LETTERE A TITO: I SISSIZI DI RE ITALO PRIMO PONTEFICE E IL SINODO DI PAPA FRANCESCO
Certo è che, oggi più che mai, c’è urgenza di coesione ed unità di intenti per salvare il mondo
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
– BADOLATO (CZ) – 6 OTTOBRE 2023 – Caro Tito, la parola “sìnodo” è di origine greca ed è composta dalla particella “syn” (insieme) e dal sostantivo “odòs” (cammino).
Quindi, camminare insieme.
Tale termine ha una parentela molto stretta con “sissizio” che è composto dalla particella “syn” e dal sostantivo “siton” (cibo).
Quindi, mangiare insieme. Il più importante filosofo dell’antichità greca Aristotele (384-322 a.C.) e altri attendibili storici affermano che Re Italo (vissuto 16 generazioni prima della guerra di Troia, attorno al 1500 avanti Cristo, nell’attuale Istmo di Catanzaro) è stato l’inventore dei “sissizi” (pasti comuni) e, quindi, della prima forma di democrazia partecipativa.
Sempre secondo tali scrittori, i sissizi si sono diffusi in quasi tutti i popoli del Mediterraneo, in particolare a Sparta e a Creta ma anche a Cartagine.
Secondo il nostro Salvatore Mongiardo (scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone) i sissizi sono stati adottati da Gesù, sia nell’Ultima Cena che nell’istituzione dell’Eucarestia.
E ne fornisce le prove in alcuni suoi recenti libri.
Lo stesso Aristotele testimonia che le leggi di Re Italo erano ancora rispettate dalla sua gente nel quarto secolo avanti Cristo, vale a dire dopo mille anni dalla loro emanazione in quella che noi definiamo Prima Italia, fondata, appunto, da tale Re nel territorio dell’attuale Calabria, tra il golfo di Squillace e il golfo di Lamezia.
L’attuale cammino della Chiesa cattolica o “sìnodo” (apertosi nell’ottobre 2021) continua in Vaticano da mercoledì 4 ottobre 2023 e promette importanti novità per il governo e gli indirizzi del Popolo di Dio.
Nei suoi duemila anni, la chiesa di Roma ha visto vari episodi ed epoche di rinnovamento (o di adeguamento ai tempi) attraverso numerosi “Concili” e “Sinodi”.
Il significato etimologico di “Concilio” significa “convocazione” dei Vescovi di tutto il mondo per ragionare sulle problematiche più importanti e deliberare sui temi dottrinari e sulla conduzione della Chiesa.
E Francesco (eletto Papa il 13 marzo 2013) ha inteso convocare un sinodo, aperto pure a determinate categorie di laici, per imprimere una svolta ed un’accelerazione al “cammino” della chiesa di Cristo di cui è erede.
Un altro termine è importante evidenziare nell’economia dello “stare insieme” (sia nel cammino che nel mangiare e nel convivere) ed è “pontefice” cioè costruttore di ponti per unire persone, genti e popoli.
Re Italo può essere considerato un “Pontefice” (ante litteram) a tutti gli effetti poiché (pure ed essenzialmente attraverso i “sissizi”) ha cercato di costruire “ponti” tra varie genti per fondare la Prima Italia.
E, allora, seguendo in televisione e nella stampa i lavori del Sinodo in corso in questi giorni da ieri, mi è venuto spontaneo accostare il lavoro di unità che Papa Francesco sta facendo con la politica di coesione realizzata ai suoi tempi da Re Italo.
Ovviamente ognuno di noi può riflettere bene su questo e, magari, trarre le proprie conclusioni.
Certo è che, oggi più che mai, c’è urgenza di coesione ed unità di intenti per salvare il mondo.
Infatti, gli orizzonti si stanno offuscando sempre di più per tanti pericoli e situazioni che possono degenerare in peggio e fino (non sia mai) alle potenziali distruzioni di buona parte dei popoli e del Pianeta compromettendo il futuro dell’intero nostro unico Pianeta.
Più o meno, alla prova dei fatti e della Storia, ho motivo di credere che Re Italo e Papa Francesco siano (a distanza di 3500 anni) sintonizzati sui medesimi problemi da risolvere. ù
Ritengo che ognuno di noi sia chiamato alla piena responsabilità per sé stesso, la propria famiglia, la propria appartenenza, per le presenti e le future generazioni.
Caro Tito, grazie per voler ospitare anche questa breve nota-riflessione.
In attesa di inviarti la prossima “Lettera n. 490” saluto te e i nostri lettori, cui mi permetto di raccomandare una migliore e maggiore valorizzazione della Storia della Calabria, in particolare evidenziando l’enorme ed originale lavoro di unità fatto da Re Italo.
Lavoro ancora attuale, specialmente riguardo l’aspetto dell’etica personale e sociale.
A presto,
ITER-City, giovedì 05 ottobre 2023 ore 03.07 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”.
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