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LETTERE A TITO: BADOLATO E LA CALABRIA NEL MEDITERRANEO


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Altre utili letture per l’estate 2024 già iniziata

di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)

–  BADOLATO (CZ) –  16 APRILE 2024 –  Caro Tito, poco più di un mese fa, martedì 07 marzo 2024, dalle ore 17.52 per 56 minuti e 24 secondi ho avuto una interessante conversazione con il video-maker Paolo Righini di Mirandola (provincia di Modena).

A tale telefonata sono seguite altre di aggiornamento e/o di approfondimento, come quella di martedì 13 marzo dalle ore 10.45 per 23 minuti e quella di martedì 26 marzo dalle ore 19.05 per 31 minuti.

Di che si tratta?…

Presto detto.

Da qualche tempo il giovane Paolo Righini sta lavorando per realizzare (in un’ora e più) un documentario sulle donne del Sud che nei decenni del dopoguerra (1945-80 circa) hanno sposato uomini del Nord, in particolare nella pianura padana.

A tale proposito, nelle ricerche, si è imbattuto nella nostra << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-320-la-difficile-emigrazione-femminile-matrimoniale-e-contadina-in-italia-da-sud-a-nord-1945-1985/ >> di venerdì 26 febbraio 2021 ed anche nella  << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-385-la-grande-storia-damore-di-maria-cefalisposa-del-sud-da-cortale-di-calabria-alle-langhe-piemontesi-per-diventare-calabrotta/ >> di lunedì 07 febbraio 2022. E quindi mi ha contattato per saperne di più e per chiedermi se fossi disposto a essere intervistato su tale importante tema.

Cosa che è avvenuta nella Biblioteca Comunale di Agnone del Molise, Giovedì Santo 28 marzo dalle ore 12 alle 13.30 circa, per la disponibilità del sempre gentile “bibliotecario” Antonio Camperchioli il quale ci ha riservato una sala tra le più isolate acusticamente.

Paolo Righini era accompagnato dalla fidanzata Maria Grazia Rizzatti, la quale gli faceva da assistente.

Eccoli nella foto di copertina e in quella seguente.

L’intervista è consistita nel fenomeno dei cosiddetti matrimoni misti sud-nord ed ho evidenziato, tra l’altro, come e quanto queste nuove famiglie abbiano contribuito molto concretamente e pacificamente, con l’amore, a quella “Unità d’Italia” che era stata però effettuata molto violentemente nel 1860 con le armi, il sangue, le predazioni e le distruzioni. Inoltre, queste donne, a centinaia di migliaia, hanno contribuito assai validamente alla rinascita e alla ricostruzione del Nord dalle conseguenze disastrose della seconda guerra mondiale.

In particolare, le cosiddette “Calabrotte” (non solo donne e spose calabresi ma di tutto il meridione) hanno contribuito notevolmente a salvare le Langhe piemontesi, come ha ammesso lo stesso Carlo Petrini (fondatore e presidente di Slow Food) nella prefazione al libro di Lou Palanca “Ti ho visto che ridevi” (edito nel 2015 da Rubbettino) che racconta questa particolare emigrazione matrimoniale. Così come lo hanno dimostrato il noto e compianto antropologo Nuto Revelli, in particolare nel suo libro “L’anello forte” (Einaudi 1985) e diversi altri autori e studiosi.

1 – IL MIO INTENSO LAVORO INTELLETTUALE

Come già sai, la mia scrivania (tavolo da lavoro) ha sempre una pila di libri in attesa di essere recensiti o lavorati e da portare alla stampa. Libri soprattutto miei o di amici ma pure di case editrici che hanno tematiche interessanti per la nostra zona jonica e/o per tutta la Calabria, il Sud e l’universo-mondo.

Sono libri che ognuno di noi può leggere nei momenti liberi o nelle vacanze dell’estate già in atto.

Questi ed altri potrebbero essere effettivamente i nostri LIBRI PER L’ESTATE. A riguardo, ecco la situazione attuale del mio intenso LAVORO INTELLETTUALE.

Ho sempre pensato che LA SCRITTURA di qualsiasi tipo (intima o diaristica, scientifica, giornalistica, letteraria, musicale, filmica, pittorica, scultorea, pedagogica e in tutti gli altri casi possibili ed immaginabili) è o possa essere una vera e propria terapia assai utile ed efficace per aiutarci a vivere (ovviamente adeguata ad ognuno di noi). Tutte le cose su misura giovano e vanno meglio.

