L’ETICA E LA MORALE DELLA NOTIZIA. DEONTOLOGIA PROFESSIONALE DEL GIORNALISTA
Donatella Argirò
Riceviamo e pubblichiamo:
PRESERRE (CZ) – 13 FEBBRAIO 2020 – Uno dei pilastri fondamentali di uno Stato democratico é la libertà di stampa e nella nostra Costituzione Italiana l’articolo 21 recita che “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure”.
Il giornalista, nell’esercizio della professione, é sottoposto a precise regole deontologiche, ovvero di comportamento e azione relative allo svolgimento di specifiche compiti, spesso di rilevante valore sociale ed importanza “morale” e in quanto trasferisce l’informazione, che egli è potente strumento in relazione al mandato sociale che gli è affidato;
ed è proprio questa rilevanza, è proprio nell’essere depositari di un complesso di conoscenze e di informazioni utili agli altri, a creare una certa “credibilità e affidamento sociale” che gli impone una linea di comportamento secondo regole ben precise mantenedo il proprio senso di responsabilità morale nell’esercizio della propria funzione.
Il testo fondamentale è la legge istitutiva dell’Ordine, la numero 69 del 3 febbraio 1963, che all’articolo 2 indica come «obbligo inderogabile» il «rispetto della verità sostanziale dei fatti» e all’articolo 48 istituisce il procedimento disciplinare per «gli iscritti all’Albo che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionale».
Il fulcro dell’etica del giornalismo risiede nella verità sostanziale dei fatti riportati.
G.F. Hegel ha elaborato una distinzione del termine etica dal termine morale, spesso nel linguaggio comune considerati sinonimi ed utilizzati senza distinzione; il grande filosofo tedesco definisce “morale” la scienza della condotta considerata dal punto di vista dell’intenzione del soggetto e della sua disposizione interiore, mentre definisce “etica” l’indagine e l’analisi dei valori effettivamente realizzati nella storia.
Diceva testualmente Albert Schweitzer, Premio Nobel per la pace nel 1952: “Ethics, too, are nothing but reverence for life. That is what gives me the fundamental principle of morality, namely, that good consists in maintaining, promoting, and enhancing life, and that destroying, injuring, and limiting life are evil.”