DA SQUILLACE A PAYERNE: PINO VALLONE, IL “RAGAZZINO DI CALABRIA” CHE CE L’HA FATTA
Emigrato nella Svizzera francese a 14 anni, è diventato un personaggio di successo. Presiede l’associazione Acib, ed è impegnato a tutto campo per promuovere la cultura italiana. Il suo libro “Un gamin de Calabre” è diventato un caso editoriale
di Franco POLITO
SQUILLACE (CZ) – 19 MAGGIO 2023 – Vive nella Svizzera francese ormai da una vita, da quando a 14 anni è approdato a Payerne, città non lontana da Losanna.
Ma è un “patocio” vero, uno squillacese doc.
La natìa Squillace è sempre nel suo cuore, dove riecheggiano ancora le urla di coetanei scapigliati ed erranti per la vie della turrita città di Cassiodoro.
Pino Vallone, ci torna spesso.
D’estate, d’inverno: quando la “restituzione a Squillace” si materializza è un susseguirsi di emozioni su emozioni.
Qui c’è il cuore, è vero, ma in Svizzera è diventato un uomo di successo.
Quello che era, quello che è, quello che vorrebbe diventare da grande Pino Vallone lo ha descritto nel libro “Un gamin de Calabre” (Un ragazzino di Calabria).
Con più di 2700 copie vendute, è diventato un caso editoriale: racconta la vita di un emigrante che ce l’ha fatta.
«A breve lo presenterò alla Festa dello Sport», ci fa sapere.
Il libro racconta il dolore di quelle valigie preparate dalla madre, a maggio.
«La ferita della separazione che si ripete – evidenzia Pino -. Straziante, non ci voglio pensare».
Racconta l’orgoglio per quel padre che aveva perso il lavoro e «con stivali altissimi, messo a pulire il fiume».
«Quell’immagine della fatica di mio padre nell’acqua gelida – continua Vallone – ha segnato per sempre la mia vita e da lì è cominciata la mia battaglia».
Una battaglia che è stato senso di rivalsa.
Vallone, vicedirettore in Svizzera di un’azienda che produce materiale edile, racconta, «Io mi sono sentito un piccolo Telemaco, che combatte lontano, come nell’etimo del nome, strappato ad Ulisse e tra la carriera, il calcio, l’impegno nelle associazioni, l’insegnamento del francese agli emigrati per molti anni, ho raggiunto i miei obiettivi».
I suoi interessi sono molteplici: vita sociale, culturale e sportiva scandiscono le sue giornate da presidente dell’Acib (Associazione Culturale Italiana della Broye) che ha fondato nel 2014.
Tra svizzeri e italiani, sono in 200 i soci che promuovono la cultura italiana nella regione di Losanna.
E poi c’è il calcio che lo assorbe come dirigente della come dirigente della Federazione Svizzera e regionale.
«In questi anni abbiamo lavorato tanto per veicolare da queste parti l’italianità vera e pura – aggiunge – . Abbiamo organizzato la mostra dedicata a Federico Fellini con il suo segretario e mio straordinario amico Gérald Morin.
Non possiamo neanche dimenticare l’omaggio a Umberto Eco, cui hanno preso parte più di 3000 persone, alla presenza del suo grande ammiratore e amico Paolo Fabbri, direttore dell’Istituto Italiano di Cultura a Parigi».
L’elenco delle iniziative è scandito da altre date: il 4 dicembre 2021 omaggio a Giuseppe Verdi con il comune di Busseto e due pianisti della Scala di Milano; il 5 novembre 2022, presenti 350 persone, omaggio alla Toscana e ai campioni del mondo di Spagna 82 con la partecipazione di Giancarlo Antognoni (350 persone); Il 28 novembre 2022 incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’Ambasciata italiana a Berna.
E ancora: viaggio nelle tradizioni di Sardegna, Umbria e Veneto con significativi personaggi della cultura italiani; organizzati da Acib, gli appuntamenti di luglio con lo storicizzato omaggio al cinema italiano nel castello medievale di Estavayer – Le – Lac; il prossimo 1 giugno incontro – ricevimento con l’Ambasciatore d’Italia a Berna per la Festa della Repubblica.
«E stiamo già lavorando per un altro incredibile appuntamento – conclude Pino Vallone -. Il 4 novembre 2023 renderemo omaggio alla Sicilia con un ospite d’onore: avremo con noi Totò Cascio, il bambino – attore del film “Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore.
Possiamo già vantare la prenotazione di ben 300 persone».
Pino Vallone: da Squillace a Payern, un “ragazzino di Calabria” che ce l’ha fatta.