LETTERE A TITO: PER UNA CALABRIA D’AMORE E DA AMARE, BADOLATO PROTOTIPO E MODELLO
Potrebbe essere un paese-prototipo per tanti dei suoi aspetti come, ad esempio, lotta allo spopolamento, accoglienza a turisti e ad emigrati, intenso laboratorio turistico dal 1968, la continuità delle tradizioni locali, la sana aggregazione giovanile (specialmente in àmbito parrocchiale) e così via
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
– BADOLATO (CZ) – 14 FEBBRAIO 2025 – Caro Tito, nell’imminenza di venerdì 14 febbraio 2025 (San Valentino e Festa degli innamorati) vorrei tentare di proporre ai nostri gentilissimi lettori alcune riflessioni su come Badolato (CZ) possa essere prototipo e modello per una Calabria d’amore e da amare, valorizzando l’esistente.
Infatti, ognuno dei nostri paesi o borghi calabresi è ricco di potenzialità che potrebbero essere valorizzate con utili ricadute sociali, in particolare culturali e turistiche, ma anche produttive e commerciali. Prendiamo come esempio Badolato, che potrebbe essere, appunto, un paese-prototipo della Calabria per tanti dei suoi aspetti come, ad esempio, lotta allo spopolamento, accoglienza a turisti e ad emigrati, intenso laboratorio turistico dal 1968, la continuità delle tradizioni locali, la sana aggregazione giovanile (specialmente in àmbito parrocchiale) e così via.
Diciamo che, fin dalle lotte contadine dell’immediato dopoguerra (1944-1960), Badolato è stato (e per certi versi continua ad essere) un PAESE-LABORATORIO di idee, progetti e nuove prospettive (come la gemmazione della Marina dal 1947 o come la valorizzazione del borgo semi-spopolato). E come PAESE-LABORATORIO o PAESE-MODELLO continua ad essere studiato da Università (anche estere) e dalla stampa internazionale. Consideriamo qualche aspetto.
1-BADOLATO BORGO DEGLI INNAMORATI
Tra le tante iniziative, cerchiamo di considerare, molto umilmente e con le migliori intenzioni, il fatto che da parecchi anni si cerca di indicare Badolato come “borgo degli innamorati” utilizzando tutta una serie di attrazioni, derivate dalla vita vissuta dalla sua Comunità e dalle potenzialità da sviluppare il più possibile. Tutto ciò può avere ed ha valore ed esempio per il resto della Calabria, la quale potrebbe diventare << la regione che ti innamora e ti senti sempre di casa! >>. Questo ho cercato di accennare nella nota-stampa << Per il 14 febbraio tutti a Badolato “Borgo degli innamorati” >> inviata ai principali siti giornalistici della Calabria lunedì 10 febbraio 2025 alle ore 08.30. Ti rimando, perciò, a ciò che pure tu hai pubblicato con << https://www.costajonicaweb.it/catanzaro-per-il-14-febbraio-tutti-a-badolato-borgo-degli-innamorati/ >>.
Vorrei ringraziare qui, oltre te, anche i siti web che hanno diffuso tale mia nota-stampa, evidenziandoli in ordine di pubblicazione della notizia:
2-https://www.lanuovacalabria.it/badolato-il-borgo-degli-innamorati-con-le-cassette-dellamore;
3-https://www.soveratoweb.com/per-il-14-febbraio-tutti-a-badolato-borgo-degli-innamorati/;
4-https://www.ecodellalocride.it/news/per-il-14-febbraio-tutti-a-badolato-borgo-degli-innamorati/;
5- https://www.calabriadirettanews.com/ 2025/02/10/romanticismo-a-badolato-il-borgo-degli-innamorati-da-scoprire-a-san-valentino/;
2 – ESAMINARE ED ESTENDERE IL MODELLO-BADOLATO
La proposta che mi sento di avanzare a tutti i paesi della Calabria è quella di fare rete per lanciare a livello internazionale la nostra regione come << IL PIU’ SPECIALE LUOGO PER GLI INNAMORATI >>. Si dice che la bellezza attira bellezza. La bellezza paesaggistica e l’accoglienza che ancora esiste da noi potrebbero essere le condizioni base per attrarre persone che da sole, in coppia o in una più estesa omogenea o eterogenea compagnia intendano trascorrere giorni piacevolissimi, sentendosi coccòlati dall’affetto dei calabresi. Nell’estate 2011 la docente universitaria e scrittrice tedesca Godula Kosack così concludeva i suoi sei racconti d’amore per Badolato e la Calabria: << Per contro a tutta l’inospitalità in cui mi sono imbattuta in tanti luoghi della terra che ho visitato, questo (Badolato, Calabria ndr) è un luogo in cui mi sento accettata, che mi restituisce il senso della patria interiore.>>. Questa frase assai bella e forte ci potrebbe autorizzare a coniare lo slogan. “La Calabria è casa tua” oppure “Calabria … e ti senti a casa” ma anche “C’è Calabria per tutti” o “Calabria la tua seconda casa” (intendendo con tale slogan pure la possibilità che in questa regione si possa avere una seconda casa, per vacanze o soggiorni lunghi o brevi).
