12 Novembre 2014
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GASPERINA (CZ) – 4 Novembre, celebrato l’orgoglio di essere italiani
La corona d’alloro viene depositata davanti al monumento ai Caduti
Manifestazione in onore dei caduti in guerra organizzata dall’amministrazione comunale
Fonte: articolo e foto di Gianni Romano (Il Quotidiano del Sud)
GASPERINA (CZ) – 12 NOVEMBRE 2014 – Commemorato dall’amministrazione comunale di Gasperina, il 4 Novembre.
Presenti il sindaco Gregorio Gallello, l’amministrazione comunale, la banda città di Gasperina, la stazione carabinieri, il corpo della polizia municipale,la mattinata è cominciata con la santa messa celebrata dal parroco don Carmelo Fossella presso la chiesa matrice. Poi tutti in corteo con in testa la banda che ha intonato marce e inni, sino al monumento dei caduti dove il sindaco ha deposto una corona di alloro.
Il sindaco Gallello ha dichiarato: <<Concittadine e concittadini carissimi,anche quest’anno, nel mentre viviamo la ricorrenza del centenario dell’inizio della Prima Guerra Mondiale, rendiamo un doveroso omaggio ai tanti nostri concittadini caduti nelle guerre che hanno insanguinato il secolo scorso. Il sacrificio di questi nostri compatrioti deve essere uno stimolo per apprezzare al meglio la nostra Italia, nazione ricca di cultura, di bellezze, di progresso e, nel caso di questa ricorrenza, nazione di eroicità>>.
<<Ci piace considerare – continuava Gallello – questa celebrazione, nonostante venga ripetuta ormai da tanti anni, sempre attuale. La sua attualità viene dettata da questa forza emotiva che emana nel voler rivendicare, oggi più che in altre circostanze, il nostro orgoglio di essere italiani.Questa pagina della nostra storia nazionale deve restare materia viva, attualissimo strumento di narrazione>>.
<<Il copioso sangue versato, oltre all’eroicità delle gesta, assume un pungolo di riflessione per debellare la cultura della guerra – ha aggiunto il sindaco – contrastandola con un attivismo a favore della pace. In questi ultimi anni non sempre l’Italia ha perseguito questa nobile missione; oggi le conseguenze di alcune politiche unilaterali che avevano la presunzione di “esportare democrazia” sono sotto gli occhi di tutti. Sulle pagine di storia recente del medio – oriente e dell’Iraq possiamo avere anche idee ed interpretazioni diverse, cavalcando a piacimento le nostre rispettabili convinzioni, ciò che però dovremmo tutti fare, è iniziare a comprendere che alcuni attuali scenari di terrorismo internazionale nascono anche da alcune forme di instabilità che le forze occidentali abbiamo creato in quel lembo di terra. Dovremmo arrivare a stabilire questo non tanto per cercare un colpevole per la tragica situazione attuale, quanto per non ripetere in futuro i medesimi errori. Una delle cose per le quali mi sono addolorato di essere italiano in questi ultimi anni, è proprio l’aver visto il mio Paese pronto ad assecondare questa nuova forma di politica imperiale>>.
<<Credo che l’Italia, ma mi si permetta di più, credo che l’Europa – ha detto ancora Gallello – debba scegliere da che parte stare non solo con gli intenti e con i dettami comunitari, ma soprattutto con l’impegno pratico a favore della pace. Non è più accettabile constatare le divisioni tra stati membri dell’Europa unita nell’ambito della politica estera; è proprio il caso, nel nostro piccolo, di auspicare la nascita di un’Europa politica. Tutto ciò diventa urgente, non rinviabile, dal momento che abbiamo dovuto assistere al ritorno delle pratiche belliche nel nostro continente. La guerra in Ucraina, anche se ci appare lontana, è ad un tiro di schioppo. Bussa, inquietante, alle nostre porte. Tra i vari motivi della degenerazione politica della questione ucraina, vi è senz’altro l’iniziale neutralismo dell’Europa. In politica, come diceva Machiavelli, non si può stare neutrali, poiché si finisce per essere odiati da chi perde e disprezzati da chi vince>>.
<<Certo -ha insistito il sindaco – costruire una incondizionata cultura della pace non è semplice e lo dimostra il fatto che oggi, in questo momento, nel mondo vi sono più di 85 guerre, la maggior parte delle quali dimenticate, non prese in considerazione, e vi sono scenari di terrorismo internazionale che iniettano germi di violenza. Costruire una società che pratica e vuole la pace, che debella la cultura della violenza è un compito delle istituzioni democratiche>>.
<<Oggi tutti noi – ha concluso Gallello – il buon padre di famiglia, l’insegnate, l’amministratore pubblico, il tutore dell’ordine pubblico, il sacerdote, ognuno per il ruolo che gli compete, siamo chiamati a dare ossigeno a percorsi utili a creare gli anticorpi sociali per respingere ogni forma di violenza. Ce lo chiedono i nostri caduti in guerra, ce lo chiedono soprattutto i nostri figli.