19 Gennaio 2021
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INTERDETTO DAL LAVORO PARTECIPA A SELEZIONE, MEDICO IN MANETTE A CATANZARO
Era sospeso per falsificazione attività aggiornamento a Milano
di REDAZIONE
CATANZARO – 19 GENNAIO 2021 – Interdetto dal lavoro e con una sospensione disciplinare, ha tentato di partecipare ad una selezione pubblica. Con questa accusa, un medico specialista dell’Azienda ospedaliera Pugliese-Ciaccio di Catanzaro è stato arrestato e posto ai domiciliari dai finanzieri del Comando provinciale di Catanzaro in esecuzione di un provvedimento del Gip su richiesta della Procura.
Il medico, di Catanzaro, era già stato oggetto di indagini, culminate nel marzo dello scorso anno con l’emissione a suo carico della misura cautelare di interdizione dai pubblici uffici o servizi per 12 mesi.
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Veronica Calcagno con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del procuratore Nicola Gratteri, avevano consentito di accertare che il medico aveva falsificato la rendicontazione delle attività di servizio svolte tra marzo 2014 e febbraio 2015 presso l’Irccs “Humanitas” di Rozzano (Milano), dove era stato inviato in comando dall’Azienda ospedaliera catanzarese per un aggiornamento professionale e che, una volta rientrato in Calabria, in più occasioni aveva utilizzato modalità fraudolente per certificare la propria presenza in servizio.
Dagli approfondimenti svolti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria-Gruppo tutela spesa pubblica della Guardia di finanza di Catanzaro, secondo l’accusa, è ora emerso che nell’agosto del 2020 il sanitario aveva preso parte a una procedura di selezione pubblica indetta dall’Asp di Vibo Valentia per il conferimento di un incarico dirigenziale di esperto in ortopedia e traumatologia, dichiarando falsamente di essere in servizio nonostante la misura cautelare (ancora valida) e la correlata sospensione disciplinare emessa dall’Azienda ospedaliera di appartenenza.
Il comportamento del medico ha quindi spinto la Procura a rimodulare la misura cautelare in atto chiedendo al Gip l’aggravamento dell’interdizione dai pubblici uffici, commutata ora negli arresti domiciliari.