16 Novembre 2021
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LETTERE A TITO, LA RIVOLUZIONE ECOLOGICA COMPORTAMENTALE DIPENDE DA CIASCUNO DI NOI
Sta ad ognuno di noi diventare mare od oceano ed essere, insieme, una forza irresistibile. Al contrario siamo divisi in tante pozzanghere senza significato, senza fare testo
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
BADOLATO (CZ) – 16 NOVEMBRE 2021 – Caro Tito, siamo soliti dire che i mari o gli oceani sono formati da miliardi e miliardi di goccioline d’acqua.
E spesso lo diciamo per simboleggiare il fatto che anche la nostra società è formata da milioni o miliardi di persone come ognuno di noi. Quindi sta ad ognuno di noi diventare mare od oceano ed essere, insieme, una forza irresistibile. Al contrario siamo divisi in tante pozzanghere senza significato, senza fare testo.
1 – CONCLUSA A GLASGOW LA COP26
Si è appena conclusa a Glasgow (Scozia) la COP26 l’assemblea mondiale dell’ONU (circa 200 delegazioni istituzionali) per cercare di porre rimedio ai cambiamenti climatici che già da tempo sono la prima causa dei disastri ambientali i quali, più o meno, stanno colpendo un po’ tutti, anche le nostre regioni (come documentano giornali e telegiornali, quasi quotidianamente).
Purtroppo (nonostante stiamo subendo questi flagelli e nonostante le previsioni sono a dir poco preoccupanti se non addirittura catastrofici tanto da mettere a rischio il genere umano) i vari Governi delle Nazioni non sono riusciti (ancora una volta) a mettersi d’accordo sui provvedimenti più urgenti e indispensabili di contrasto. Ci cibiamo di compromessi.
Continuando così, la metropoli di New York fra non molto tempo potrebbe essere sommersa dall’oceano.
Eppure i suoi abitanti, noncuranti di questa previsione, continuano la loro consueta vita, tutta tesa al godimento e alla corsa al denaro, ai profitti e al successo effimero. New York sembra la nuova città biblica di Sodoma o Gomorra destinata, per la corruzione dei costumi, ad essere distrutta dalla sua stessa ignavia!
Così pure la nostra bella Venezia o la superba Londra ed anche l’olandese Amsterdam, la tedesca Amburgo, la russa San Pietroburgo, le californiane Los Angeles e San Francisco, la stessa New Orleans che già sa molto bene cosa significa andare sott’acqua, la godereccia Miami, la cinese Shanghai e la stessa scozzese Edimburgo, ma anche Taipei, Hanoi, Calcutta, Hong Kong, Osaka, Tokyo, Rio de Janeiro o Buenos Aires (tanto per citare le più famose e a rischio) …
Per non parlare delle isole Bahamas e gli innumerevoli atolli e altre isole-paradiso dei vacanzieri ricchi (Maldive, Seychelles, la Polinesia e via dicendo).
Sembra che la cosa riguardi soltanto i perenni intellettuali ecologisti e quei quattro scalmanati di ragazzini che seguono l’esagitata adolescente Greta Thunberg. Questi, comunque, sono preoccupati e stanno cercando di difendere il loro futuro, gravàto dalla nostra micidiale eredità di cui non hanno la benché minima colpa.
Purtroppo, viviamo tempi in cui (per chissà quanti e quanti motivi) si tende a non credere alla Scienza (che magari viene tirata dalla giacchetta da chicchessia, però per sua natura è indipendente poiché si fonda su dati incontrovertibili). Ma quasi sempre succedono disastri ogni volta che non si segue né la Scienza e né il semplice buon senso! Basterebbe ragionare un po’ di più, essere umili e, in particolare, lungimiranti.
2 – LA NOSTRA RIVOLUZIONE COMPORTAMENTALE
Ed anche ad affidarsi al buon senso si può fare veramente tanto di utile!… Lo ha dimostrato il buon senso della civiltà contadina che si è affidata alla Natura, facendola sua preziosa alleata. Noi, che bene o male proveniamo quasi tutti dal mondo contadino, abbiamo potuto osservare le carezze e le attenzioni che usavano verso il territorio i nostri genitori e progenitori. Una cura quotidiana. Senza alcun eccesso.
Invece, la civiltà industriale attuale (che ci stiamo trascinando da due secoli in modo così aggressivo verso lavoratori ed ambiente) ci sta inducendo ad eccessi e a squilibri, specialmente consumistici, perché ha bisogno di imporre e vendere ciò che produce in modo smisurato senza fare i conti con la sostenibilità.
Infatti, se ci pensiamo bene, finora siamo andati “a briglia sciolta” … convinti che tutto ci era concesso, senza limiti (come spesso ci consiglia la pubblicità più consumistica ed irresponsabile). Adesso, però, possiamo noi, popolo minuto, prendere in mano la situazione, per ridiventare padroni del nostro destino? E come?… Pur con qualche sacrificio, ma condizionando, con i nostri atteggiamenti e i nostri consumi, la grande o piccola industria affinché possa inquinare molto meno dell’indispensabile.
Prendiamo ad esempio l’automobile, che è stata e continua ad essere causa della maggior parte degli inquinamenti (emissioni gassose, smaltimenti olii esausti – gomme, carcasse e quanto altro, nonché costruzione strade e autostrade con relativi super-sbancamenti di suolo e bitumazione, ecc. ecc.). La pubblicità e le politiche governative ci hanno indotti ad avere due o tre macchine per famiglia, quasi una a persona.