Possono dare autentica felicità e portare all’ARMONIA che dovrebbe essere lo scopo principale e finale della nostra Vita-Wita. Ne sono convinto testimone. Pure per questo sollecito (spesso addirittura fino alla noia) tutti a scrivere scrivere scrivere.

LA SCRITTURA non è, comunque, una panacea ma può aiutarci davvero tanto, se fatta bene (come mi dimostra l’esperienza lunga una vita). Pure per tale motivo scrivo io e aiuto altri a scrivere e a pubblicare. Pensando soprattutto alle future generazioni cui è obbligo lasciare una qualche traccia di noi stessi. Non per vanagloria ma per umilissimo servizio storico e valoriale.

Ovviamente, vale il precetto “PRIMUM VIVERE, DEINDE PHILOSOPHARI” … PRIMA PENSA A VIVERE E POI A FARE FILOSOFIA (nel nostro caso … “a scrivere”). A volte o spesso, però, è difficile poter vivere secondo i propri desideri o possibilità anche ambientali … ed ecco che può intervenire la SCRITTURA (anche come sogno e/o evasione e/o creatività e/o reattività e/o sopravvivenza).

Essendo pure nel pieno delle mie forze fisiche, nei decenni passati la mia attività intellettuale era socialmente molto più intensa ed esterna alla mia casa (organizzazione di piccoli e grandi eventi e tanto altro, di tutto e di più). Adesso che le forze fisiche vengono sempre meno data l’età e le immancabili patologie, la mia attività è diventata più domestica, ma non meno intensa (per altri versi). Anzi, il tempo e le forze non bastano mai. Bisognerebbe forse avere mille vite per soddisfare desideri e curiosità …

Attualmente il mio intenso lavoro intellettuale è impegnato su vari fronti (come sempre d’altra parte): costante ascolto altrui (umano, sociale e letterario), insistente attività di circolazione delle idee e di diffusione giornalistica, recensioni gratuite (volontarie o su richiesta amicale), cura di piccole pubblicazioni mie e di altri. Tra le mie recensioni gratuite e volontarie ci sono libri i cui argomenti coincidono con i miei interessi e le mie ricerche storico-filosofiche-letterarie ecc.

E poiché i miei interessi culturali e sociali (in particolare sociologici oltre a quelli filosofici) sono incentrati su Badolato e la Calabria, mi trovo spesso a leggere e recensire libri o altri lavori a carattere locale o territoriale, specialmente promozionali. Così pure in Molise, nel cui contesto sono abbastanza bene inserito già da appena arrivato nell’aprile 1981 (giusto 43 anni fa). In questa Lettera n. 529 e nella rassegna per l’estate,

LA CALABRIA NEL MEDITERRANEO è il primo libro suggerito (o raccomandato) sia perché vengono trattati pure Badolato e Riace, ma anche perché ne possiamo trarre maggiore orgoglio per il ruolo avuto dai calabresi nell’area euro-mediterranea nel corso dei millenni … prima e dopo Re Italo e la Prima Italia (3500 anni fa). Ecco un breve spot.

2 – LA CALABRIA NEL MEDITERRANEO (evidenziati BADOLATO e RIACE)

Edito da Rubbettino in quel di Soveria Mannelli (CZ) LA CALABRIA NEL MEDITERRANEO è un volume importante, non soltanto per le sue pagine (ben 590) e gli Autori prestigiosi, coordinati dalla professoressa Giovanna De Sensi Sestito dell’Università della Calabria, ma pure per le tematiche che spaziano dalla Magna Grecia alla dominazione romana, dal Medioevo all’Età moderna, dal Novecento alle ipotesi future di questo conteso ex Mare Nostrum, specialmente riguardante l’attualità alquanto precaria e conflittuale.

E’ stato stampato oltre dieci anni fa, nel settembre 2013. Come ricorderai, tempo fa abbiamo presentato alcune pregevolissime Opere di una grande esperta di Storia del Mediterraneo, la prof.ssa agnonese Rosa Maria Delli Quadri, attualmente docente all’Università di Firenze.

