“L’ATTESA, IL PECCATO E LA REDENZIONE”, BENE E MALE IN UNA RAPPRESENTAZIONE SACRA A BADOLATO
Esatta e toccante la recitazione; perfetta l’interazione tra recitazione e musica e canto; funzionali scenografia, servizio fonico e luci
di REDAZIONE
– BADOLATO (CZ) – 9 DICEMBRE 2023 – Sfidando le intemperie e il gelo, la compagnia dell’Associazione Gesualdo ha messo in atto la Rappresentazione sacra “L’Attesa, il Peccato e la Rappresentazione” (vedi locandina).
Esatta e toccante la recitazione; perfetta l’interazione tra recitazione e musica e canto; funzionali scenografia, servizio fonico e luci.
Complimenti alla regia di Lucio Falvo, e a chi ha ottimamente affrontato il palcoscenico nella già fascinosa cornice del borgo storico Badolato.
Le azioni sceniche affrontano le ardue tematiche delle origini del male secondo la narrazione biblica.
Adamo ed Eva vivono “in un tempo senza tempo e in un luogo che è un punto”, cioè prima della storia, che è divenire.
A loro è tutto concesso senza darsi pena; è vietato solo un frutto; il demonio introduce il male attraverso la tentazione più profonda, quella intellettuale.
Commesso il peccato di conoscenza, gli esseri umani entrano nella storia con tutte le sue gloriose e tragiche contraddizioni.
Il secondo quadro narra Babele, con la divisione dell’umanità.
La Torre è un prodotto tecnologico (“mattoni invece di pietre, bitume invece di calce”), e della massima superbia umana: raggiungere il cielo, divenire divinità.
La punizione è la confusione delle lingue, in due momenti: il primo, quando gli uomini credono di parlare lo stesso linguaggio, ma danno alle parole un significato confuso; e ognuno intende a modo suo “libertà, progresso, persino Dio”; finché non parlano lingue diverse, e nasce quello che il Vico chiamerà “mondo di Nazioni”, cioè la storia politica come la conosciamo.
Per redimere il male, occorre la Redenzione.
La terza azione scenica è l’Annunciazione: scende dal cielo Gabriele, in un serrato dialogo con Maria, che affaccia i più umani argomenti per esprimere il suo timore per quanto di “troppo grande” Le si chiede; per poi obbedire alla volontà di Dio.
La scena si conclude con il canto solenne del Magnificat.
È stato acceso l’albero, con festa di fuochi, con augurio dell’Immacolata e di un Santo Natale.
La compagnia sarebbe lieta e pronta a ogni replica.