LETTERE A TITO: DALLA CALABRIA RINNOVO APPELLO, O NOI DISTRUGGIAMO LE ARMI O LE ARMI DISTRUGGERANNO NOI
L’imperativo è perentorio, categorico ed assoluto: non bisogna fabbricare, possedere ed usare armi ma soltanto “utensili” (strumenti utili alla vita non alla morte)
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
– BADOLATO (CZ) – 25 GIUGNO 2024 – Caro Tito, come ho più volte scritto e ribadito in queste nostre lettere (e come avevo già evidenziato nel “Libro-Monumento per i miei Genitori” edito nel maggio 2007), mio padre era solito dire che << Chi possiede un’arma prima o poi la usa, rovinando la propria vita e quella degli altri >>.
E raccontavo come ebbe a sequestrare e sotterrare un semplice pugnale da pescatore-subacqueo a mio fratello Antonio (allora poco più che adolescente) proprio per evitare tentazioni.
Nel corso degli anni, mi sono accorto che questa convinzione pacifista gli proveniva da lontano … molto probabilmente dalle leggi e dalla civiltà ereditate da quel Re Italo che (3500 anni fa, proprio in questa nostre zone) ha inventato la “democrazia etica” (pure attraverso i “sissizi” – pasti comuni) fatta di solidarietà, di comunanza di beni, di vita e di lavoro … una vita sociale solidale e collaborativa, niente affatto competitiva o concorrenziale … cosa che però abbiamo avuta da dominazioni esterne, come quella greca dall’ottavo secolo a. C. in poi in quel periodo che è conosciuto come “Magna Grecia” ma che è stata un’epoca di aspri conflitti, pure armati, tra città pur se di progresso appariscente ma non sappiamo quanto giusto dal punto di vita etico dal momento che, salvo eccezioni, è stato introdotto l’uso degli schiavi e quindi dello sfruttamento delle persone e dei lavoratori (un dramma presente ancora oggi in modo persino assai crudele e addirittura raccapricciante come narrano le cronache, pure per i fatti accaduti recentemente nell’agro Pontino nei pressi di Latina).
1 – O NOI DISTRUGGIAMO LE ARMI O LE ARMI DISTRUGGERANNO NOI
Non ci sono mezze misure.
L’imperativo è perentorio, categorico ed assoluto: non bisogna fabbricare, possedere ed usare armi ma soltanto “utensili” (strumenti utili alla vita non alla morte).
E’ valido pure per noi tale imperativo che sarà sicuramente antico quanto il genere umano, ma non è stato mai applicato se non in comunità tipo quelle di Re Italo.
Soltanto che adesso siamo ad una svolta. poiché il progresso tecnologico e la cattiveria umana sono aumentati di pari passo e tanto da costruire armi di annientamento di massa con il rischio di scomparsa dell’intera umanità e dello stesso pianeta. Potremmo essere e quasi sicuramente siamo arrivati ad un punto di non ritorno.
Con tale slogan << O distruggiamo le armi o le armi distruggeranno noi >> il nostro amico Salvatore Mongiardo (filosofo e scolarca della Nuova Scuola Pitagorica) ha realizzato l’ottava edizione della DISTRUZIONE SIMBOLICA DELLE ARMI per ribadire proprio il pericolo che si possa giungere alla distruzione del mondo se non si perviene ad un disarmo il più completo possibile.
L’evento ha avuto luogo nella periferia di Crotone, domenica mattina 16 giugno 2024, nell’area di smaltimento di metalli civili e militari della Ditta MOSMODE, il cui proprietario, convinto pacifista, ha offerto pure un rinfresco ai tanti partecipanti.
Tonino Parisi ne ha realizzato un video-testimonianza (durata circa 35 minuti) che puoi seguire al seguente link << https://youtu.be/wnXDNRXi9ZM?si=EP1scCGZFLJnqi_T >>.
Due giorni dopo, martedì 18 giugno, Mongiardo ha diffuso il seguente breve appello … che potremmo definire un invito alla felicità pure come conseguenza della distruzione delle armi di ogni genere.
