LETTERE A TITO: MISCELLANEA DI PARADIGMI E UTILI SPOT AL MARTEDÌ 7 NOVEMBRE 2023
Un messaggio per le nuove generazioni, perché ne colgano l’esempio e l’eredità
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
– BADOLATO (CZ) – 9 NOVEMBRE 2023 – Caro Tito, come già sai, non sempre riesco ad evidenziare persone e temi che mi stanno a cuore e che sarebbe pure utile far conoscere ai nostri gentili lettori.
Così dedico questa “Lettera n. 497” ad alcune notizie brevi, che però – è bene precisare – meriterebbero una trattazione più ampia ed articolata.
Bisognerebbe vivere almeno due vite per scrivere di tutto e di tutti coloro che meriterebbero di essere conosciuti, evidenziati e, in alcuni casi, pure “emulati”.
Un messaggio per le nuove generazioni, perché ne colgano l’esempio e l’eredità.
Diciamo che sono degli “spot” pedagogici.
Mi preme ribadire che … ciò che faccio io, nel mio piccolo, dovrebbero fare in modo più sistematico le Istituzioni (specialmente quelle socio-culturali) … perché giova a tutti conoscere tutti, poiché soltanto conoscendoci tutti reciprocamente possiamo produrre valori etici e situazioni di progresso utili a noi stessi e a tutta la società.
Mi avvìo, perciò, a descrivere i seguenti miei sette magnifici paradigmi di oggi, i miei spero utili spot.
1 – UN PREMIO MONDIALE PER VITTORIA PAPARO DI BADOLATO
Non voglio esagerare, ma se dovessi scrivere ogni volta per evidenziare tutti i premi che riceve la signora Vittoria Pàparo nella sua arte di “hair stylist” (stilista dei capelli femminili oppure parrucchiera alla moda o, meglio, creatrice di belle acconciature, pettinature, ecc. ) dovrei impiegare molto del mio tempo a stare dietro ai tanti riconoscimenti che questa brava e bella amica badolatese di lunga data miete in continuazione in giro per l’Italia e nel mondo.
Mi piace però evidenziare almeno ogni tanto e almeno qualcuno dei suoi successi più importanti, in particolare per sollecitare qualche giovane a impegnarsi nello stesso campo delle creazioni d’arte, che offre tante soddisfazioni personali, la possibilità di girare in lungo e in largo a livello internazionale e di conoscere tante belle e note persone, personaggi e personalità.
Aggiornandosi, tenendosi così al passo dei tempi pure per offrire alla propria clientela il meglio dell’arte e della bellezza che viene creata dai più famosi “hair stylist” del mondo.
E Vittoria Pàparo è davvero “mondiale” in tale arte.
Infatti, le due foto qui evidenziate si riferiscono al prestigioso premio ricevuto a Caserta qualche giorno fa, un terzo magnifico piazzamento al << WORLD CHAMPION FESTIVAL C.M.C. LADY 2023 >> – Campionato mondiale “Evening Gala” per le acconciature da sera con giuria internazionale (infatti ben nove giurati hanno firmato il diploma del Premio).
Ti ricordo che Vittoria Pàparo è chiamata spesso a curare le acconciature delle “star” durante eventi televisivi importanti come il “Festival di Sanremo” o nel corso di manifestazioni che si tengono pure all’estero.
Vittoria ha cominciato da adolescente questa splendida carriera artistica in Svizzera (dove i genitori erano emigrati) per poi aprire un proprio Salone di Parrucchiera a Badolato Marina, dove ancora lavora in “Ricci e Capricci” in Via Nazionale 7-A (lungo la strada statale jonica 106) al centro della ridente cittadina.
Ovviamente, puoi trovare Vittoria Pàparo pure su Facebook.
2- LE POESIE DI MIMMO PROCOPIO
E’ con grande gioia che ti annuncio che ho “scoperto” un nuovo poeta badolatese.
E’ l’amico di lunghissima data Mimmo Procopio, il quale è stato il responsabile dell’archeologia subacquea dell’Archeoclub di Badolato da noi fondato nell’autunno 1981 (assieme ad altri tra cui la bravissima insegnante elementare Immacolata Larocca).
