FESTA MADONNA DELLE GRAZIE A TORRE RUGGIERO: IL GRANDE “ABBRACCIO” TRA SACERDOTI, FEDELI E COMUNITÀ
Mons. Maniago: “Sotto il manto di Maria ci raccogliamo tutti per portare le nostre ansie”
Fonte: S1TV
TORRE DI RUGGIERO (CZ) – 11 SETTEMBRE 2022 – Otto settembre, festa della natività della beata Vergine Maria, l’Arcivescovo Mons. Claudio Maniago – di cui ricorre il diciannovesimo anniversario dell’ordinazione episcopale – ha presieduto la celebrazione Eucaristica presso il Santuario diocesano di Torre di Ruggiero in occasione della festa di Maria SS. delle Grazie.
All’inizio della celebrazione, dopo il saluto del Rettore, don Orazio Galati, che ha ringraziato l’Arcivescovo per la sua presenza nel giorno del suo anniversario e ha chiesto di pregare per suor Anna, suora che presta il suo servizio a Torre di Ruggiero da anni ed è in una fase delicata della sua malattia, l’Arcivescovo ha manifestato la sua gioia nel condividere questo momento di grazia insieme ai sacerdoti, diaconi, seminaristi, religiosi della diocesi e ai fedeli tutti.
Ha affidato, inoltre, all’assemblea le sue intenzioni di preghiera e, in particolare, ha chiesto di unirsi a lui per invocare il dono della pace e ha elevato la sua preghiera, oltre che per suor Anna, anche per suor Maria De Coppi, Suora Missionaria Comboniana uccisa in Mozambico il 6 settembre scorso.
Infine, ha invocato lo Spirito Santo sul nuovo anno pastorale che sta per avviarsi chiedendo a ciascuno un cuore nuovo per accogliere l’opera di Dio durante questo tempo.
Deve essere non solo un nuovo anno pastorale, ma un anno pastorale nuovo, un anno di rinnovamento per la Chiesa diocesana.
Durante l’omelia, mons. Maniago, commentando il Vangelo della genealogia di Gesù, ha ricordato che Dio costruisce la storia umana, che ha come culmine Gesù Cristo: “è tutta una grande storia che porta a Lui, a Gesù, che come abbiamo ascoltato è davvero Dio in mezzo a noi, l’Emmanuele, Dio che si è fatto carne, Dio che è entrato nella storia, la nostra storia”.
Dio, quindi, si fa vicino ad ogni uomo e manifesta il suo amore nella nostra storia personale anche attraverso Maria, “Regina della grazia, cioè di questo flusso di vita che in fondo fa crescere questa storia”.
Ci siamo tutti in questa storia, tutti protagonisti, nessuno è spettatore: “Se Dio ha fatto questo grande disegno che culmina in Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo in mezzo a noi, che ha dato la sua vita per noi e continuamente si offre soprattutto nella celebrazione dell’Eucarestia, tutto questo Dio l’ha fatto per me! […] Dio ha fatto tutto questo per te, perché gli sei prezioso, perché la tua vita è preziosa, perché è nata la tua vita dall’amore di Dio e nell’amore di Dio deve tornare”.
Ecco perché bisogna essere ricolmi di gioia, stupiti di fronte a un Dio “che non si stanca mai di noi e continua pazientemente a costruire una storia di salvezza, pazientemente”.
“Ed è forse per questo – ha continuato l’Arcivescovo – che a Maria, sotto il cui manto davvero oggi ci vogliamo raccogliere tutti quanti, noi portiamo tutte le nostre ansie.
È lei rifugio per noi peccatori, non perché lei sia il perdono dei nostri peccati, ma lei ci porta alla fonte del perdono; non perché lei sia la pace della nostra vita, ma perché lei ci conduce sicuramente alla pace; non perché lei sia la luce del nostro cammino, ma perché lei come una stella riflette e ci illumina col cammino del suo figlio Gesù, Lui che è la luce per noi.
Ma abbiamo bisogno di Maria, ne abbiamo bisogno perché è un dono che Dio ci ha fatto, un dono che ha fatto al suo popolo in cammino”. Ricordando che la celebrazione è stata anticipata non a caso da una processione, Mons. Maniago ha evidenziato che “Maria ci è stata donata come accompagnamento del nostro cammino”.
Lei cammina con noi, come ha accompagnato il cammino di Gesù per tutta la sua vita e, dalla Pentecoste, il cammino della Chiesa.
“Ci sentiamo ristorati quando ci avviciniamo in un Santuario come questo, perché sentiamo di essere accolti” da Maria, come da una mamma.
E allora, all’inizio del nuovo anno pastorale, occorre riprendere il cammino con entusiasmo, un “entusiasmo non superficiale, un entusiasmo consapevole delle difficoltà e delle fatiche che ci aspetteranno, ma l’entusiasmo di chi sa di non essere solo e di essere in questo cammino di popolo accompagnato da lei, da Maria, lei deve ravvivare e custodire il nostro entusiasmo, deve insegnarci ad essere uomini e donne che seguendo il Signore non possono che vivere la vita appassionatamente, con passione”.
Questo nuovo anno, come Chiesa italiana, sarà caratterizzato dalla seconda tappa del Cammino Sinodale, che vuol dire riscoprire una dimensione fondamentale dell’essere Chiesa: “sentirsi popolo che cammina insieme”.
“Faremo questa esperienza di approfondimento del nostro essere Chiesa – ha concluso l’Arcivescovo –, essere popolo in cammino, con un’espressione particolare: apriremo dei cantieri […] Dovremo lavorare nelle nostre comunità, dovremo impegnarci, perché quanto abbiamo assaporato l’anno scorso diventi per noi ancora di più stile di vita, stile di vita ecclesiale. […] Dobbiamo riprendere il cammino in questo secondo anno con quell’entusiasmo che solo Maria può ravvivare in noi e custodire.
Per questo siamo qui e per questo con lei celebriamo l’Eucaristia che è la sorgente di ogni entusiasmo e di ogni passione, perché l’Eucaristia è proprio il dono della passione di Gesù che è amore sconfinato ma anche disponibilità per tutti al sacrificio supremo”.