“L’ALBERO DELLE NOCI” DI BRUNORI SAS: UN INNO ALLA PATERNITÀ TRA POESIA E RADICI CULTURALI
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Un capolavoro di lirismo contemporaneo, intriso di metafore e autenticità
di Francesco PUNGITORE (giornalista, inviato a Sanremo)
– PRESERRE (CZ) – 17 FEBBRAIO 2025 – Terzo posto a Sanremo 2025 e Premio Sergio Bardotti per il miglior testo: L’albero delle noci di Brunori Sas (in foto con Monica Minervini e Adele Guarna, a Sanremo) si impone come un capolavoro di lirismo contemporaneo, intriso di metafore, dualismi esistenziali e un’autenticità che trae linfa dalla terra calabrese.
Il brano, dedicato alla figlia Fiammetta, è un viaggio introspettivo attraverso la paternità, la fragilità umana e la ricerca di un equilibrio tra amore e paura. Analizziamone la struttura e i significati.
STRUTTURA E TEMI DOMINANTI
Il testo si sviluppa in versi liberi, con una metrica fluida che riflette il flusso di coscienza del narratore, oscillante tra passato e presente, tra l’io padre e l’io figlio. L’Accademia della Crusca ne ha lodato la ricchezza lessicale e la profondità simbolica, premiandolo con un 9 in pagella.
ANALISI STROFA PER STROFA
- La metafora dell’albero e il tempo che fugge
«Sono cresciute veloci le foglie sull’albero delle noci»: l’immagine iniziale evoca il ciclo vitale e la rapidità del tempo, tema centrale nel brano. L’albero, presenza fisica e simbolica, diventa testimone silenzioso delle riflessioni dell’autore, legato alle sue radici calabresi («neve si mescola al miele», riferimento alla scirubetta, dolce tradizionale).
«Io come sempre canguro fra il passato e il futuro»: il salto del canguro rappresenta il conflitto interiore tra nostalgia e responsabilità, mentre la metafora del ragioniere in bilico svela un’anima divisa tra calcolo razionale e slanci emotivi.
- La paternità come rivoluzione interiore
«Nel mio cuore di padre il desiderio adesso è chiuso a chiave»: qui emerge la tensione tra protezione e timore di fallire. La figlia, con la sua maturità («bravissima all’esame»), diventa catalizzatore di verità, smascherando le insicurezze paterne. «Navigare anche in assenza di stella polare»: un ossimoro che sintetizza la capacità di trovare orientamento nel caos, tema ricorrente nella poetica di Brunori.
- Il ritornello: il desiderio di purezza
«Vorrei cambiare la voce / Senza mentire / Per paura di farti soffrire»: il ritornello è un grido di vulnerabilità. Il desiderio di amare senza ferire si scontra con la consapevolezza della fragilità umana. La sostituzione di buio con notte nella ripetizione segna un’evoluzione: dall’oscurità alla calma contemplativa.
- Radici culturali e simboli biblici
«Sangue e vino», «sogno del faraone», «vacche grasse e magre»: Brunori attinge alla tradizione biblica per parlare di precarietà e ciclicità della vita. La Calabria, descritta come terra crudele ma capace di dolcezza (neve e miele), diventa metafora di un’esistenza fatta di contrasti.
- La risoluzione: una nuova stella polare
«Hai cambiato l’architettura del mio cuore»: il finale celebra la trasformazione portata dalla figlia. I riccioli meravigliosi e la nuova stella polare simboleggiano una rinascita, dove l’amore filiale ridisegna i confini emotivi, donando stabilità.
FORZA ESPRESSIVA E MESSAGGIO UNIVERSALE
Brunori Sas fonde autobiografia e universalità: la paternità diventa allegoria di ogni amore che trasforma. Le immagini poetiche—dall’albero alle stelle—creano un tessuto narrativo denso, mentre il lessico oscillante tra concretezza e lirismo (es. partite doppie col cuore) riflette una scrittura matura, capace di emozionare senza retorica.
Il messaggio è chiaro: la felicità è un equilibrio instabile, ma è proprio nell’accettare questa instabilità che si trova la forza di navigare.
Un inno alla vulnerabilità, alla calabresità, e al coraggio di amare nonostante il timore del dolore.
L’albero delle noci non è solo una canzone: è un manifesto poetico che unisce intimità e cultura, confermando Brunori Sas come erede della grande tradizione cantautorale italiana.