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“LE METAMORFOSI” DI APULEIO AL FESTIVAL D’AUTUNNO, FRANCESCO COLELLA CONQUISTA IL POLITEAMA DI CATANZARO

Applausi scroscianti per un ragazzo che ce l’ha fatta a realizzare il suo sogno

di Daniela RABIA,  giornalista e scrittrice

CATANZARO – 8 NOVEMBRE 2023 – Continua la XX edizione del Festival d’Autunno,  diretto da Antonietta Santacroce e porta in scena sul paco del Politeama di Catanzaro “Le metamorfosi” di Apuleio, interpretate da uno straordinario Francesco Colella.

La regia è di Francesco Ragi.

Entra l’attore: si sentono gli zoccoli di un asino, le frustate che gli uomini gli danno, si vedono i personaggi evocati solo per nome, si spande nell’aria il profumo del fieno delle ceste.

Sono i colori, gli odori, le sensazioni che ricorda nel finale l’attore catanzarese, a cui scorrono davanti, quando si esibisce nella sua città, l’infanzia, l’adolescenza, la maturità.

Ma realmente davanti ha i suoi genitori.

È la scena più emozionante, il saluto dopo lo spettacolo ai suoi cari che si alzano in prima fila per applaudire un grande figlio e prendere l’applauso di tanti, amici, compagni di scuola di Francesco, spettatori di ogni età.

 “Le Metamorfosi” raccontano di un uomo che si trasforma in asino e delle sue vicissitudini.

Metafora della vita, condanna alla barbarie umane, esaltazione dell’amore di donna che per vendetta ferisce e si uccide.

Ma “Niente è quello che sembra” ammonisce il protagonista e i morti, i malvagi, i buoni tornano sul palco nel monologo dell’uomo- asino.

Al centro il viaggio di andata e ritorno che è anche viaggio verso la condizione animale e ritorno a quella umana.

 E poi tanti applausi scroscianti per un ragazzo che ce l’ha fatta a realizzare il suo sogno.

Che oggi recita a teatro, nei film ed è diventato quello che era a soli sedici anni quando davanti ai compagni di liceo mimava l’albero.

Catanzaro ne è giustamente orgogliosa.

Lo testimoniano il sindaco Nicola Fiorita e l’assessore alla cultura Donatella Monteverdi che, al termine della serata, premiano l’attore con un’opera che riproduce il Cavatore grazie all’arte del maestro orafo Michele Affidato.

E sul palco Antonietta Santacroce non dispensa lodi a chi come Francesco confessa di aver pensato a questo spettacolo mentre presentava altro e altrove perché la propria città è emozione pura, unica, irripetibile.