Fin dagli anni settanta (quando è cominciato sullo Jonio il turismo di massa) ho sempre sostenuto e diffuso l’idea che bisogna realizzare il TURISMO DEGLI AFFEZIONATI poiché questo riesce, con il passa-parola, ad attirarne altri che possano restare fedeli i nostri luoghi. L’idea è, appunto, fare innamorare i turisti trasformandoli in … (quasi) calabresi.
E noi calabresi, lo sappiamo molto molto bene, siamo innamoratissimi della nostra Terra. Tutti, in modo evidente o nascosto, abbiamo e soffriamo di “calabresìte acuta”.
Fin dagli anni sessanta, ricordo che i turisti partecipavano alle serenate che ancora si facevano a Badolato in modo del tutto naturale e tradizionale.
I turisti rimanevano a bocca aperta per tale meraviglia e non credevano ai loro occhi di poter entrare così facilmente nelle case dei badolatesi per mangiare a suon di musica, come è previsto dopo una serenata, serale o notturna, fatta ad una famiglia.
L’affettuosa ospitalità ed accoglienza innanzitutto. E la nostra accoglienza ha radici antichissime e pienamente altruistiche, poiché in 4000 mila e più anni il popolo che abita la Calabria ha accolto proprio tutti, indistintamente tutti coloro che sono sbarcati o ancora sbarcano sulle nostre coste.
3 – LA NOTTE ROMANTICA E SERENATE A BADOLATO
E a proposito di serenate, da quasi dieci anni, in estate, sulla scia dei precedenti ottimi risultati, a Badolato si organizzano (soprattutto per meravigliare e far familiarizzare i turisti) la cosiddetta NOTTE ROMANTICA, che prevede le classiche serenate. Puoi seguirne una svoltasi di recente nei due video che TeleJonio di Chiaravalle Centrale ha postato su youtube: << https://www.youtube.com/watch?si=BB7dGkTL7Y9c2K-a&v=pUiWT_wXV6o&feature=youtu.be >> (prima parte, durata 14 minuti) e (seconda parte, durata 7 minuti) << https://www.youtube.com/watch?si=BzMGezTZUZqY7TiP&v=MvM940b0hkM&feature=youtu.be >>. Possiamo poi ricordare, a proposito di musica popolare, le tantissime edizioni che ancora si fanno sia come TARANTELLA POWER che come TARANTELLA FESTIVAL. Giornate e serate di vera allegria che allietano badolatesi, ospiti e turisti a migliaia.
In genere i turisti, specie quelli esteri, sono assai attratti dal ballo della tarantella calabrese che è molto più passionale delle altre. Ti ricordo la tarantella ballata con il coltello ed il pressante o appassionato corteggiamento. Specialmente le donne straniere solitamente si fanno meglio coinvolgere dai frenetici ritmi della nostra musica.
La tarantella è l’anima ancestrale del nostro Sud; è un ballo molto identitario per noi meridionali … tanto è che 30 anni fa l’ho proposto come “inno nazionale del Sud”… ma piace assai anche agli italiani del Nord che vi trovano la più avvincente, travolgente e convincente passionalità del nostro popolo.
Non a caso la tarantella attrae grandi folle, specialmente di giovani, nelle versioni della “pizzica” o “taranta” pugliese di Melpignano (LE) o nei tanti Festival della tarantella dislocati un po’ ovunque nell’ex Regno delle Due Sicilie.