In particolare, alle pagine 461 – 467 il prof. Domenico Antonio Barbuto (docente Unical) tratta il seguente tema che ci interessa più da vicino: << Culture Migranti. I “Global Villages” di Badolato e Riace >>  già trattati entrambi i borghi dal famoso regista tedesco Wim Wenders con il suo docu-film “Il Volo” (2009-2010).

In queste pagine, viene fatta un’analisi delle migrazioni e, quindi, viene citato l’esempio assai raro (nel panorama internazionale) della accoglienza fatta in Badolato ai profughi curdi della nave Ararat del dicembre 1997 … esempio seguìto, immediatamente dopo, dall’allora sindaco Mimmo Lucàno a Riace.

A proposito di Mimmo Lucano, ho saputo che si presenta alle prossime elezioni europee di domenica 09 giugno 2024.

Sono sicuro che, se verrà eletto, farà molto per i migranti e anche per la nostra zona. Speriamo pure che si batta decisamente contro lo spopolamento dei borghi e delle ruralità periferiche.

Come già sai, per averne scritto più volte, dall’08 gennaio 1987 (a soli tre mesi dal mio SOS del “paese in vendita” evento che è stato qui ricordato alla pagina 461 del appena citato scritto del prof. Barbùto) non ho fatto altro che cercare uno o più personaggi il quale volesse candidarsi alle Europee per potare avanti il discorso dello spopolamento e dei borghi a rischio desertificazione urbana e rurale.

Proposi ciò pure a Mimmo Lucàno, quando era sulla cresta dell’onda per l’esaltante esperienza di Riace; ma allora non mi diede alcuna retta. Viste come sono andate le cose, forse avrebbe fatto bene a darmi ascolto. Speriamo che adesso, sempre se eletto, riesca a fare qualcosa di buono e di utile. A proposito puoi rileggere UNA CAREZZA PER RIACE ovvero la “Lettera n. 224” dedicata alla controversa vicenda di Mimmo Lucàno ora scagionato del tutto << https://www.costajonicaweb.it/wp-content/uploads/2019/01/44-pagine-i-UNA-CAREZZA-PER-RIACE-interno-di-Domenico-Lanciano-30-ottobre-2018-ITER.pdf >>.

3 – UNA FINESTRA SU ITALO E LA PRIMA ITALIA

Caro Tito, ti informo che è già pronta presso l’editore Meligrana di Tropea la seconda edizione del libro di Gertrude Slaughter CALABRIA LA PRIMA ITALIA (sempre con la traduzione di Sara Cervadoro).

Per i prossimi mesi sono già in programma altre presentazioni (dopo Reggio C. e Squillace): a Soverato (a cura del prof. Giulio De Loiro), presso la Biblioteca Calabrese (a cura delle Direttrice dr.ssa Maria Teresa Iannelli), presso la Biblioteca Pubblica di Davoli (a cura del prof. Aldo Marcellino), a Lamezia Terme (probabilmente a cura del gruppo formato dai proff. Vincenzo Villella, Raffaele Spada e Giovanni Serianni). Ovviamente ti terrò informato su ognuno di tali auspicabili ed utili eventi.

Intanto, sto aspettando da Rubbettino (cioè da Antonio Cavallaro dell’Ufficio Stampa) l’invio (in omaggio per recensione) del volume “UNITA’ MULTIPLE” al cui interno c’è un capitolo assai interessante su “Italo, Italìa, Italioti: alle origini di una nozione” a firma della prof.ssa Giovanna De Sensi Sestito, che è anche la curatrice del libro-contenitore pubblicato nel 2014 a sèguito dei 150 dell’Unità d’Italia.

La lettura di tale capitolo dovrebbe convincere anche i più restii a credere storicamente nell’origine “calabrese” del nome “Italia” (3500 anni fa, da Re Italo) nato tra il Golfo di Squillace e il Golfo di Lamezia nell’Istmo di Catanzaro. Te ne dovrei riferire con più dovizia di particolari in un prossimo futuro non tanto lontano.

4 – L’EREDITA’ GENERAZIONALE DI CESIDIO DELLE DONNE

Come ho detto altre volte e come si può ben capire, io, abitando in Molise, da sempre mi trovo spesso a recensire Opere di amici molisani e dintorni, nonché a preoccuparmi da sempre sui destini di tale difficile territorio, martoriato pure esso da un terribile spopolamento.

