L’esperto Francesco Pungitore indica il potenziale e le implicazioni dell’intelligenza artificiale nella creazione visiva, tra fascino tecnologico, riflessione etica e nuovi orizzonti educativi
di REDAZIONE
– PRESERRE (CZ) – 15 APRILE 2025 – Cosa accade quando una foto prende vita grazie all’intelligenza artificiale? È solo un gioco, un effetto speciale, oppure è l’inizio di una rivoluzione culturale?
Nel suo video YouTube dal titolo “Creatività artificiale: animiamo una foto e parliamo del futuro”, Francesco Pungitore – giornalista, docente, formatore e direttore tecnico dell’Osservatorio Nazionale Minori e Intelligenza Artificiale di Torre Ruggiero– accompagna gli spettatori in un viaggio affascinante tra tecnica, estetica e visione critica, partendo da un semplice esperimento visivo.
Bastano pochi click su una piattaforma AI e una breve descrizione per trasformare una fotografia statica in un’immagine animata. Il risultato è sorprendente, ma Pungitore non si ferma all’effetto wow.
Da sempre orientato a una riflessione che coniuga rigore e creatività, invita a guardare oltre: “La facilità d’uso nasconde complessità profonde”, osserva con il tono calmo e consapevole di chi riflette, prima ancora di spiegare.
CHI È L’AUTORE? CHI CREA COSA?
Una delle domande chiave sollevate nel video è quella dell’autorialità: se l’AI esegue un comando basato su miliardi di immagini preesistenti, chi è il vero autore dell’opera? Pungitore invita a ripensare il ruolo dell’essere umano non come esecutore, ma come “regista concettuale”, colui che sa ideare, immaginare, tradurre la propria visione in parole precise per attivare la macchina. Una nuova forma di creatività, inedita e forse ibrida, che apre interrogativi sul senso stesso di “originalità”.
IL BELLO SECONDO L’ALGORITMO
Nel suo stile inconfondibile, capace di intrecciare filosofia e attualità, Pungitore analizza anche le conseguenze estetiche dell’uso massivo delle AI generative. Addestrate su enormi dataset, queste tecnologie tendono a replicare stili e soggetti più frequenti, rischiando di omologare l’immaginario collettivo. Ma proprio in questo scenario, sostiene, si aprono spazi per nuove nicchie espressive, iper-specifiche e irripetibili. Dipenderà da chi saprà “sussurrare alle AI”, come si sussurra a un cavallo selvatico.
LA REALTÀ REINVENTATA
Uno dei passaggi più intensi riguarda la memoria e la manipolazione del reale. L’intelligenza artificiale può animare vecchie foto, creare video storici o futuristici, ricostruire situazioni mai accadute con impressionante realismo. “Come distingueremo in futuro il documentato dall’immaginato?”, si chiede Francesco Pungitore, sollevando una questione cruciale per la nostra epoca: quella dell’affidabilità delle immagini e della trasformazione della memoria in qualcosa di sempre più fluido, potenzialmente manipolabile.
OLTRE IL FOTOREALISMO, VERSO L’ONIRICO
Per Pungitore, la vera potenza artistica dell’intelligenza artificiale non sta nella sua capacità di imitare la realtà, ma in quella di superarla. Generare l’assurdo, il surreale, l’invisibile: ecco la sfida. Visualizzare concetti astratti, creare mondi impossibili, fondere stili: l’AI diventa così strumento per ampliare i confini della nostra immaginazione.
NUOVE COMPETENZE E RESPONSABILITÀ
Infine, il video si chiude con un appello alla formazione di nuove figure professionali: non solo creativi, ma anche “curatori etici” capaci di scrivere prompt efficaci, riconoscere bias, selezionare contenuti in modo consapevole. È un invito coerente con tutto il lavoro di Pungitore, divulgatore attento, abituato a coniugare pedagogia, territorio e cittadinanza digitale, portando avanti una visione di educazione umanistica ma aggiornata sulle sfide del presente.
“Animare una foto è facile, ma è solo la punta dell’iceberg”, conclude.
Sotto la superficie, c’è una trasformazione in atto che riguarda la creatività, la verità, la memoria. E forse, anche la nostra identità.