Un’altra abbondante risorsa che possiedono sia Badolato che tutti gli altri paesi della Calabria sono le grandi storie d’amore, le quali affascinano molto i visitatori. Ogni Comunità potrebbe cercare di valorizzare questi aspetti così come sta facendo Badolato. Eccone tre esempi.
4 – LE GRANDI STORIE D’AMORE A BADOLATO E DELLA CALABRIA
Se Verona può vantare la celebre storia d’amore tra Romeo e Giulietta, Badolato ha diverse ed emblematiche storie d’amore da raccontare. Tre in particolare sono illustrate dal dottore Guerino Nisticò, operatore turistico-culturale, che solitamente accompagna visitatori e turisti per le vie del borgo a commentare le numerosissime “Pietre parlanti” scolpite da Gianni Verdiglione. Una è quella degli arditi amanti don Peppino e Margherita che hanno sfidato la ristretta mentalità del 1875-78 e le divisioni di classe e di ceto, riuscendo (dopo tantissime rocambolesche avventure) ad essere felici insieme e a generare tre belle figliole da cui prende il nome la “Ruga delle Margherite” lungo Via Piliero e Via Siena nel popolare rione della Jusuterra (terra bassa) sul percorso verso la graziosissima e monumentale chiesa dell’Immacolata, “fuori le mura” perché è un po’ discosta dal borgo lungo la via del mare.
Questa di Peppino e Margherita è la storia d’amore più conosciuta a Badolato, poiché è stata una coppia così ribelle da destare scandalo per la società dell’epoca ed anche perché ha lottato contro tutti per affermare i propri sentimenti ma anche i propri diritti civili.
Se ne sono occupati diversi giornali web, tra cui << https://www.lacnews24.it/lacalabriavisione/storie/a-badolato-la-pietra-dellinnamorato-che-racconta-la-storia-damore-e-ribellione-di-margherita-e-peppino-lnkciwef >> pubblicata proprio nel giorno di San Valentino 2024 a firma di Asmara Bassetti, la quale, in poche righe ha saputo raccontare una storia assai intricata che però ha contribuito tanto a migliorare non soltanto la mentalità generale, ma specialmente ha rappresentato un salto di qualità per l’emancipazione femminile badolatese e calabrese di 150 anni fa.
Su Peppino e Margherita sono stati scritti pure tre libri, tra cui (più recentemente) “Il pianto del randagio” di Vittoria Leuzzi (Europa Edizioni – Roma 2021).
L’altra storia d’amore è legata a Giuseppina C. la quale, negli anni settanta, è andata in sposa ad un agricoltore veneto, rappresentando così una delle migliaia e migliaia di “Spose del Sud emigrate al Nord per matrimonio” descritte pure dalla famosa miniserie TV “La Sposa” trasmessa da Rai Uno nel gennaio 2022.
Gianni Verdiglione ricorda tale storia d’amore in un’apposita “Pietra parlante” che risulta essere tra le più fotografate del borgo. Con il titolo “Il bacio di Peppi Crijapopoli” altra “Pietra parlante” Verdiglione ha dedicato alla terza vicenda amorosa che risale al 1944, quando ad una ragazza di nome Angeluzza (fidanzata segretamente con Peppi, un giovane a quel tempo impegnato a fare il soldato in guerra) veniva imposto, con tentate nozze per procura, un emigrato in America.
Però, grazie ad uno stratagemma ingegnoso, Peppi è riuscito poi a sposare la sua amata, dopo tante disavventure.
Un altro aspetto da valorizzare, nei nostri paesi, è quello delle “Fontane dell’Amore” …. Infatti …
5 – LE FONTANE DELL’AMORE
Quando nei nostri paesi non c’era ancora l’acqua nelle case (cioè fino a circa 70 anni fa), le famiglie erano costrette ad attingere alle fontane dei quartieri o delle rughe. Generalmente venivano mandate le ragazzine a prendere l’acqua con gli appositi recipienti. E lì, alla fontana, avveniva l’attesa dei giovanotti che speravano di scambiare qualche parola o almeno qualche sguardo d’intesa con la fidanzatina; oppure si tentavano i primi timidi approcci. Infatti, fino a 70 anni fa, generalmente nei nostri piccoli paesi calabresi (come nel Sud più interno) le ragazzine erano guardate a vista o addirittura relegate in casa a difesa della loro verginità ed onorabilità che dovevano necessariamente portare in preziosa e indispensabile dote allo sposo. L’unica occasione per intravedere un’adolescente era quando andava a messa (accompagnata immancabilmente da qualcuno della famiglia) oppure proprio alla fontana, che così diventava la “fontana dell’amore”.
