LETTERE A TITO: SENZA LA PACE IL PANE NON HA QUASI PIÙ VALORE
La donna implorante è opera di Salvatore Regio a Serra San Bruno
di Domenico LANCIANO (www.costajonicaweb.it)
– BADOLATO (CZ) – 27 SETTEMBRE 2023 – Caro Tito, adesso ti partecipo una mia grande gioia. Un mio carissimo amico fin dai banchi del liceo classico, l’architetto Salvatore Regio, ieri mattina (domenica 24 settembre 2023) ha installato una sua scultura tra due rami di un albero di “catalpa” (ormai secco) nell’oasi di Santa Maria del Bosco (ad un km dalla famosa Certosa) in Serra San Bruno (VV), città di nascita sua (19 agosto 1951) e di tutte le precedenti generazioni della sua famiglia.
Tale installazione (nella foto di copertina) rappresenta il volto di una donna implorante: “FERMATEVI ! PACE!”.
Questa mia grande gioia è molteplice.
Prima di tutto perché tale realizzazione è di questo vecchio e caro amico con cui ho da sempre condiviso alcuni importanti ideali. Poi perché ha ovviamente scelto una delle aree più suggestive di tutta la Calabria, quella Santa Maria del Bosco che è sempre stata meta di tante mie gite (fatte almeno annualmente – quasi sempre a giugno – fin da bambino con la parrocchia di Badolato Marina oppure assieme ad amici ma anche da solo).
Infatti, è raro che io vada in Calabria senza visitare le nostre Serre Joniche, in particolare il lago Lacina e Santa Maria del Bosco! …
E’ questo, davvero, un luogo magico che ispira pace ed armonia.
Terzo motivo è dovuto al fatto che proprio in quell’oasi, il comune amico Salvatore Mongiardo, domenica 10 giugno 2018, ha realizzato una delle sue tante manifestazioni per la pace con la simbolica distruzione delle armi (giocattolo), proprio mentre (in contemporanea) realizzavo in Agnone del Molise il medesimo evento con circa trenta persone, in gran parte donne (https://www.altomolise.net/notizie/attualita/17594/celebrata-a-agnone-la-giornata-mondiale-per-la-distruzione-di-tutte-le-armi-sullincudine-del-fabbro-mazziotta).
Quarto motivo è che nelle mie iniziative, specialmente quelle della pace, ho sempre puntato sulla sensibilità delle donne, in particolare madri, come quella di “Mamme per la pace” sul lungomare di Diamante proprio nel giorno della festa della mamma (domenica 08 maggio 2022) a due mesi e mezzo dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’imperialismo russo (https://www.cosenzachannel.it/2022/05/07/diamante-nel-giorno-della-loro-festa-le-mamme-scendono-in-piazza-contro-la-guerra/).
Manifestazione curata dalla scrittrice Maria Rosaria De Rito e dalla sua amica Eugenia.
1 – LA CRONOLOGIA
Per dirmi di questa sua bella iniziativa, Salvatore Regio mi ha telefonato venerdì 08 settembre 2023 alle ore 19.31 per 24 minuti e 35 secondi. Il giorno dopo, sabato 09 settembre alle ore 09.39, Salvatore con una email mi ha inviato la foto dell’albero tra i cui due grossi rami come braccia elevate in alto avrebbe dovuto mettere la testa della donna con l’implorazione di pace.
E, in allegato, c’era la lettera inviata al sindaco di Serra San Bruno con cui lo informava di tale installazione artistica ed umanitaria.
Sabato 16 settembre alle ore 19.29 Salvatore (qui nella foto) mi ha inviato via email altra documentazione a riguardo ed io, il giorno dopo, domenica 17 alle ore 11.09 così gli ho scritto: <<Carissimo Grande Amico, stai facendo davvero un’operazione favolosa. Complimenti! E auguroni! >>.