Non sapevo di questa (almeno per me) segreta passione letteraria.
Infatti, qualche giorno fa, mi ha sorpreso (sia per il dono e sia per la bravura) quando mi ha inviato, via whatsapp, quattro sui brevissimi componimenti dedicati alla mamma, al papà, al nostro paese e alla Calabria.
Gli ho chiesto di farmi leggere eventuali altre sue poesie.
Mi ha risposto che ne ha tantissime e penso tutte inedite.
Gli ho proposto che sono disposto a pubblicarle tutte in questa nostra rubrica in modo tale che ne possano gioire pure altri, specialmente quelli che non sanno dell’esistenza di questo bravo poeta.
Intanto, ti faccio vedere una sua poesia autografa, quella dedicata alla mamma.
Aspettiamo con vero interesse quanto ci darà da partecipare ai nostri gentili lettori.
Tanti sinceri ed affettuosi complimenti a Mimmo Procopio.
3- NONNA SAMA’
Caterina Leuzzi (Badolato 1898 – deceduta) maritata Samà (comunemente conosciuta come << ‘A Lattàra >>) è la nonna di Mimmo Procopio.
Ho intravisto questa bella foto, ieri, scorrendo velocemente alcune pagine del profilo << B@adolato >> curato su Facebook dall’amico prof. Pasquale Rudi (ex Radio Pulsar).
E’ stata una grande emozione rivedere Nonna Samà, che mi ricorda tanti episodi della mia infanzia e giovinezza.
Ho stimato immensamente fino alla devozione Lei ed il marito (Domenico Samà, u Catarisanu), una coppia di coniugi epici che hanno dato vita ad una famiglia numerosa davvero splendida quanto meritoria nel sociale.
Una famiglia molto amica di quella di mio padre. Mimmo Procopio rinnova nel nome proprio questo nonno materno Samà.
Quando dal giugno 1973 al marzo 1977 giravo per tutta Badolato (borgo, marina, campagne, colline e montagne) a captare e documentare qualche utile momento o situazione da fotografare per la mia tesi di laurea, ho trovato Nonna Samà davanti casa sua (una palazzina per gli alluvionati, la più vicina alla stazione ferroviaria, dietro l’attuale Bar Centrale) mentre cibava la sua chioccia attorniata da una dozzina di allegri pulcini.
Una scena che non mi sono fatto scappare … realizzando una serie di foto cui sono assai affezionato per la bellezza, la delicatezza e la semplicità, ma anche per la rarità dell’evento, già allora non riscontrabile facilmente … figuriamoci adesso!
Una tenerezza infinita nel suo insieme.
Non ti nascondo che mi sono emozionato e persino commosso nel rivedere la foto di questo personaggio molto amato nel mio paese e tanto prediletto da me.
4 – PIETRO LA SERRA (Larino – CB)
Caro Tito, è mia abitudine cercare di visitare insieme a mia moglie, quando abbiamo un giorno libero da impegni, un paese alla volta della regione dove abito, il Molise, o dei più immediati dintorni campani, laziali, pugliesi e abruzzesi.
Continuo a fare ciò che ho sempre fatto pure in Calabria, quando abitavo a Badolato, o nel Lazio quando ero studente universitario a Roma.
Mi piace tanto girare, viaggiare o semplicemente fare una gita di qualche ora, pure perché conoscere il proprio e l’altrui territorio è assai importante per una infinità di motivi.
Non ultimo quello di avere la possibilità di incontrare persone e personaggi davvero interessanti da evidenziare.
Come quello che ti presento adesso: Pietro La Serra di Larino (in provincia di Campobasso).
Due settimane fa, mercoledì mattina 25 ottobre 2023, siamo andati a visitare (quasi a volo d’uccello, giusto per averne un’idea poi da approfondire) la città di Larino, nel basso Molise, distante circa 85 km da Vasto Paradiso dove abito nella bella stagione.
Prima tappa l’anfiteatro romano.
Nel cui recinto c’era un uomo che fotografava qualcosa e al quale abbiamo chiesto dove fosse l’ingresso.
Si è reso immediatamente disponibile ad accompagnarci e a farci da guida in tale sito archeologico “appartenuto” – diceva – “ai suoi antenati”.