E, a Badolato, le guide turistiche accompagnano i visitatori a vedere proprio queste numerose fontane, di cui la più famosa è la cosiddetta “Funtana ‘e Sena” (cioè la fontana di via Siena) nella Jusuterra. Il sito web del Comune riporta le foto di alcune più note, evidenziando la fontana della ruga di Via Siena (o delle Margherite) come quella più importante per le sue caratteristiche popolari e per le storie che si narrano (vedi meglio in << https://www.badolatoborgodigitale.it/it/fontana-e-sena/ >>). Le nuove generazioni e gli stranieri restano assai stupìti nell’apprendere questa ormai antica, mitica e dismessa usanza delle fontane dell’amore.
Giovedì 13 febbraio 2020 numerosi siti web (non solo calabresi) hanno pubblicato la mia proposta di “Inserire le fontane dell’amore di Badolato e della Calabria nei circuiti turistici nazionali” ( https://www.ilreventino.it/inserire-le-fontane-dellamore-di-badolato-e-della-calabria-nei-circuiti-turistici-nazionali ). Due giorni dopo, sabato 15 febbraio 2020, varia stampa italiana ha pubblicato questo mio appello: FONTANE E FONTANILI, CHIEDERE ALL’UNESCO DI DICHIARARLI PATRIMONIO DELL’UMANITA’ ( https://www.soveratoweb.com/fontane-e-fontanili-chiedere-allunesco-di-dichiararli-patrimonio-dellumanita/ ). A Badolato un’altra celebre e celebrata fontana dell’amore è la “Fontanella” (trecento metri circa dopo la chiesa di San Domenico sulla strada per Santa Caterina).
Una “Fontana dell’Amore” esiste dal settembre 2020 a Matera, proprio nella città dei Sassi; e consiste di ben 5 statue in bronzo a grandezza naturale attorno ad una fontana, tipica dei decenni passati.
Ne ho scritto martedì 08 settembre 2020 con << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-296-la-fontana-dellamore-gia-ipotizzata-per-badolato-ed-agnone-ma-realizzata-a-matera/ >> . Altre fontane dell’amore esistono a Roma: una come lascito del film omonimo “La Fontana dell’amore” (2010) e l’altra tròvasi a lato del complesso monumentale della celebre Fontana di Trevi.
Una fontana dell’amore esiste dal 2008 a Cervia (in provincia di Ravenna) donata alla Città dal tedesco Helmut Trunk in ricordo della compianta ed amatissima moglie Angelika. Sicuramente ci saranno in giro per il mondo altre “Fontane dell’amore”. Ed ognuna ha una propria interessante storia.
6 – FONTANE E FONTANILI
Caro Tito, come hai potuto notare fontane e fontanili hanno ancora un loro fascino. E sarebbe utile che (non soltanto in Calabria ma in tutta Italia) ogni Comunità possa farne censimento e narrazione, pure per le ignare generazioni presenti e per quelle future. Come molto lodevolmente ha fatto Vittorio Labanca, mio amico giornalista e collega di lavoro alla ASREM di Agnone del Molise, il quale, nello scorso mese di dicembre 2024, ha pubblicato un bel volumetto di 110 pagine da me recensito a livello (quasi) nazionale lunedì 27 gennaio 2025 con << https://www.costajonicaweb.it/fontane-e-fontanili-di-agnone-il-libro-del-giornalista-vittorio-labanca-che-vale-per-tutti-i-comuni-italiani/ >>.
Nel medesimo giorno ho inviato tale articolo all’allora sindaco di Badolato, Giuseppe Nicola Parretta, invitandolo ad esaminare la possibilità di realizzare un lavoro simile per le tantissime fontane, fontanili e sorgenti presenti nel territorio comunale. Peccato che poi, dopo alcuni giorni, si è dimesso per le note vicende giudiziarie che lo hanno interessato assieme ad altri componenti la sua Giunta. Spero di poter riprendere il discorso con la prossima Amministrazione Comunale.