Proprio qualche giorno fa ho ritrovato nella Biblioteca Comunale di Agnone un mio articolo dal titolo: “LO SPOPOLAMENTO DEI NOSTRI PAESI E’ UN PROBLEMA EUROPEO” (mensile L’Eco dell’Alto Molise – 20 novembre 1997 – Pagina 6).

Sono passati ben 37 anni da allora e non ho sentore che il Parlamento Europeo si sia veramente impegnato a riguardo. Anzi, la situazione è peggiorata di molto … fino a diventare non solo insostenibile ma persino irreversibile, specialmente con i servizi (in particolare sanitari) che vengono meno con forti disagi, sofferenze e rischi per le popolazioni rimaste.

C’è persino il pericolo che si perda memoria dei borghi più spopolati pure perché non ne parla ormai più nessuno. E le TV pensano a mostrare tutt’altro nel sempre più vanesio clima socio-culturale che si sta ancora di più consolidando come distrazione di massa. A chi giova?…

Ecco pure perché mi adopero a valorizzare, nel mio piccolo (con articoli e recensioni), Opere di amici che scrivono su questi paesi spopolati … proprio perché non si perda memoria delle comunità che hanno abitato questi luoghi destinati – col tempo se prosegue tale sgretolamento – a diventare deserto insignificante.

Esempio è quello del giornalista (anche televisivo) e mio caro amico di lunga data prof. Cesidio Delle Donne, il quale avrebbe voluto donare la forgia del padre al Comune di Sant’Angelo del Pesco (IS), luogo dove la sua famiglia è stata attiva da metà del 1700 proveniente dal vicino Abruzzo.

Ma tale Comune non ha la forza nemmeno per mandare avanti l’ordinaria amministrazione, per cui è stato costretto a donare tale forgia, sebbene decontestualizzata, al Museo di Castelpetroso (sempre in provincia di Isernia) dove Cesidio ha insegnato per tanti anni alla locale Scuola media e dove (grazie a lui) ho tenuto una conferenza sull’Armonia nella primavera del 1995.

La descrizione della tradizione di famiglia come fabbri e maniscalchi occupa (con interessante testo e molte foto) il libro, scritto e pubblicato dallo stesso Cesidio, intitolato BOTTEGA DI FABBRIO FERRAIO la cui mia recensione ha avuto un buon riscontro nella stampa locale cartacea, web e televisiva molisana. Tale esempio vale pure per la nostra Calabria e per tutti i Luoghi uccisi dalla globalizzazione impropriamente chiamata “progresso”.

5 – LA VOCE DEL CUORE DEL POETA GUIDO MANCINI

Altro stimatissimo amico, pure lui docente (oggi in pensione) nelle scuole della provincia di Isernia, è Guido Giovanni Mancini (classe 1945) di Poggio Sannita, un borgo a circa 9 km da Agnone. Guido è stato anche amministratore comunale del suo paese natìo e si è dato molto da fare per animare al massimo possibile la propria comunità.

Altrettanto sta facendo in tutti i modi la moglie, Maria Porrone, la quale, assieme all’amica Fausta Mancini ha curato la difficile ed impegnativa arte dei Babàci di cui ti ho scritto nella “Lettera n. 466” dell’08 maggio 2023  proprio per lottare contro l’acuto spopolamento del borgo assieme a tante altre iniziative, specialmente a favore delle nuove generazioni (https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-466-donne-audaci-contro-lo-spopolamento-dei-piccoli-borghi-da-maranzana-at-a-poggio-sannita-is-e-da-trivento-cb-a-badolato-cz/).

Attualmente sono alle prese con l’attenta lettura della quarta raccolta poetica di Guido “La voce del cuore” sia per scrivere l’introduzione al volume di circa 230 pagine e sia per la recensione giornalistica per quando, il prossimo agosto, verrà presentata l’edizione a stampa. L’azione storico-poetica ed anche antropo-sociologica di Guido Mancini è importantissima poiché rappresenta un momento di lotta contro il depauperamento generale della comunità poggese.

Ogni suo libro è un pubblico atto di “esistenza in vita”. “La voce del cuore” è la quarta pubblicazione a stampa delle sue Poesie.

