La giovane ricercatrice ha forse trovato la chiave per combattere le due malattie neurodegenerative. E la città di Cosenza la premia
di Giuseppe DI DONNA
COSENZA – 4 LUGLIO 2015 – Sulle pagine del settimanale “Panorama” di qualche mese fa è finita la scoperta di una giovane ricercatrice cosentina, la trentaquattrenne Alessia Indrieri, che studiando una malattia rarissima, la sindrome Mls, che colpisce non più di cento persone al mondo, ha forse trovato la chiave per combattere alcune malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
Il forse è d’obbligo perché la sua ricerca, resa possibile grazie al sostegno della Fondazione “Veronesi” e dell’Istituto Telethon di genetica di Napoli, città che l’ha praticamente adottata dall’inizio degli studi universitari alla Federico II, è ancora allo stadio sperimentale, ma dalle prime risultanze Alessia Indrieri potrebbe aver imboccato la strada giusta restituendo la speranza a chi combatte ogni giorno con l’Alzheimer ed il Parkinson e ai familiari che soffrono insieme ai loro congiunti ammalati.
In altri termini, la giovane ricercatrice di Cosenza, seguendo gli sviluppi della Microftalmia o sindrome di Mls che provoca un restringimento del bulbo oculare cui si associano anche lesioni della pelle, ha notato che alcune disfunzioni causate da questa malattia rara, sono anche alla base di altre malattie degenerative e la scoperta, portata avanti dalla Indrieri, di piccole molecole che rispondono allo stress delle cellule, potrebbe condurre alla individuazione di nuove cure e nuovi farmaci contro il Parkinson e l’Alzheimer.
Ieri la giovane ricercatrice cosentina ha ricevuto un riconoscimento dalla città di Cosenza e dalla Commissione Cultura nel corso di una cerimonia svoltasi nel Chiostro di San Domenico. Il riconoscimento lo avrebbe dovuto consegnare il Sindaco Mario Occhiuto che però, all’ultimo momento, è stato trattenuto da altri impegni istituzionali e non ha potuto garantire la sua presenza.
L’attività di ricerca di Alessia Indrieri, già costellata da significative soddisfazioni, è stata ripercorsa dall’intervento del Presidente della Commissione Cultura Claudio Nigro. Dopo la maturità classica conseguita al Liceo “Bernardino Telesio”, Alessia Indrieri ha lasciato Cosenza per frequentare l’Università Federico II di Napoli dove si è laureata con lode in biologia. Dopo la laurea, l’ingresso all’Istituto Telethon di Napoli (il Tigem) dato dal prof.Andrea Ballabio, e nel gruppo di ricerca della Professoressa Brunella Franco. E’ in questo team che cominciano gli studi di Alessia Indrieri sulla sindrome Mls che induce la morte precoce nei bambini maschi, mentre nelle bambine provoca la perdita completa della vista associata a malattie della pelle, del cuore e del sistema nervoso centrale.
Grazie a una borsa di studio finanziata dalla Embo (European Molecolar Biology Organization) ha avuto la possibilità di trascorrere sette mesi a Madrid all’Istituto “Cajal” dove ha approfondito i suoi studi apprendendo delle tecniche avanzate di biologia dello sviluppo da poter applicare al suo progetto sulla sindrome Mls. Alessia ha sempre studiato con molta tenacia ed impegno, sacrificando gli affetti e la sua vita privata. Ieri nel corso della cerimonia al Chiostro di San Domenico era circondata dai genitori, dalla nonna Concetta, da amici e parenti che non hanno fatto mancare la loro presenza.
“Ringrazio la mia città e la Commissione cultura – ha esordito. Ricevo questo premio con umiltà ed orgoglio. Ci sono tante persone, in Italia e nel Sud, che sono più brave di me, ma che non hanno avuto le mie possibilità. Sono stata molto fortunata, incoraggiata e seguita”. E ricorda suo nonno, il prof.Tonino Tramonte, docente di scienze, che le ha trasmesso l’amore per la ricerca e soprattutto la curiosità per la scoperta. Così come riconosce alla Fondazione Telethon il grande merito di averle dato una grandissima opportunità. “E’ difficile – ha aggiunto Alessia Indrieri – che vengano finanziati progetti per malattie molto rare come la sindrome Mls. Ma Telethon l’ha fatto, dando speranza a chi speranza non ha. La ricerca sulle malattie rare può portare a risultati imprevisti e imprevedibili, per l’impatto che può avere su malattie che rare non sono, ma che sono fortemente invalidanti, come l’Alzheimer e il morbo di Parkinson.
Sono orgogliosa di essere calabrese e cosentina e di fare ricerca a Napoli, una città che sin dagli inizi dei miei studi, mi ha accolta benissimo. Le eccellenze fuggono perché non ci sono i finanziamenti. La Fondazione Telethon ha favorito la valutazione di alcuni progetti, come il mio, ispirandosi al metodo valutativo degli Stati Uniti e dell’Inghilterra”.
Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche il consigliere comunale Mimmo Frammartino che si è detto orgoglioso per i traguardi raggiunti dalla ricercatrice cosentina e la Vice Presidente della Commissione cultura Maria Lucente che ha ricordato i trascorsi di piccola scolara di Alessia Indrieri, “bambina eccezionale, molto studiosa e con un futuro scritto che adesso viene sviluppato grazie alla sua ricerca, un percorso dinamico, continuo, un vero sogno che oggi ci fa sentire orgogliosi e che per i risultati ai quali sta pervenendo ci tranquillizza anche”.
Ha completato il quadro degli interventi il consigliere Francesco Perri che ha sottolineato come “la politica a volte è distratta, ma il nostro patrimonio di cervelli deve essere valorizzato perché abbiamo bisogno di eccellenze come Alessia Indrieri che devono aiutarci ad eliminare il gap che ci vede indietro rispetto ad altre regioni d’Italia”. Un’eccellenza di cui i nonni, il prof.Tonino Tramonte e Giovanni Indrieri, indimenticato giornalista, oggi sarebbero andati molto fieri.
Autore: Giuseppe Di Donna