Con data 29 dicembre 2024 Vittorio Labanca mi ha firmato la seguente dedica a tale suo volumetto: << All’amico scrittore, giornalista e storico Mimmo Lanciano che ha tracciato e traccia la storia di Agnone, del Molise, della sua Badolato e della Calabria. Con stima ed affetto >>. Tale Opera, se portata nelle scuole, potrebbe fungere pure come momento di “educazione all’uso dell’acqua” specialmente in tempi, come quelli attuali e futuri, destinati ad assistere ad una sempre crescente penuria idrica a causa delle ricorrenti siccità e dei sempre più visibili cambiamenti climatici. Venerdì 12 agosto 2022 lo stesso Vittorio Labanca ha descritto una rievocazione in costume delle lavandaie di parecchi decenni fa con << https://www.amolivenews.it/2022/08/12/agnone-il-comitato-di-quartiere-agnone-centro-rivaluta-le-fontane-del-paese/ >>. Ecco, una rievocazione delle tradizioni locali attorno alle fontane potrebbe essere una bella attrazione per i turisti e per gli stessi abitanti delle nuove generazioni. Tali rievocazioni potrebbero essere fatte dalle Associazioni culturali locali con la collaborazione delle rughe, della Pro Loco e di altre presenze interessate ad evidenziare le tradizioni locali.
7 – LA PIETRA DELL’INNAMORATO A BADOLATO
Caro Tito, ti racconto la vera storia della cosiddetta “Pietra dell’innamorato” che attrae tanti visitatori alla ruga delle Margherite nel rione della Jusuterra di Badolato borgo, tra via Siena e Via Piliero. Mio nonno paterno, Bruno Lanciano, è nato l’11 aprile 1869. All’età di 17 anni (quindi nel 1886) è riuscito ad imbarcarsi per l’Argentina (dove, nel corso di tutta la sua vita, è tornato altre sei volte). Dieci anni dopo, il 21 febbraio 1896, ha sposato Domenica Cundò, la primogenita di don Peppino Bressi e Margherita Parretta (cioè la coppia di amanti cui ho appena accennato sopra, al paragrafo 5).
Tornato dall’Argentina nell’estate 1895 all’età di 26 anni, mio nonno Bruno andava in cerca di una “cotrarella” (ragazza) da sposare. Ha cominciato a girare tutto il paese e, un bel giorno, ha incontrato alla Fontana la graziosa e giovanissima Domenica, che allora aveva 16 anni. Fu amore a prima vista per entrambi. Così, accompagnandosi con la chitarra portata dall’Argentina, ha cominciato a cantarle delle belle serenate d’amore. Dalla loro unione sono nati ben undici figli (8 maschi e tre femmine).
Per stare più comodo durante le lunghe serenate, Bruno ha fatto mettere una grossa pietra su cui sedersi.
Da allora quella viene indicata come “la pietra dell’innamorato”. Tale pietra è poi risultata utile ad altri giovani innamorati che cercavano di conquistare l’amore di fanciulle appartenenti a quella “ruga delle Margherite” (cha prendeva il nome dalle figlie della mia bisnonna Margherita che avevano la casa in Via Siena 1-3-5-7).
Nel 2005 ho iniziato a valorizzare questa risorsa culturale di Badolato riportandola su alcuni dei sette volumi del “Libro-Monumento per i miei Genitori” e poi via via, fin quando la nota-stampa pubblicata da vari siti web e diffusa sui social ne ha decretato il più diffuso successo e, quindi, la popolarità. Leggi, ad esempio, il testo emesso mercoledì 11 settembre 2019 nella versione di << https://www.ilreventino.it/e-lantica-pietra-dellinnamorato-la-maggiore-curiosita-di-badolato/ >>.
8 – LA CALABRIA AFRODISIACA E L’EDITORIA DELL’AMORE
Caro Tito, la Calabria potrebbe lanciare sul mercato anche internazionale i prodotti “afrodisiaci” che detiene in via esclusiva. Primo tra tutti l’ormai famosa ‘NDUJA sempre più gradita e ricercata in Italia e nel mondo. Pure la CIPOLLA DOLCE DI TROPEA pare che abbia effetti afrodisiaci. Così come il BERGAMOTTO, ma anche un qualche tipologia di VINO. Inoltre, la Calabria è il luogo che produce i migliori AMARI del mondo, per via essenze e di erbe aromatiche che esistono soltanto nel nostro territorio. E qualcosa penso si possa fare con le ORCHIDEE studiate ed ammirate soprattutto da cultori esteri per la loro varietà ed originalità. Insomma, questo fattore dei prodotti afrodisiaci andrebbe studiato, approfondito e meglio commercializzato.
