GIORNATA NAZIONALE DI CONFCOMMERCIO “LEGALITÀ CI PIACE”: ANALISI, DENUNCIA E SENSIBILIZZAZIONE
Falbo: “Un contesto sicuro per le imprese si crea con la piena collaborazione con le forze dell’ordine, le istituzioni e tutte le parti interessate”
di REDAZIONE
CATANZARO – 30 MARZO 2023 – Si è svolta, martedì 28 marzo, la decima edizione della Giornata nazionale di Confcommercio “Legalità ci piace”, un’iniziativa di analisi, denuncia e sensibilizzazione sulle conseguenze dei fenomeni criminali per l’economia reale e per le imprese. Un appuntamento annuale ideato da Confcommercio contro ogni forma di illegalità per promuovere e rafforzare la cultura della legalità che è un prerequisito fondamentale per la crescita e lo sviluppo.
“I fenomeni illegali – ha dichiarato il Presidente di Confcommercio Calabria Centrale Pietro Falbo – alterano la concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti.
Contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio, corruzione sono tutti fenomeni che impattano pesantemente sul sistema economico-sociale, fanno chiudere le imprese oneste, fanno perdere posti di lavoro, non tutelano i consumatori, riducono la sicurezza pubblica e naturalmente alimentano la criminalità organizzata.
Un contesto sicuro per le imprese si crea con la piena collaborazione con le forze dell’ordine, le istituzioni e tutte le parti interessate. Un impegno che coinvolge l’intero sistema di Confcommercio per tutelare i territori e le specificità dei diversi settori rappresentati.
L’attività di Confcommercio per il contrasto alla criminalità – conclude Falbo – si articola su due filoni paralleli ma strettamente collegati fra di loro: la sicurezza, intesa come iniziative per la tutela delle imprese e degli imprenditori rispetto alle attività criminali e violente, e la diffusione della cultura della legalità e dei valori del vivere civile.”
Questi i dati di sintesi dell’indagine.
IL SENSO DI SICUREZZA. Al Sud il 16% delle imprese del terziario di mercato percepisce un peggioramento dei livelli di sicurezza nel proprio territorio nel 2022, un valore significativamente superiore rispetto alla media nazionale pari al 10,3%. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior crescita dagli imprenditori (per il 31,3% delle imprese), un dato decisamente più elevato rispetto a quello nazionale pari al 25,9%.
TENTATIVI DI USURA E RACKET. Il 31,1% degli imprenditori del sud ha avuto notizia di fenomeni di usura o estorsione nella propria zona di attività, dato molto al di sopra della media nazionale del 21,4%.
ASSISTENZA CONTRO LA CRIMINALITÀ. Le forze dell’ordine (39%), le associazioni di categoria e le organizzazioni antiusura (22,4%) sono i soggetti sentiti più vicini agli imprenditori minacciati.
ESPOSIZIONE ALL’USURA E AL RACKET. Il 18,1% degli imprenditori del sud è molto preoccupato per il rischio di esposizione a fenomeni di usura e racket nella zona in cui opera, dato superiore alla media nazionale del 16,5%.
IL COMPORTAMENTO DEGLI IMPRENDITORI DI FRONTE AI FENOMENI CRIMINALI. Di fronte a fenomeni di usura e racket il 64,9% delle imprese del sud ritiene che si dovrebbe denunciare (un valore superiore alla media nazionale pari al 59,4%) e il 41,2% dichiara che non saprebbe cosa fare (dato superiore alla media nazionale pari al 30,1%).
MECCANISMI COMMERCIALI FUORI DALLE REGOLE. Nel sud dell’Italia il 68,9% delle imprese si ritiene «molto o abbastanza» penalizzato dall’abusivismo e dalla contraffazione (dato superiore alla media nazionale del 65,1%).
MISURE DI PROTEZIONE. L’80% delle imprese del Sud ha investito in misure di protezione per la propria sicurezza e quella dei propri clienti: in particolare, in sistemi di videosorveglianza e di allarmi antifurto.
QUALITA’ DELLA VITA. Il 18,5% delle imprese del Sud hanno dichiarato che la qualità della vita è peggiorata nel corso dell’ultimo biennio (valore superiore alla media nazionale pari al 17,8%). I fattori che più di altri contribuiscono al peggioramento sono la diminuzione del reddito medio dei residenti, la riduzione della sicurezza personale, l’impoverimento dell’offerta formativa.