13 Gennaio 2020
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EMIGRAZIONE GIOVANILE, NUCCI: «FERMARE EMORRAGIA»
“Si intervenga per il bene dei giovani e dell’economia Calabrese”. Riceviamo e pubblichiamo:
PRESERRE (CS) – 13 GENNAIO 2020 – I vari commenti che da tempo si leggono sui diversi social e mass-media, relativamente alla “emigrazione” dei giovani che dalla Calabria si spostano verso il Nord e in alcuni casi aldilà dei confini italiani in cerca di lavoro, impongono a chi svolge attività sindacale e quindi attore principale delle varie sfaccettature presenti nel mondo del lavoro, a dover effettuare alcune considerazioni, libere da qualsivoglia vincolo, e perché no, anche sottoponendoci a una corretta autocritica.
Questo “fenomeno”, accentuatosi negli ultimi anni in modo esponenziale, basti pensare che dal Sud circa due milioni di giovani sono dovuti partire in cerca di prima occupazione, ha un risvolto sociale e culturale.
L’emorragia giovanile non fa altro che invecchiare ulteriormente la popolazione, è bene ricordare che l’Italia è il paese con più anziani in Europa dove il saldo demografico è in negativo.
Va da sé che le giovani coppie, rispetto al passato, a causa di una instabilità economica, al cronico sottosviluppo, in termini di reddito pro-capite, alle condizioni del mercato del lavoro e alle condizioni di vita, tendono sempre più a pianificare le nascite, tutte situazione queste che, in assenza di una reale politica tendente allo sviluppo economico e sociale, pone molti davanti ad una scelta obbligata, quale quella di lasciare la propria regione, anche in virtù di un concreto Welfare che tuteli la Famiglia con politiche di supporto.
Basti pensare che al Sud solo un giovane su due lavora, dove sono in aumento le aziende che falliscono o chiudono definitivamente e, i dati critici, non accennano a ridursi nonostante il reddito di cittadinanza e quota cento, iniziative governative, verso le quali erano riposte aspettative di traino per un ricambio generazionale nel mondo del lavoro.
Sarebbe opportuno avviare rapidamente le Zone Economiche Speciali per come stabilito nel Decreto Crescita, per dare impulso agli investimenti necessari a far ripartire l’economia in Calabria e dare fiducia agli imprenditori.
Le tante intelligenze che lasciano la nostra terra, sono spinte a trovare altrove la possibilità di poter esprimere le proprie capacità e competenze, per mettere in campo quanto acquisito nelle nostre Università, fattore che indebolisce l’economia con la fuga di capitale umano qualificato.
Da una ricerca dello Svimez sui laureati nel meridione, circa il 31% non trovando lavoro affronta il disagio di abbandonare il proprio luogo di origine, in un paese dove non si investe in ricerca e sviluppo, aspetti questi, maggiormente accentuati nel meridione, inducendo gli stessi a trovare altri mercati di sbocco, considerato che la concorrenza non si basa sulle innovazioni ma sul contenimento del costo del lavoro.
In Calabria la congiuntura economica e la mancanza di politiche volte allo sviluppo del territorio, palesano maggiormente le difficoltà che hanno i giovani nel potersi realizzare in occupazioni stabili e redditizie, per cui si rivolgono alle aziende dei Call Center unica attività di rilievo presente che occupa migliaia di giovani.
Un settore che sta attraversando in questi anni una crisi dovuta soprattutto alla mancanza di una regolamentazione a livello nazionale, che ponga tutele e garanzie.
Come non condividere quanto esprime nel suo libro “Populeconomy” il Segretario Generale Ugl Capone, nel quale afferma < la centralità delle persone rispetto alle élites finanziarie > protese ad affermare la globalizzazione rispetto alla vita reale.
Per cui al nuovo Governatore della Calabria, si chiede un’inversione di rotta rispetto al passato, che punti allo sviluppo della Agricoltura e del Turismo volano per l’occupazione, ad investire per migliorare le carenti e vetuste infrastrutture, che ponga fine all’annoso problema della Sanità dando risposte concrete alle note vicende relative alle vertenze in atto, ponendo fine al commissariamento che ha portato a conseguenze disastrose sia in termini di erogazione dei servizi, aumento ticket, chiusura strutture sanitarie, ecc,
Che da subito convochi tavoli istituzionali con le parti sociali e le associazioni produttive, utile a condividere un percorso necessario a dare risposte ai cittadini calabresi.
Interagisca ulteriormente e fattivamente con l’Università della Calabria per elaborare piani di sviluppo e progetti che possano dare risposte alla nostra fragile economia, così da limitare l’emorragia giovanile che impoverisce drasticamente questa nostra regione.
Guglielmo Nucci, Segretario UTL –UGL Cosenza