Un altro settore potrebbe essere curato in Calabria: L’EDITORIA DELL’AMORE. Ovvero la pubblicazione di grandi storie d’amore, che possano essere lette e studiate pure da registi di cinema, televisione e di teatro per la loro messa in scena.
Da parte mia, nel maggio 2024 ho cercato di dare un INPUT fondando la BIBLIOTECA DELL’AMORE nel contesto della Biblioteca Pubblica Vincenziana di Davoli Marina (sita in Viale J. F. Kennedy 61-A) diretta dall’ottimo prof. Aldo MARCELLINO.
E come BIBLIOTECA DELL’AMORE, finora ho realizzato (da editore) due opuscoli attinenti: come numero zero della collana “Biblioteca dell’Amore” il 18 giugno 2024 è stata pubblicata con il titolo di “CUORI A TARANTELLA” la raccolta di poesie della coppia di innamorati lucani SHARON & VALERIO; mentre venerdì prossimo 14 febbraio 2025 uscirà dalla tipografia Litterio di Agnone del Molise l’importante opera umana e sociologica ANCORA UN COMMIATO (6 racconti d’Amore per Badolato 1973-2011) della sopra citata scrittrice tedesca Godula KOSACK.
9 – U MASTAZZOLU E I BACI AL PEPERONCINO
Come squisitissimo dolce nato solo per le feste dei matrimoni, Badolato sta cercando di lanciare sul mercato anche internazionale U MASTAZZOLU, una propria esclusività, la cui ricetta rimane segreta nella mente di poche persone. Un’altra possibilità, pure come prodotto afrodisiaco, potrebbe essere IL BACIO CALABRESE, un dolcetto (tipo Bacio Perugina o Bacio di Cuneo) che però possa esprimere la caratteristica del peperoncino calabrese oppure come dolcetto al bergamotto o al mandarino clementino o come “cocktail” di agrumi. Ho fiducia che il BACIO CALABRESE possa avere tanto successo da costituire un’altra bella attrazione per il nostro territorio. Ne devo parlare con qualche amico che già produce “Amari” molto selezionati o con qualche altro amico che produce dolci.
E, a proposito di dolci, Badolato potrebbe diventare un vero e proprio POLO DOLCIARIO come ho descritto in << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-461-un-polo-dolciario-per-badolato-e-altre-vocazioni-produttive/ >> mercoledì 12 aprile 2023 ed anche “Città del Gelato” come ho esortato con << https://www.costajonicaweb.it/lettere-a-tito-n-561-badolato-citta-del-gelato/ >> domenica 20 agosto 2024. Fatto sta che, attingendo alla cultura e alle tradizioni locali (anche eno-gastronomiche), Badolato (così come la Calabria) potrebbe dire veramente la sua in tanti settori. Come utile sarebbe ripristinare l’ottima “pesca di Badolato” usata pure da industrie nazionali di confetture.
Il mercato anche internazionale ha bisogno di prodotti di qualità o di nicchia e Badolato e la Calabria possono occupare un posto importante in tale settore. Un prodotto – secondo me – potrebbe avere ruolo e significato: realizzare la “VACCARELLA” o “BUE” (a forma di pane, di dolce o di altra maniera). E’ l’espressione più antica che hanno Badolato e la Calabria, poiché si riferisce a quanto questo nostro territorio era chiamato TERRA DEI VITELLI, da cui potrebbe essere derivato il nome ITALIA. Il bue, quindi, come simbolo nazionale italiano, così come la Francia ha il gallo come totem.
10 – IL POTERE E L’AMORE
Caro Tito, come sta cercando di dimostrare il filosofo Salvatore Mongiardo (Scolarca della Nuova Scuola Pitagorica di Crotone), nell’antica Calabria le donne erano libere e c’era persino armonia tra le etnie ed i gruppi sociali valorizzati da Re Italo circa 3500 anni fa. Specialmente con i cosiddetti “sissizi” che furono imitati in varie città del Mediterraneo, come assicurano il grande filosofo Aristotele e altri storici antichi. Non a caso il nome ITALIA, nato proprio dalla saggia “democrazia etica” di Re Italo, è stato amato e diffuso fino alle Alpi e ancora oggi rappresenta uno dei più antichi nomi di popolo e di territorio. Re Italo ha dimostrato che si può governare con saggezza ed amore. Per questo il suo nome ci è giunto fino ad oggi. Inoltre, ricordiamo che la Calabria è stata sempre terra di approdo e di accoglienza per tanti popoli migranti: numerosissimi sono i comuni albanesi bene integrati. E la Calabria non ha mai fatto guerra a nessuno.