Nel 2012 è stato l’esordio con “Per non dimenticare” (appunto), poi nel 2016 “L’eco dei ricordi” e nel 2020 “Memorie e fantasie”. Come vedi ogni 4 anni Guido produce e presenta ai suoi concittadini una raccolta poetica di grande valore non soltanto letterario ma anche sociale.

6 – RUBBETTINO E IL GEMELLAGGIO EDITORIALE CON IL MOLISE

L’editore Florindo Rubbettino è molto conosciuto in Molise, specialmente in àmbito universitario.  Da qualche anno sta realizzando una specie di “gemellaggio editoriale” con la pubblicazione delle Opere di uno dei più significativi e prolifici, detestati e discussi scrittori del Novecento molisano ma anche italo-americano: Giose Rimanelli (Casacalenda CB 1915 – Lowell USA 2018).

Costui, in pratica, è stato costretto all’esilio negli Stati Uniti poiché in Italia, nonostante i successi editoriali ottenuti con Mondadori Editore, era malvisto ed osteggiato perché in gioventù aveva partecipato come fascista alla mussoliniana Repubblica di Salò.

Del romanzo “Tiro al piccione” (Mondadori 1953 e Rubbettino 2022), che narra quella triste vicenda, il grande e militante regista di sinistra Giuliano Montaldo ha tratto l’omonimo film nel 1961 con grande successo anche internazionale.

Su internet (in particolare su << https://it.wikipedia.org/wiki/Giose_Rimanelli >>) puoi approfondire la conoscenza del singolare personaggio. Qui mi preme evidenziare che finora questo “gemellaggio editoriale” Calabria – Molise ha visto la pubblicazione dei seguenti tre romanzi in cartaceo dello scrittore molisano-italo-americano Giose Rimanelli: oltre al citato “Tiro al piccione” c’è “Una posizione sociale” (Mondadori 1959 e Rubbettino 2023) e, proprio adesso in aprile, freschissimo di stampa, “Peccato originale” (Mondadori 1954 – Rubbettino 2024).

L’Autore diventa “meridionalista” in questa accorata narrazione del “mondo dei vinti” e cerca di spiegare perché la gente scappa dal Sud Italia … e consiste proprio in questa inarrestabile fuga (che si tramuta in continuo spopolamento e, quindi, in permanente rischio di morte territoriale e sociale) il “peccato originale” che qui viene descritto tramite le storie, le lotte e i personaggi stridenti con la realtà del resto del mondo.

A noi calabresi non può che far piacere che un’azienda tipografico-editoriale di Soveria Mannelli (CZ) borgo montano e periferico di appena 3mila abitanti (come la mia natìa Badolato) si estenda ad altre regioni italiane ed anche a livelli sempre più internazionali. Un ottimo esempio per altre realtà similari in tutto il Sud e nelle aree interne di qualsiasi territorio svantaggiato.

7 – FATE I TUONI DI MICHELE D’IGNAZIO

Caro Tito, recentissimamente un caro amico badolatese (sapendomi “sobillatore” buono) mi ha fatto pervenire il libro del cosentino Michele D’Ignazio (1984) “FATE I TUONI (Scatenate tempesta, seminate poesia)” edito da Rizzoli appena due mesi fa, nel febbraio 2024 in 170 pagine. FATE I TUONI (ben si capisce) fa il verso al “FATE I BUONI (se potete)” di San Filippo Neri (1515-1595). Tra l’altro “Fate i buoni” è diventato pure efficace slogan nella pubblicità televisiva dei prodotti dolciari della Balocco di Fossano (Cuneo).

Ringrazio davvero tanto questo gentilissimo amico di lunga data, il quale, conoscendomi bene, mi ha fatto un dono assai prezioso di cui sicuramente farò tesoro. Tanto è che, scrivendone adesso, cerco di raccomandarlo ai nostri lettori, specialmente a quelli più affezionati.

Ricollegandomi al precedente romanzo di Giose Rimanelli “Peccato originale” (cioè la fuga dal Sud), devo dire che io avevo deciso di restare con tutta la mia anima e la voglia di essere utile al mio paese, Badolato, e alla Calabria.

Per restare ed essere utile avevo fatto studi universitari specifici e poi “FATTO TUONI” sociali (tanto per richiamare il titolo del libro ricevuto), ho scatenato tempesta e seminato poesia.