Era la prima volta che un cittadino del luogo visitato faceva riferimento agli antenati che avevano abitato quel territorio.
Abbiamo accettato quel prezioso dono di essere guidati da un affezionato della sua città, pure per continuare la conversazione con questo cittadino assai fieramente orgoglioso delle presenze e dei valori ereditati dai suoi “antenati” (nelle fattispecie il popolo dei Frentàni poi romanizzati).
Questa nostra gentilissima “guida” risponde al nome di Pietro La Serra, infermiere in pensione del locale ospedale.
Magari ci fossero tanti Pietro La Serra in ogni luogo da visitare!…
Grazie a Lui e a tutti coloro che cercano di valorizzare i tesori che ha il proprio territorio!…
5 – LA RESTANZA
Caro Tito, ti trascrivo ciò che sembra essere, tra tanto altro, la cosiddetta RESTANZA per il Vocabolario Treccani della Enciclopedia Italiana (ritenuta la più prestigiosa presenza culturale nazionale): << Negli studi antropologici, con particolare riferimento alla condizione problematica del Sud d’Italia, la posizione di chi decide di restare, rinunciando a recidere il legame con la propria terra e comunità d’origine non per rassegnazione, ma con un atteggiamento propositivo.
Il professor Vito Teti, nel suo recentissimo “Pietre di pane.
Un’antropologia del restare”, analizza splendidamente (e come scrive!) questo trascuratissimo fenomeno, la Restanza, la crescente tribù di quelli che restano. (Pino Aprile “Giù al Sud.
Perché i terroni salveranno l’Italia” 2011, p. 194) >>. Restanza è trattato come un neologismo (2017) nella lingua italiana.
Il libro di Vito Teti è stato edito da Quodlibet di Macerata nel 2011 ed ha 192 pagine.
Nel mio piccolo, ho cercato di trattare “operativamente” tale cosiddetta << RESTANZA >> nel marzo 1986 con la mia proposta (all’allora Amministrazione comunale comunista di Badolato) di realizzare un periodico cartaceo (ancora non c’era internet), preferibilmente mensile, denominato proprio << CHI RESTA >>.
Il senso era questo: CHI RESTA in paese, in un borgo, in una città deve o dovrebbe tenere sistematici ed utili contatti almeno identitari con chi è emigrato in ogni angolo del mondo proprio per aiutare chi è lontano a non recidere ma anzi di continuare a coltivare il legame con il proprio “genius loci”, le situazioni e gli abitanti del luogo di nascita o di provenienza.
Ovviamente non si è fatto nulla, poiché l’allora PCI – Partito Comunista locale non credeva in tali mezzi di cultura (anche documentaria destinata, appunto, anche al “restare” a futura memoria), ma solamente nei contatti diretti (in particolare politici-elettorali) con le comunità estere, soprattutto con la zurighese Wetzikon dove c’è la maggior parte di badolatesi emigrati (e quindi un privilegiato “orto elettorale” da curare bene alla bisogna).
Meno male che otto anni dopo (nell’aprile 1994) l’associazione culturale LA RADICE (fondata nel 1991) ha cominciato la pubblicazione a stampa cartacea della rivista trimestrale omonima (oggi quadrimestrale, sempre diretta dal prof. Vincenzo Squillacioti) che, con una tiratura tra le 1500 e le 2000 e a volte più copie, viene inviato puntualmente, senza interruzione, ormai da quasi 30 anni, ad altrettanti badolatesi fuori confine (comunale e nazionale) e a preziosi affezionati “amici di Badolato”.
6 – UN PAESE FELICE di CARMINE ABATE
Non l’ho ancora né acquistato né letto, però conto di farlo quanto prima. UN PAESE FELICE è il libro del calabrese-arbereshe Carmine Abate (nato in Carfizzi – KR – il 24 ottobre 1954) e, a sentire lo stesso Autore intervistato recentemente in TV, tratta del massacro territoriale realizzato negli anni settanta dai politici della Prima Repubblica nella fertile e rigogliosa Piana di Gioia Tauro desertificata con l’illusione di impiantare un inquinante quinto centro siderurgico con relativo porto marittimo, avversato però da molti. In tale desertificazione sono stati sradicati oltre settecentomila alberi (in preval
enza ulivi e agrumeti, vera ricchezza della zona) e distrutto un intero paese, Eranova. Per meglio capire puoi seguìre il documentario RAI dell’epoca << https://www.youtube.com/watch?v=3-k15-PSRLE >> (durata dieci minuti).