E sempre più siamo spinti ad acquistare modelli costosi e più potenti, sicuramente superiori alle nostre effettive esigenze. Pure lo “status symbol” (mostrare con orgoglio i simboli della nostra condizione o supremazia socio-economica) ci ha preso la mano e ci sta portando ad esasperare il tenore di vita, con grandi ripercussioni negative a 360 gradi a livello personale, familiare e sociale.
Bisogna dire basta a tutti questi eccessi che producono sprechi e stressano il pianeta. Con i nostri piccoli gesti quotidiani dobbiamo far sì che le risorse a disposizione non vadano utilizzate più dello stretto necessario. Così il consumo dell’acqua, della legna, degli animali e di tutto ciò che porta agli squilibri. Ovviamente, la Scuola e tutte le altre Stazioni educative dovrebbero fare fronte unico nel sensibilizzarci fin da bambini all’uso corretto delle risorse, del tempo e di tutte le altre preziosità che la Vita e la Natura ci offre. Bisogna studiare bene come rispettare tutto e tutti, il riequilibrio e l’Armonia.
Finora ha comandato l’industria … ma adesso è tempo di comandare noi mentre l’industria si deve adeguare alla nostra rivoluzione ecologica e comportamentale.
“Riprendiamoci il nostro tempo e la nostra vita!” … non è uno semplice e ricorrente slogan, ma un impegno che dobbiamo prendere e portare avanti ad oltranza per noi stessi e per le future generazioni. Le quali ci chiederanno conto (come lo sta facendo il movimento creato spontaneamente da Greta Thunberg) su cosa abbiamo fatto per la loro salute, per la salute del pianeta e che eredità lasciamo loro. Facciamo alla svelta un articolato esame di coscienza e prendiamo i provvedimenti necessari. Cerchiamo di essere seri, finalmente, e di volerci bene!…
3 – LA RIVOLUZIONE QUOTIDIANA E SILENZIOSA
Ricordo i nostri maestri contadini, i nostri maestri artigiani ed altre frugali figure che hanno popolato la nostra infanzia. Il loro comportamento quotidiano era fatto di silenzi, di sobrietà, di efficacia. Non andavano ad inseguire miraggi come stiamo facendo noi, che siamo preda e pretesto per egoismi ed arricchimenti altrui. Quasi un frullatore consumista. Dobbiamo cercare di spegnere questo frullatore, tornare a vivere (quasi) a “passo d’uomo”. Ad umanizzarci in tutto e per tutto. Certo non erano tempi facili quelli dei nostri padri e nonni e non lo sono facili neppure i nostri per altri versi, però erano più equilibrati anche se più poveri e parsimoniosi. Più armoniosi, nonostante tutto.
Ritengo che bisognerebbe rivalutare il comportamento e la saggezza dei nostri antichi padri e tornare alla sobrietà, ai silenzi, all’efficacia. Rinunciando, soprattutto, a recitare il ruolo di “polli di allevamento” ai voleri delle voracità industriali e finanziarie che stanno stritolando noi e il pianeta. Lo possiamo fare, gradualmente, ma decisamente. Provare per credere. Costerà sacrifici, come per un obeso tornare al peso forma. Ma ne guadagnerà la salute nostra e del pianeta!…
Cerchiamo, quindi, di stare attenti a come usiamo l’acqua, l’elettricità, il gas, la stessa automobile, il cibo (specialmente per evitare sprechi), i vestiti, le abitudini del tempo libero, la gestione dei rifiuti, ecc. ecc. – Sarebbe bene divenire “sentinelle” del risparmio, della pulizia e del decoro nel nostro territorio, oltre che della nostra stessa abitazione. Tutte piccole cose che, fatte insieme a miliardi di persone, possono fare la differenza con meno sofferenza per il nostro pianeta … il quale è come una stanza che rischiamo di riempire di aria irrespirabile, di sporcizia e di puzze vomitevoli.
4 – SALUTISSIMI
Caro Tito, che dire di più?… Chi vuol capire ha elementi per capire e per agire! Chi vuole continuare a fare l’alienato è libero di farlo, ma a proprio rischio e pericolo, con la consapevolezza però e la responsabilità che il suo comportamento può nuocere a sé stesso e anche agli altri. Siamo interdipendenti. Perché sì, ogni nostro comportamento ha ripercussioni esterne a noi, anche se non ce ne accorgiamo.
Chissà se la Chiesa cattolica contempla il “peccato ecologico”?… Lo chiederò a qualche mio amico prete. Però, che io sappia, mi sembra che nessun grande inquinatore sia mai stato scomunicato!… Nessun incendiario di boschi o deforestatore amazzonico è stato finora anatemizzato … Non viene ripreso nessuno che deturpa il Creato che ci è stato consegnato … soltanto parole generiche di liturgia, ma nessun messaggio veramente forte!… Soltanto la mafia pare sia stata “scomunicata” o anatemizzata. Ma il resto?…
Noi siamo troppo piccoli per capire tutto ciò (i grandi sistemi) però pur da troppo piccoli (proprio come una gocciolina d’acqua) possiamo fare la nostra parte come in un mare o in un oceano. In teoria, per numero, potremmo mettere in forte difficoltà gli inquinatori seriali. Dobbiamo soltanto decidere di non rimanere più “pozzanghera” ma diventare mare, oceano!
Grazie, Tito, per ospitare anche questa accorata “Lettera n. 366”. In attesa della prossima “367” ti saluto con tutta l’ecologia e l’Armonia possibile ed immaginabile per noi stessi, le nostre famiglie, le nostre comunità (anche dei lettori), l’intero universo-mondo!…
Ciao e … BUONA ECOLOGIA A TUTTI!!!