Infatti, fin da adolescente mi sono impegnato in originalissime iniziative sociali che poi si sono rivelate di particolare effetto, affetto e lungimiranza … tanto è che taluni ancora lavorano su tante mie idee e realizzazioni.

Paradigmi sociali.

Ed è questa una grande soddisfazione per me.

Tuttavia sono stato mandato in esilio, alla non più giovane età di 38 anni (quando si è ancora alla metà del guado).

Però ho dimostrato che, ovunque sia andato, ho continuato a FARE I TUONI … “scatenare tempesta socio-culturale e a seminare poesia”.

Altra grande soddisfazione è l’essermi sentito dire da più di una persona … “dove passi tu nascono fiori”.

E, in pratica, ho continuato a fare in Agnone e in Molise tutto ciò che ho sempre fatto in Badolato e in Calabria.

Sempre Sud è.

Eticamente sono sempre molto felice (come ti ho evidenziato in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-520-la-felicita-etica/ >>).

8 – IL MIO PICCOLO CANTIERE ARTIGIANO-EDITORIALE

E nel mio piccolo cantiere artigianale-editoriale cerco di produrre ancora e sempre TUONI con lo scopo di “creare tempesta per allontanare aridità … perché a volte è necessario increparsi come il mare e diventare tumultuosi come il cielo per evitare l’indifferenza e seminare poesia” (come è bene evidenziato in giallo sulla quarta di copertina blu del citato libro di Michele D’Ignazio).

Purtroppo, comandano ancora e sono sempre più preponderanti i materialismi, le terrificanti ideologie, le mostruose aridità e le micidiali indifferenze ed è ancora e sempre più difficile combattere il deserto che si estende ed avanza. Tuttavia, nel mio piccolo non lascio nulla di intentato.

Ho speso e continuo a spendere tutta la mia vita a combattere le negatività assassine.

Così ho risposto prontamente e positivamente e sono stato disponibile all’intervista del giovane video-maker Paolo Righini, con il quale ho aperto questa “Lettera n. 529”.

Ogni occasione è buona ed utile a contrastare il degrado sociale e culturale, soprattutto le guerre. Nella foto di questo paragrafo, Paolo mi aggiusta il microfono, giovedì 28 marzo scorso verso mezzogiorno.

Darò fino in fondo la mia testimonianza etica e farò fino all’ultimo respiro il mio lavoro di animatore socio-culturale.

Questa è la mia più naturale vocazione umana e intellettuale.

Come puoi immaginare, in questo “fare TUONI” sono sempre impegnato su più fronti. Attualmente nel mio laboratorio-studio artigianale ho in lavorazione diverse piccole Opere mie e di altri da portare a termine (spero) entro questo anno 2024.

Ti accenno alle più importanti: c’è da curare e perfezionare, come detto sopra al paragrafo 5, il bellissimo libro di poesie di Guido Mancini “La voce del cuore” (per la presentazione pubblica del prossimo mese di agosto 2024); sto lavorando alla realizzazione della prima raccolta di poesie della signora abruzzese Rosanna Primizio; sto raccogliendo documentazione per la pubblicazione del quarto opuscolo di poesie del mio compianto fratello Vincenzo (1932-2024) intitolato “TESTAMENTO CELESTIALE”.

Inoltre, nella tipografia di Antonio e Anna Litterio, qui in Agnone, ho già in lavorazione i seguenti opuscoli (attorno a 64 pagine cadauno): BADOLATO IN FOTO, CUORI A TARANTELLA (poesie di Sharon & Valerio), SPOP-ART. Infine, sto curando la raccolta di circa 80 racconti della signora Maria Rosaria De Rito di Diamante (CS) che molto probabilmente verranno dati alle stampe dall’Editore Meligrana di Tropea.

Conosciamo bene la De Rito perché abbiamo partecipato ai nostri lettori molte decine di racconti in tre distinte Lettere (la 390 del 08 marzo 2022 – la 413 del 15 luglio 2022 e la 474 del 10 luglio 2023). E sto sempre impegnato nella valorizzazione del romanzo IL MARE DI MARSIGLIA dell’esordiente e giovanissima Margherita Lao che conosciamo già per averlo divulgato da questo sito e da quelli a noi collegati (leggi << https://www.costajonicaweb.it/wp-content/uploads/2023/01/ALLEGATO-romanzo-di-Margherita-Lao-IL-MARE-DI-MARSIGLIA-terza-edizione-gennaio-2023.pdf >>).