Ma, leggiamo il testo ufficiale emanato dalla Mondatori, che ha pubblicato questa prima edizione: << Le pietre con cui sono state costruite le case di Eranova, in Calabria, parlano la lingua della leggenda e sono impastate di un magma ribollente capace di travolgere il mondo per come ci viene consegnato.
Negli anni Settanta, Eranova è ancora un paese giovane, fondato nel 1896, quando alcuni massari e contadini si ribellarono al marchese proprietario delle terre in cui vivevano per rivendicare la propria libertà, dare sostanza a un’utopia, edificarla in pietra e carne.
Lo sa bene Lina, una studentessa idealista e caparbia come i fondatori del suo paese.
Quando Lorenzo la incontra all’università di Bari, ignora il motivo dell’inquietudine che si annida nei suoi occhi verdi, non sa che Eranova rischia di sparire per far posto al quinto centro siderurgico italiano.
Lina non si dà pace, e cerca di convincere la gente a lottare contro questa colossale follia, utile solo a riempire le tasche voraci della ‘ndrangheta.
Aiutata da Lorenzo, scrive appelli al Presidente della Repubblica, al Papa, al Presidente del Consiglio, a politici e persino a Pasolini, conosciuto in una libreria di Bari, perché blocchino il progetto, prima che sia troppo tardi.
Carmine Abate dipinge il quadro di un’Italia prona a cedere alle lusinghe del benessere, timorosamente fatalista, in balìa delle emergenze politiche e sociali.
E lo fa attraverso la sua scrittura densa e scattante, potente ed evocativa.
“Un paese felice” è un’abbagliante storia d’amore e di rabbia, di destini individuali e destino collettivo, di “violenza delle memorie” e, nonostante tutto, di speranza.
Perché protagonisti sono due giovani conquistati dalla forza dell’utopia, che lottano contro i potenti e non rinunciano a portare il loro impegno nel flusso indifferente della Storia.
Attorno a loro, un coro di voci possenti e vive che incrociano la storia di un secolo, catturano la nostra coscienza e rendono attualissima e universale la vicenda di Eranova. >> (https://www.mondadori.it/libri/un-paese-felice-carmine-abate/).
7 – PAESI FANTASMA IN ITALIA
Caro Tito, sappiamo molto bene come e quanto guerre, terremoti e alluvioni prima e poi massicce emigrazioni abbiano spopolato i paesi della dorsale appenninica e prealpina, delle isole maggiori e minori.
Borghi che hanno sfidato secoli di invasioni, di pirati e di feudatari … si stanno arrendendo ad una politica nazionale, europea e della globalizzazione che privilegia le città.
E mentre, appunto, le città e le metropoli scoppiano e si rivelano sempre più invivibili e stressanti, i paesi muoiono nell’indifferenza quasi generale.
Ho seguìto e studiato bene tale fenomeno nel mio millenario paese, Badolato, e non ne ho accettato il fatale ed inevitabile avvio verso il completo svuotamento, una desertificazione pure rurale e una morte sicura.
Così, giusto 37 anni fa, il 07 ottobre 1986 ho lanciato l’allarme, avviando la vicenda “Badolato paese in vendita in Calabria” …. un SOS per richiamare l’attenzione e l’intervento degli stessi cittadini di Badolato e delle Istituzioni responsabili di cotanto degrado.
Ho fatto ciò pure per migliaia di altri paesi italiani ed euro-mediterranei (allora circa 12mila oggi oltre 15mila) che rischiano di svuotarsi di abitanti e di sgretolarsi pure urbanisticamente diventando ruderi e, quindi, archeologia.
Ribadisco, nell’indifferenza quasi generale.
Soltanto in Italia i Comuni in via di estinzione sono oltre 5mila su 8mila.
