DA SQUILLACE A LISBONA, LA SCIENZA MEDICA DEI JULI PROTAGONISTA AL CONGRESSO INTERNAZIONALE DI PSICHIATRIA
Famiglia ha lasciato il segno con un contributo di idee sostanziose finite diritte diritte nei lavori scientifici proposti (in molti dei quali figuravano in qualità di coautori) e con le eccellenti presentazioni davanti al mondo della psichiatrica in ascolto. Rebecca premiata come miglior specializzanda
di Franco POLITO
– SQUILLACE (CZ) – 20 OTTOBRE 2024 – Una famiglia con la medicina e la scienza medica nel sangue.
Di cognome fanno Juli.
Papà Gino, psichiatra, ha fatto da apripista ai quattro figli d’arte: Maria Rosaria, psicologa e psicoterapeuta, docente a contratto presso l’università Magna Graecia di Catanzaro; Giada, biologa molecolare, ricercatrice al Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica all’Umg Catanzaro; Alfredo, specializzando in Anestesia e Rianimazione nello stesso ateneo; Rebecca, specializzanda in Psichiatria all’Università di Messina.
C’è anche mamma Flora Aceto: faceva l’insegnante di Arte e Immagine, tutto un altro mondo, ma la sua presenza ha le radici forti del sostegno costante e irrinunciabile.
Dopo una vita a Squillace, dove trascorrono i periodi di riposo e con cui il legame è forgiato sul pathos della totale appartenenza, altri lidi (lavorativi e affettivi) hanno chiamato.
Come, ad esempio, la partecipazione al recente Congresso Internazionale di Psichiatria a Lisbona.
Incentrato sulla “Psichiatria nel contesto della nuova geografia sociale”, il simposio era stato messo in piedi da Portuguese Society of Psychiatry and Mental Health; Centre Hospitalier Universitaire et Psychiatrique de Mons Borinage; Université Catholique de Louvain e Centro Studi Psichiatrici.
In Portogallo, alla fine del settembre appena trascorso, tutti e cinque i Juli erano lì.
Alla Clinica Psichiatrica di Lisbona, dove si è celebrato il simposio, hanno lasciato il segno con un contributo di idee sostanziose finite diritte diritte nei lavori scientifici proposti (in molti dei quali figuravano in qualità di coautori) e con le eccellenti presentazioni davanti al mondo della psichiatrica in ascolto.
Potevano “accontentarsi”?
No, non potevano.
Perché Rebecca se n’è tornata in Italia con al collo il primo Premio del Concorso 2024 dedicato agli studenti specializzandi in Psichiatria 2024.
Il suo lavoro “Resilience and burden related to clinical assistance: a clinical psychological perspective” (“Resilienza e carico legato all’assistenza clinica: uno studio psicologico clinico”) ha sbaragliato la concorrenza degli altri 15 candidati.
Il Comitato Scientifico Internazionale lo ha ritenuto degno del massimo dei voti (con notevole distanza rispetto al secondo e terzo classificato) e della pubblicazione integrale sulla rivista “Psichiatria Danubiana”.
Il lavoro esamina la presenza di variabili come la resilienza e il carico di lavoro nei caregiver, insieme a fattori come età, genere, istruzione e impegno lavorativo, al fine di comprendere le correlazioni tra queste variabili indipendenti e cliniche.
L’obiettivo è stato quello di indagare l’impatto dei fattori associati al carico e alla resilienza in relazione alle attività di assistenza.
Il campione su cui ha effettuato la ricerca era composto da 126 assistenti di età compresa tra 18 e 30 anni, di cui il 77,8% erano donne.
Rebecca, tra le altre cose, è in forza al Centro Studi Psichiatrici, rilevante associazione nazionale di professionisti ed operatori della salute mentale.
In collaborazione con università ed altre istituzioni simili, organizza eventi di rilevanza internazionale.
E il congresso portoghese che li ha visti protagonisti era tra questi.
Da anni Rebecca partecipa e – o invia lavori scientifici, poi sistematicamente pubblicati su riviste internazionali.
«Siamo felici e orgogliosi per quanto realizzato – dicono i Juli all’unisono –. Siamo fieri, soprattutto, di aver rappresentato e portato con noi (oltre alla ciurma dei nostri pargoli e famiglie) l’orgoglio del sapere e dell’intelligenza calabrese, dimostrando che anche dalle nostre parti sono possibili slanci culturali di un certo tipo che se, giustamente incanalati, e senza presunzione alcuna, devono contribuire a far decollare una terra troppo spesso bistrattata».
Ora l’emozione e il tremore alle gambe di quel giorno sono alle spalle.
La “family of doctors” Juli è già ripartita.
Tra medicina e scienza medica, tra prole e affetti squillacesi.
Un marchio di fabbrica in tutto, soprattutto nella vita.