DROGA, SEQUESTRATI BENI A NARCOTRAFFICANTE DEL VIBONESE
Da tempo residente nella provincia di Bologna
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 9 GIUGNO 2022 – I finanzieri dei Comandi Provinciali di Catanzaro e Bologna, coordinati dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro disposto dal Tribunale di Catanzaro
nell’ambito del procedimento di prevenzione instaurato nei confronti di un noto narcotrafficante internazionale originario del Vibonese, da tempo residente nella provincia di Bologna.
Lo stesso, coinvolto in vari procedimenti penali per l’importazione in Italia di ingenti carichi di sostanze stupefacenti provenienti dal Sudamerica occultati in carichi di merce di copertura (per esempio tubi di plastica inseriti in blocchi di marmo, controsoffittature in plastica), ha già riportato condanne pesantissime; tant’è che attualmente si trova in carcere per espiare una condanna alla pena della reclusione fino al 3 ottobre 2045.
Il decreto emesso dal Tribunale nell’ambito del procedimento di prevenzione scaturisce, quindi, da una preventiva valutazione del profilo criminale dell’interessato che lo vede rientrare a pieno titolo nella categoria dei soggetti connotati da pericolosità sociale “qualificata” così come stabilito dal Codice Antimafia.
Contestualmente, da approfondite indagini economico-patrimoniali -svolte dagli specialisti dei Gruppi Investigativi sulla Criminalità Organizzata (G.I.C.O.) dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e Bologna, sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro- è stato possibile accertare un’ evidente sproporzione tra il valore del patrimonio accumulato nel tempo e le fonti di reddito lecite riconducibili al soggetto, che ha consentito alla competente Autorità Giudiziaria di sottoporre a vincolo patrimoniale un appezzamento di terreno in provincia di Vibo Valentia e due fabbricati di pregio in provincia di Bologna, per un valore stimato in complessivi 1.300.000 euro.
Nel 2014, era stato destinatario di analogo provvedimento di confisca emesso dall’Autorità Giudiziaria felsinea che aveva attinto diversi dei beni colpiti dall’odierno provvedimento, poi annullato dalla Corte di Cassazione che, accogliendo le doglianze dell’interessato, aveva sancito la competenza della Procura della Repubblica di Catanzaro.