E ancora non si vede una precisa ed efficace volontà di intervenire. In tal modo aumentano i cosiddetti paesi fantasma, di cui potrai avere una idea molto indicativa consultando << https://it.wikipedia.org/wiki/Citt%C3%A0_fantasma_in_Italia >> e, in particolare, per quanto riguarda la nostra regione vedi << https://www.calabriaportal.com/calabria-monumenti/calabria-borghifantasma.html >>.
Così, non intervenendo sul territorio e non risanando le incancrenite ferite della desertificazione anche rurale, assistiamo continuamente a disastrose alluvioni che mettono in ginocchio persino le città delle pianure e del litorale che, nel tempo, hanno attratto proprio quei cittadini i quali avrebbero potuto e voluto curare la ruralità anche in difesa delle zone più produttive.
Le quali – come stiano purtroppo verificando con le recenti disastrose inondazioni (specialmente in Emilia-Romagna e Toscana ancora in atto) – subiscono perdite e danni enormi. Impareranno mai i Responsabili delle Istituzioni tutte queste continue lezioni imposte dalla Natura sul rispetto rigoroso del territorio poiché, altrimenti, le conseguenze continueranno ad essere troppo grandi per poter reggere alla lunga a tutto questo scempio?…
8 – SALUTISSIMI E PACE NEL MONDO
Caro Tito, spero che le sette finestre aperte in questa “Lettera n. 497” siano state di gradimento tuo e dei nostri gentili lettori (specialmente di quelli più fedeli, in particolare di coloro che ci riscontrano più assiduamente).
Purtroppo un’altra regione sta diventando fantasma.
E’ la Striscia di Gaza che viene, proprio in questi giorni, rasa al suolo dall’esercito israeliano (armato fino ai denti) a fronte di un popolo quasi completamente inerme dinanzi alla potenza militare dello Stato occupante (fatti salvi i massacri operati da Hamas che vanno comunque condannati, anche se frutto di esasperazione per la lunga e stringente segregazione di tutto un popolo).
Purtroppo gli attuali Capi di Israele (pur essendo sempre stati ammoniti dalla loro Bibbia ultra-millenaria, oltre che dal Vangelo del loro Gesù di Nazareth) si intestardiscono ad usare la violenza e la guerra per risolvere il pur difficile problema palestinese, trascurando la diplomazia e le buone maniere.
Con quanto speso in armamenti e in guerre dal 1948 ad oggi, Israele e i popoli arabi circostanti avrebbero potuto stare in pace e benessere, senza piangere continuamente morti e distruzioni.
Possibile che non ci sia almeno una sola via di uscita da tale perenne conflitto che accumula odio su odio per generazioni e generazioni?
Possibile che con tanti politici (giovani o attempati) e Premi Nobel, così tanti scienziati e inventori che ci sono nel mondo non si riesca a trovare una qualche soluzione che faccia tacere le armi ed avvii seri negoziati di tregua e poi di pace?…
Possibile che nel terzo millennio si parli ancora che ci sia in Israele chi ancora intende distruggere del tutto i palestinesi e tra i palestinesi chi brama di far sparire Israele?….
Così non se ne esce nemmeno tra cento o mille anni.
Dobbiamo tutti, indistintamente tutti cercare modi e mezzi per portare tregua, tolleranza e possibilmente pace permanente nella Terra Santa e in tutti gli altri territori contesti ed in continuo conflitto, come Ucraina, Yemen, ecc. DOBBIAMO ASSOLUTAMENTE RAFFORZARE L’O.N.U. E DARE PIU’ DIGNITA’ ED EFFICACIA ALLA DIPLOMAZIA.
Altrimenti abbiamo fallito tutti, come persone, popoli e società globale.
Con questo auspicio di tregua, tolleranza e di pace, saluto affettuosamente te e i nostri cari lettori, dandoti appuntamento alla prossima “Lettera n. 498” in avvicinamento alla numero 500 (un traguardo impensabile quando abbiamo iniziato questa corrispondenza il 4 ottobre 2012).
Cordialità e, come solevano salutare i seguaci di San Francesco di Assisi … PACE E BENE A TUTTI.
ITER-City, martedì 07 novembre 2023 ore 05.37 – Da 56 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore).
Foto presa dal web.