2 Agosto 2014
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LA STORIA – SOVERATO (CZ) – Con la “testa nel pallone”
Singh, con la “testa nel pallone”
Per Singh il calcio è solo un “mezzo” per sbarcare il lunario. A lui, tecnica, risultati, vittorie e giocatori griffati interessano poco. Lui il “pallone in testa” ce l’ha per un altro motivo
Fonte: articolo e foto di Gianni Romano (Il Quotidiano del Sud, in precedenza denominato Il Quotidiano del Sud)
SOVERATO (CZ) – 2 AGOSTO 2014 – Anche se il mondiale di calcio è terminato da tempo con la vittoria della Germania sull’Argentina, ancora si parla di “testa nel pallone”.
Ma in questo caso Singh non è proprio rivolto nei suoi pensieri a squadre e giocatori griffati, ma al fatto di riuscire a sbarcare il lunario vendendo i palloni.
Questo è un modo di vedere la vita, giocatori di calcio che prendono a pedate un pallone, prendendo per questo milioni di euro e una vita super agiata, e Singh che invece per racimolare un misero euro di palloni in testa deve metterne molti, così è la vita direbbe un saggio.
Innanzitutto il calcio ha un aspetto ludico. Pochi altri sport hanno campi di gioco grandi come quelli di calcio e questo permette spazio e velocità. Si usano moltissime parti del corpo, dai piedi alla testa, al petto, ecc. Soprattutto è sport di squadra e richiede non solo capacità individuali, ma anche una grande attenzione ad una visione di insieme.
E’ gioco di contatto, di scontro con l’avversario (a differenza, ad esempio, dalla bellissima pallavolo, dove l’avversario è al di là della rete). Un altro aspetto ci è sempre sembrato caratteristico: può accadere che in una partita non vinca il migliore, tanto è il peso che giocano il caso e la fortuna (mentre in altri sport questo non può avvenire); come si dice spesso: “La palla è rotonda”!
Tutto questo può risultare uno stimolo per la vita. Giocare o vedere giocare la propria squadra, da tifosi, può essere stimolo alla capacità di decidere, di saper costruire insieme ad altri nella vita, di voler concretizzare (parola che si usa per indicare il passaggio da una superiorità di gioco alla realizzazione del goal), di saper lottare contro ciò che ci è avverso.
Il rovescio della medaglia appare proprio nella capacità che ha oggi il calcio di allontanare dalla vita. Il tifo può darti l’apparenza di appartenere ad un popolo, ad una comunità (“Chi sono?” “Sono romanista, sono laziale, sono juventino”), può essere l’argomento ossessivamente ripetuto, non solo dal barbiere o al mercato, ma spesso anche in ogni incontro fra amici, che attrae a sé ogni interesse e che spegne la potenzialità di parlare d’altro.
Può esaurire le tue energie di bene, di lotta, di trasformazione, requisendole per sé, invece di potenziarle, rimandandoti ad altre dimensioni della vita,ma forse queste considerazioni a Singh non riguardano molto, per lui l’importante è arrivare alla fine della giornata e riuscire a vendere più palloni possibili.