10 Giugno 2020
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COMUNE DI OLIVADI E “CITTÀ SOLIDALE” INSIEME CONTRO LA DEVIANZA MINORILE
Saranno partner nel progetto “Cambio rotta … fuori dal circuito”. L’obiettivo è sensibilizzare il territorio sul fenomeno del disagio di soggetti tra i 10 e i 17 anni
di Franco POLITO
OLIVADI (CZ) – 10 GIUGNO 2020 – Da una parte il comune di Olivadi, dall’altra la Fondazione “Città Solidale Onlus” di Catanzaro, soggetto responsabile del progetto “Cambio Rotta … fuori dal circuito”, pubblicato dall’Impresa Sociale con i Bambini nell’ambito del bando “Cambio rotta. Percorso di contrasto alla devianza minorile”.
Per realizzarlo occorre un partner. “Città Solidale” e il suo presidente padre Piero Puglisi l’hanno individuato nell’amministrazione comunale del grazioso centro delle Preserre Catanzarese.
La risposta non si è fatta attendere. La giunta comunale del sindaco Nicola Malta ha detto sì alla proposta di adesione. Tradotto: Olivadi sarà del progetto in qualità di soggetto partner.
«Davanti all’idea di sensibilizzare il territorio sulle problematiche connessa al disagio e alla devianza minorile non potevamo dire no» sottolineano gli amministratori olivadesi.
Parole ancorate al caposaldo dell’iniziativa: una lettura della condizione della fascia di minori compresa fra i 10 e i 17 anni ( anche giovani fino a 21 anni che abbiano commesso reato nella minore età) e di quanto le istituzioni pubbliche e private possono mettere in atto per evitare il reiterarsi di comportamenti a rischio e prevenire il ricorso alla loro istituzionalizzazione.
«Il progetto – aggiungono da “Città Solidale” – nasce dalla necessità di avviare azioni improntate alla esigenza di una relazione di ascolto e di risposta, che dia la possibilità ai minori di vivere una dimensione di maggiore dialogo verso sé stessi e verso gli altri, superare il senso del vuoto che certi stili di vita, dominanti nella nostra società frenetica e del non ascolto, provocano.
All’attenzione ci saranno tutti quei comportamenti di minori e giovani considerati “devianti” quali l’uso di sostanze illegali, abuso di alcol, bullismo.
L’intento è di fornire una risposta al senso di angoscia e non solo operare per rimuoverne la reazione e individuare “modelli culturali” specifici finalizzati a responsabilizzare i minori al rispetto della qualità della vita, a valorizzare la creatività, il talento e, comunque, a sottolineare quegli aspetti positivi e valoriali in grado di riportare il giovane stesso a riconsiderare gli atti trasgressivi, impliciti in ogni adolescente, come atti meramente marginali rispetto all’espressione delle proprie potenzialità e costruttività.
«Il progetto – sottolinea la Giunta – non è solo uno strumento di prevenzione generalizzata, anche se ha un valore preventivo rispetto ad eventuali recidive dei comportamenti devianti dei ragazzi, ma interviene anche direttamente per farli cessare.
L’iniziativa prende in carico il minore individualmente e si rivolge con grande cura alla sua famiglia sostenendola nel recupero del suo ruolo genitoriale, in quanto risorsa insostituibile».
Tra gli interventi previsti: piani terapeutici e pedagogici; centro di aggregazione; programma di orientamento;interventi sulle famiglie; punti di ascolto; sportello itinerante; laboratori sul territorio (nelle scuole, parrocchie, scouy, centri sportivi, eventi pubblici, cortometraggio e blog di incontri); campus per bambini e minori.
«SI tratta – concludono i partner – di una strategia poggiata su di un atteggiamento di ricerca, di continua messa in discussione delle ipotesi di partenza e di attenzione verso i risultati di ogni singolo intervento nell’ambito di una presa in carico congiunta che veda dialogare operatori con competenze professionali diverse e organizzazioni differenti».
La metodologia utilizzata punta alla valorizzazione delle risorse dei minori e dei loro genitori, alla costruzione di alleanze con le famiglie in una concezione di corresponsabilità con tutti gli attori che prendono in carico il “caso”.
E, poi, c’è il lavoro di rete e la creazione di connessioni con i servizi.