9 – MADE IN BADOLATO e BADOLATO EXPORT

E’ stato un fine settimana di gioia questo ultimo, specialmente sabato 13 aprile 2024. Infatti, abbiamo avuto, in particolare, due interessanti eventi, prodotti da badolatesi fuori dai confini municipali.

Infatti, al teatro comunale di Soverato (CZ) i badolatesi dell’Associazione culturale Antonio Gesualdo, di cui è presidente l’ins. Anna Maria Laganà, hanno realizzato con grande successo lo spettacolo musicale “Centu strati” (cento strade) sia per le scolaresche, in mattinata, sia per il pubblico pagante, in serata.

Ne ha scritto per noi il sempre accorto amico Gaetano Drosi di Davoli in << https://www.costajonicaweb.it/soverato-cz-grande-successo-al-teatro-comunale-centu-strati-conquista-il-pubblico/ >>. Tale musical verrà presto riproposto pure in Svizzera.

Il “Made in Badolato” e il “Badolato export” si sono manifestati pure a Napoli con la mostra fotografica dell’artista badolatese Pino Codispoti (che ho visto crescere e i cui genitori abitano ancora davanti la mia ex Ina-Casa a Badolato Marina).

Tale mostra fotografica, intitolata “ri_Volti” (verso un rione he non c’è), sarà visibile al “Sedile dei nobili” del Rione Terra di Pozzuoli fino al 24 maggio. E’ un percorso fotografico che evidenzia gli sguardi di chi viveva nel borgo più antico della bella città flegrea fino al 2 marzo 1970, il giorno in cui ne fu disposta l’evacuazione poiché un ciclo di bradisismi aveva sollevato il suolo di ben un metro e mezzo.

Uno sguardo di coloro i quali a quel tempo erano bambini ma che è rimasto in questo luogo della memoria. Autentica “Spop-Art”. Infatti, la pregevole arte di Pino Codispoti è in larga parte “Spop” poiché si rivolge, con sensibilità e speranza alle persone e ai luoghi protagonisti degli “spopolamenti”.

Puoi vedere il servizio TV che ne ha fatto, con splendide immagini, la redazione di Napoli di TGR Rai 3  << https://www.rainews.it/tgr/campania/video/2024/04/il-rione-terra-rivive-mostra-foto-pino-codispoti-0b456a93-8f85-42bc-9b0d-a4dc948d560f.html >>.

10 – SALUTISSIMI

Caro Tito, sento il dovere di ringraziare, tanto e di vero cuore, tutti coloro che si impegnano per tentare di bloccare o almeno arginare il sempre più devastante deserto socio-culturale.

Pure per questo ho voluto rendere omaggio e maggiore visibilità agli amici che ho elencato prima in questa “Lettera n. 529”.

Grazie a tutti per il loro forte e costante impegno per sensibilizzare al meglio quante più persone possibile.

Tale impegno è ancora più meritorio in questo nostro tempo oltraggiato da guerre, massacri e da ogni tipo di violenza e di sopraffazione.

Spero di aver reso, almeno minimamente, l’idea di una lotta incessante contro l’abbrutimento umano e sociale.

Ci vorrebbe più mobilitazione delle coscienze.

Oggi come oggi, il pericolo di estrema ed irrecuperabile regressione si è moltiplicato all’inverosimile.

Concludo questa corrispondenza con l’augurio che la sempre più cattiva globalizzazione (desertificazione) limiti, almeno, i danni.

Ma, ripeto, urge una mobilitazione generale.

Altrimenti sono chiacchiere.

Un saluto e un ringraziamento a te e ai nostri gentili lettori, specialmente ai più fedeli e partecipi.

Alla prossima “Lettera n. 530” tutta dedicata ai TRENTA ANNI del periodico LA RADICE di Badolato, da sempre sapientemente e tenacemente diretto dal prof. Vincenzo Squillacioti.

Un saluto ed un abbraccio a tutti.

Ciao,

ITER-City, lunedì 15 aprile 2024 ore 07.25 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore).

La foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari,  mi è stata fornita dai diretti interessati.

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