LA PARTIGIANERIA DI FACEBOOK, COLDIRETTI CALABRIA: «LA LIBERTÀ DI ESPRESSIONE È UN OPTIONAL E BOICOTTA LA BATTAGLIA CONTRO I CIBI SINTETICI»
Un’assenza di pluralismo conclamata che vuole coprire in maniera massiccia temi importanti per farli passare sotto silenzio”
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 15 APRILE 2023 – La multinazionale Facebook censura la campagna per la raccolta di firme a sostegno della conversione del disegno di legge per fermare i cibi sintetici in assenza di adeguate garanzie dal punto di vista della sicurezza alimentare ed ambientale. Insomma boicotta le notizie sgradite a loro e ne promuove altre.
Un’assenza di pluralismo e di partigianeria conclamata che vuole coprire in maniera massiccia temi importanti per farli passare sotto silenzio.
E’ quanto denuncia la Coldiretti nel sottolineare che è stato rimosso dal social piu’ diffuso nel mondo il post con il manifesto informativo realizzato per far conoscere le ragioni della raccolta di firme.
Secondo il fast checking di Facebook – riferisce Coldiretti – il manifesto disinformerebbe poiché definisce i cibi ottenuti in laboratorio come sintetici mentre si tratterebbe di “carne coltivata”.
In realtà il rapporto appena pubblicato dalla Fao e dall’Organizzazione Mondiale evidenzia che il termine “cibi sintetici” è utilizzato in ambito accademico oltre che dai media anche se la definizione considerata più chiara dalle due autorità mondiali è quella di “cibo a base cellulare”, preferibile rispetto al termine “coltivato” utilizzato invece dalle industrie produttrici ma ritenuto fuorviante.
Peraltro nel Rapporto pubblicato si ritiene anche discutibile usare per questi prodotti i termini carne, pollo o pesce. C’è il rischio oggettivo di ingannare i cittadini poiché in realtà quella ottenuta in laboratorio secondo la Coldiretti non è carne e non è coltivata.
Secondo l’enciclopedia Treccani – comunica la Coldiretti – per carne si intende “la parte muscolare del corpo dell’animale” e di conseguenza senza animale non c’è carne mentre il significato di coltivare è “curare un terreno, una pianta con il lavoro, la concimazione e gli altri mezzi opportuna renderli capaci di far frutto”.
Niente di tutto questo si realizza in laboratorio o nel bioreattore utilizzato.
La presunzione di voler modificare addirittura il vocabolario – continua la Coldiretti – è una misura degli interessi che si nascondono dietro un business di pochi sul quale hanno investito tra gli altri Peter Thiel (co-fondatore di PayPal) a Marc Andreessen (fondatore di Netscape), da Jerry Yang (co-fondatore di Yahoo!) a Vinod Khosla (Sun Microsystems).
Un contributo alla chiarezza viene dal documento Fao/Oms “Aspetti della sicurezza alimentare del cibo a base cellulare” che individua ben 53 rischi potenziali, dalle allergie al tumore, che è stato pubblicato dopo la presentazione in Italia del disegno di legge sulla produzione, la commercializzazione e l’uso di cibo artificiale che dovrà ora essere discusso e poi approvato dal Parlamento.
Quello di Coldiretti è un percorso istituzionale trasparente corroborato dalla raccolta di firme.
Una mobilitazione che – conclude la Coldiretti – ha il merito di aver acceso i riflettori su un business in mano a pochi ricchi e influenti nel mondo e fino ad ora tenuto nascosto ma che può cambiare la vita delle persone e l’ambiente che ci circonda, con la positiva apertura di una discussione nel Paese e in Parlamento che rappresenta la casa della democrazia.