fornire risposte immediate alle domande provenienti dal basso e in cui trovino posto, tra le altre cose, sviluppo sociale e civile, occupazione, solidarietà, scuola e cultura, sport», puntualizza ancora Zofrea.
Simbolo, candidati, programma avvinti dai concetti di amore, passione e visione, presi per mano da un filo conduttore costruito su quattro parole: lavoro, comunità, turismo e transizione ecologica.
«Un programma – fa notare il candidato sindaco – che realizzeremo con i cittadini e per i cittadini perché noi rappresentiamo il vero cambiamento.
Abbiamo competenza e idee per realizzare una nuova Squillace, mattoncino dopo mattoncino.
E lo faremo senza addossare al passato le colpe delle criticità presenti».
Squillace, d’altronde, nel bene e nel male ha sempre rappresentato una visione.
Zofrea ne è convinto.
Ed è per questo che conclude: «Passa tutto, anche i sindaci e le amministrazioni comunali.
Solo la nostra città rimane».
È il sigillo alla serata, decollata “all’americana” con le candidature presentate, nella duplice veste di narratrice e candidata, dalla giornalista Damiana Riverso.