2 – L’APPELLO DI SALVATORE MONGIARDO
Care Amiche e cari Amici, O NOI DISTRUGGIAMO LE ARMI O LE ARMI DISTRUGGERANNO NOI. L’umanità e il pianeta intero corrono il grave rischio di una catastrofe nucleare inimmaginabile.
Ciò dimostra che tutte le ideologie, le religioni e i governi succedutisi nella storia hanno fallito nel dare la felicità alle persone e la pace al mondo: quel modello maschilista e patriarcale che oggi è pericoloso più che mai.
L’umanità intera è schiava e triste. Schiava della paura delle guerre e della finanza che destina cifre ingenti agli armamenti e ai fondi di investimento, invece di darle ai popoli.
Triste perché tutte le guerre hanno portato alla morte milioni e milioni di persone che hanno perso figli, fratelli, padri, mariti e soprattutto madri, le quali sopravvivono come morte viventi quando i loro figli sono uccisi. Un velo
nero di tristezza si è esteso sull’umanità negli ultimi millenni, un velo che ha spento il piacere e la gioia di vivere.
Non sono liberi gli Stati Uniti, dove il Congresso, che si proclama culla della libertà, blocca qualunque legge che proibisca il possesso di armi ai privati.
Dal 1946 al 2023 gli omicidi commessi negli Stati Uniti con armi di fuoco sono stati 1.115.000 (un milione cento quindicimila), 28.000 (venti otto mila) solo nel 2023.
Non sono liberi gli abitanti della Russia, mandati a morire in guerre di conquiste antistoriche …
Russia che dai tempi di Stalin e ancora oggi esporta in tutto il mondo i fucili mitragliatori kalashnikov con il mutuo consenso degli altri Stati. L’umanità è tenuta schiava da una finanza che ha perso ogni controllo e da una cultura di economisti incapaci, i quali non hanno mai riconosciuto che viviamo da sempre in una perpetua economia di guerra, la quale tra armi, arsenali, danni e ricostruzioni ha divorato capitali immensi.
Distruggere le armi vuol dire dare alle persone la vera libertà e la gioia di vivere nell’abbondanza, perché oggi le tecniche le risorse finanziarie possono assicurare a tutti la vita felice e il mondo in pace.
Desidero ripeterlo: PIU’ UN SOGNO SEMBRA IRRAGIUNGIBILE, PIU’ È DESTINATO A REALIZZARSI.
Unitevi a noi in questo sommovimento universale delle coscienze, la più bella di tutte le avventure umane. Evoè. Salvatore Mongiardo – 18 giugno 2024
3 – SALUTISSIMI
Caro Tito, sarai pure tu d’accordo che non ci sia niente altro da aggiungere.
LA PACE E’ MADRE DI FELICITA’. Perciò qui c’è soltanto da ricordare che urge insistere sul DISARMO TOTALE E GLOBALE.
Non è una utopia ma una necessità, una urgenza.
Personalmente sono sempre stato di tale convinzione, che devo – ripeto – all’amorosa educazione genitoriale (pure mia madre ripeteva continuamente che voleva la pace … pace in famiglia … pace con i parenti …. pace il mondo esterno … che non c’è cosa migliore della pace, ecc. ecc.).
Purtroppo c’è da fare un gigantesco lavoro di sensibilizzazione, poiché dai mass-media (di ogni genere) provengono continui esortazioni alle armi, alle guerre stellari e ad ogni sorta di violenza.
L’educazione alla pace, alla non-violenza, alla felicità e all’Armonia è quella più necessaria ma anche la più difficile.
Non basta mai. Tuttavia dobbiamo fare il nostro massino possibile almeno per arginare ogni tipo di violenza, dalla sgarbatezza quotidiana alla guerra nucleare.
Come puoi constatare, non manco occasione in queste Lettere e nella quotidianità per lavorare per la pace, la felicità e l’Armonia le nostre più vere ricchezze.
Sperando che il messaggio giunga nelle menti e nei cuori di tutti, ti ringrazio e ti saluto.
Saluto con affetto pure i nostri gentili lettori.
Alla prossima 550.
Un abbraccio fraterno!…
ITER-City, lunedì 24 giugno 2024 ore 06.44 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore).
Le foto, cui i diritti appartengono ai legittimi proprietari, sono state prese in parte dal web e in parte mi sono state inviate da Salvatore Mongiardo