Infatti, fin dall’inizio dei tempi umani e sociali si confrontano due grandi aspetti determinanti per gli equilibri dello stare al mondo: il Potere e l’Amore.
Tale confronto può essere riassunto in una frase che viene attribuita al famoso attore e regista inglese Charlie Chaplin (1889 – 1977), ma che appartiene al dibattito filosofico, religioso e politico da tempi immemorabili: << Serve il Potere solo quando si vuole fare qualcosa di dannoso, altrimenti è sufficiente l’Amore per fare tutto il resto! >>.
In fondo, è il medesimo concetto che John Lennon (ex Beatles) propone nella sua celebre canzone “Imagine” diventata il vessillo del pacifismo mondiale fin dalla sua prima pubblicazione (11 ottobre 1971).
11 – SALUTISSIMI
Caro Tito, spero di aver dato almeno un’idea orientativa su ciò che potrebbero essere e significare Badolato e la Calabria in relazione alle caratteristiche del proprio territorio, della propria Geografie e della propria Storia. E, soprattutto della propria innata Vocazione alla Pace e alla Libertà. Infatti, non dobbiamo mai mai mai e poi mai dimenticare che in Calabria non ci sono mai stati schiavi e, quando questi furono importati dai coloni Greci, il clima culturale e sociale di quell’antica “Calabria Prima Italia” indusse gli stessi Greci (con Zeleuco di Locri nato attorno al 663 avanti Cristo) ad abolire (primo nel mondo occidentale) la schiavitù esistente. Cosa che (assieme a tutto ciò che di tanto altro ha elevato la Calabria a quel tempo) ci diede il merito di essere chiamati “Magna Grecia”.
Pensa quanto tale Magna Grecia sia stata lungimirante se, poi, la schiavitù fu “formalmente” abolita a distanza di ben 2600 anni nel resto del mondo: nel 1838 in Inghilterra, negli Stati Uniti d’America nel 1865… così via via … fino ai giorni nostri in alcuni Paesi.
Purtroppo, episodi di schiavitù (anche camuffata) emergono di tano in tanto un po’ ovunque (persino in Italia). Non è forse il caso, ad esempio, di celebrare proprio a Locri LA ABOLIZIONE DI ALTRI TIPI DI SCHIAVITU’?… Per quanto riguarda Badolato, la tradizione orale ci dice che, nel corso dei secoli, ci sono sempre stati appositi Comitati locali che riscattavano tutti gli schiavi, specialmente ebrei e musulmani.
Ora, concludendo con “Badolato prototipo e modello per una Calabria d’amore e da amare”, ho giusto il tempo ed il modo di ricordare che Badolato è il paese che in Calabria ha più film girati e dedicati (anche a prestigiosi livelli internazionali) e più reportage televisivi e giornalistici per tutte le caratteristiche, le originali iniziative e gli eventi espressi (specialmente negli ultimi 40 anni).
Peccato che le Amministrazioni comunali che si sono succedute dal 1975 in poi non si sono dotati (pur essendo fortemente sollecitate) di Biblioteca e di Archivio adatti a conservarne adeguata memoria. E, fra qualche decennio, è come non aver espresso e vissuto tutte queste cose importanti. Pure per tale negligenza, un po’ di lungimiranza non dovrebbe guastare. In particolare Badolato e la Calabria potrebbero avere un ruolo sempre più significativo ed illuminante riguardo i valori dell’amore e dell’amare, che oggi più che mai urgono e necessitano, pure in presenza di tutte queste guerre, questi razzismi e l’acuirsi delle ingiustizie e delle regressioni di civiltà.
Noi ci diamo appuntamento alla “Lettera n. 593”.
Grazie e tanta cordialità!
ITER-City, mercoledì 12 febbraio 2025 ore 12.41 – Da 57 anni (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto” (con Amore).
