«LA MIA POSIZIONE NEL CONSIGLIO COMUNALE A CHIARAVALLE CENTRALE», I CHIARIMENTI DI EMANUELA NERI
Emanuela Neri
L’esponente della minoranza: “Di certo non firmerò mai nulla a scatola chiusa, non l’ho mai fatto e mai lo farò, le azioni devono essere concordate e, soprattutto, devono essere dirette a costruire una vera alternativa democratica a una maggioranza ormai logorata. Auspico un ritorno alla democrazia”
di REDAZIONE
– CHIARAVALLE CENTRALE (CZ) – «Quale consigliere di minoranza del Comune di Chiaravalle ho il dovere di dare risposte al mio elettorato che, ormai quasi quotidianamente, mi chiede delucidazioni in merito alla mia posizione in consiglio quale rappresentante delle loro istanze.
Ho spiegato più volte che non intendo fare politica attaccando gli avversari sul piano personale e meno che meno, nel rispetto dei ruoli, ritengo che l’azione di una opposizione può essere rivolta contro l’apparato amministrativo in senso tecnico e ciò in quanto quello che si ha il dovere di fare è vigilare sul modus operandi e sulle scelte di una gestione politica dell’ente che, di certo, non può essere condivisa da me e da tutta l’opposizione; è evidente che in un gioco di squadra ogni componente di una opposizione consiliare deve condividere l’azione di vigilanza e monitoraggio sulle scelte improvvide di una maggioranza, sempre meno rappresentativa delle istanze del paese; ma non è possibile omologare ciascun componente.
Ci sono chiari distingui e ciò m’impone di chiarire a tutte quelle persone che mi hanno dato fiducia quale sarà d’ora in avanti la mia azione in seno al consiglio comunale.
Di certo non firmerò mai nulla a scatola chiusa, non l’ho mai fatto e mai lo farò, le azioni devono essere concordate e, soprattutto, devono essere dirette a costruire una vera alternativa democratica a una maggioranza ormai logorata.
Denunciare i disservizi è un dovere verso i cittadini ma le soluzioni ai problemi vanno discusse e condivise, diversamente ragionando ho già comunicato al mio elettorato la ferma volontà di seguire la via della posizione autonoma in seno alla minoranza consiliare.
Anni fa ho deciso di fare politica nel mio paese per la passione che ho sempre avuto nel fare il bene della collettività. Non mi ritrovo assolutamente in ciò che oggi, è diventato il dibattito politico a Chiaravalle Centrale.
Ho sempre rigettato questo modo di fare politica e mi sono sempre distinta per le mie dichiarazioni, che hanno avuto un taglio politico e relativo all’argomento trattato.
Quanto accaduto negli ultimi mesi è quanto accade orami da troppi anni.
Sollevo il mancato rispetto dei metodi democratici da troppo tempo ormai.
L’irrispettosità verso ruoli, funzioni e luoghi istituzionali.
In consiglio comunale ho sollevato centinaia di volte il problema serio di un decadimento ormai troppo soffocante del dibattito politico.
Ho più volte chiesto a chi convenisse l’appiattimento del dibattito.
Ho chiesto a chi convenisse in tutti questi anni che il consiglio comunale, luogo della democrazia, si riunisse 2 o 3 volte all’anno e solo per gli adempimenti obbligatori previsti per legge.
Ho chiesto più volte che venisse spiegato ai cittadini la motivazione degli ormai innumerevoli revoche di deleghe ai vari assessori che si interscambiano di volta in volta senza nulla dire e spiegare ai cittadini che li hanno o non li hanno votati.
Ogni consiglio ci troviamo davanti a nuovi assessori che non motivano quale sarà la loro azione e ad assessori uscenti che non dicono cosa hanno realizzato dopo mesi di indennità percepita dalle tasche dei cittadini chiaravallesi.
La risposta a tutto ciò purtroppo è amara ma è la dura e cruda realtà.
L’appiattimento torna utile a chi, incapace di misurarsi, vuole la strada libera per agire indisturbato.
Accontentare i vari componenti significa ritrovarsi accanto un gruppo che difficilmente apre momenti di discussione e confronto.
Allontanare e stancare chi invece è capace significa non avere davanti competitor.
Questa aimè è la conclusione che porta tutte le figure capaci ad allontanarsi per disintossicarsi.
Abbiamo avuto tanti casi di figure eliminate perché viste come “pericolo”.
Nei più svariati settori non solo nella politica. Purtroppo questo metodo è adottato in politica così come nel mondo delle associazioni.
Le ultime vicende legate alla proloco ne sono la testimonianza.
In un paese ormai povero di tutto gli unici a pagarne il prezzo più alto sono le future generazioni.
Il senso di questo mio discorso è quello di far capire che la nostra città è oramai stanca di assistere al vecchio modo di fare politica, sempre lo stesso e sempre logorante, sempre fatto di strategie e primogeniture che, francamente, ritengo sia ormai lontano dalle logiche dei cittadini che, oggi più di ieri, pretendono chiarezza da chi amministra la cosa pubblica ma anche da chi vigila sugli amministratori.
Auspico davvero un ritorno alla democrazia con i suoi luoghi e ruoli.
Un ritorno anche da posizioni diverse al senso di comunità.
Un ritorno a quando l’avversario era rispettato, così come le minoranze.
A quando le persone capaci non dovevano essere eliminate in modo becero e il tempo in cui l’esperienza si intrecciava con una nuova generazione».
Lo afferma in una nota Emanuela Neri, consigliera di opposizione a Chiaravalle Centrale.