Poi, ieri mattina (domenica 24 settembre) alle ore 10.38 per 6 minuti e 35 secondi mi ha informato sull’avvenuta installazione, su cui ho trovato notizia su un sito internet di Serra San Bruno << https://www.ilvizzarro.it/apertura/apertura-1/la-donna-implorante-alle-porte-di-santa-maria-del-bosco-per-dire-no-alla-guerra.html >> che lo aveva pubblicato alle ore 08.57 ottenendo in giornata molte centinaia di visualizzazioni o visite.
Un vero successo.
Ho inviato il link di tale articolo a tutti i miei contatti Whatsapp, ottenendo unanimi apprezzamenti e sincera approvazione che ho partecipato a Salvatore e alla moglie veneta Marcella Rossin (anche lei architetto).
Adesso, qui di sèguito, ti trascrivo la lettera che Salvatore ha fatto pervenire al Sindaco Alfredo Barillari, descrivendo le motivazioni e le caratteristiche dell’installazione artistica-umanitaria.
La quale sicuramente aggiungerà maggiore e migliore valore e notorietà alla già millenaria spiritualità serrese.
A saperci fare, i nostri stimati amici serresi potrebbero valorizzare al massimo possibile tale evento, pure a fini turistici, oltre che di attrazione per una spiritualità più diffusa anche tra i pacifistie tra coloro che credono nel disarmo generalizzato o assoluto.
Serra San Bruno, quindi, una della Capitali mondiali per la Pace?…
Si può fare, a mio parere! …
2 – LA LETTERA AL SINDACO DI SERRA
Salvatore Regio – architetto – Serra San Bruno (email: salregio@tiscali.it) – Al Sindaco di Serra San Bruno, dott. Alfredo Barillari –
Oggetto: richiesta del permesso per l’installazione temporanea di una scultura a Santa Maria. – Io, sottoscritto, Salvatore Regio, architetto, autore dell’opera in oggetto, chiedo di poterla collocare in via temporanea e facilmente removibile, in forma del tutto gratuita.
Breve relazione:
L’idea ha origine dall’incontro di due circostanze: lo scoppio della guerra in Ucraìna nel febbraio 2022 e la presenza del grande albero di Catalpa all’ingresso di Santa Maria.
Questa maestosa pianta non si è più ripresa dall’ultima potatura: rimane il grande tronco come un corpo che si contorce e due grossi rami come due braccia tese al cielo.
Manca soltanto il busto e la testa per configurarle un aspetto umano.
E’ iniziato un dialogo con questa “persona” e finalmente mi è apparsa, sempre più definita: UNA DONNA CHE IMPLORA.
E’ Maria Addolorata, è Andromaca che fugge dall’incendio di Troia, è qualunque donna che cerca scampo in Africa, in qualunque parte di questo mondo incendiato dalle guerre e lei urla: FERMATEVI.
In realtà ho fatto un modello di cartone, 120 cm di altezza e 100 cm di larghezza, che vorrei “provare” sull’albero per verificarne le proporzioni e, nel caso, realizzare l’opera stabile in metallo.
La pianta non subirà alcun intervento, devo solo creare l’appoggio fra i due rami con piccole tavole di legno. Allego foto dell’albero e della scultura.
Grazie.
Serra San Bruno 7 settembre 2023 – arch. Salvatore Regio.
3 – SANTA MARIA DELLA PACE
Caro Tito, vorrà pur dire qualcosa se un nativo autentico serrese ed architetto di valore come Salvatore Regio (che, tra tanto altro, ha lavorato per parecchi anni a Milano nello studio del famoso Vittorio Gregotti) ha deciso di collocare questa sua installazione artistica ed umanitaria nell’area “sacra” di Santa Maria del Bosco dove nel 1091 San Bruno da Colonia (fondatore dell’Ordine dei Certosini, monaci di clausura) si è ritirato (per pregare e fare penitenza) ed è poi morto nel 1101 all’età di 71 anni.
Questo antico luogo di silenzio e di preghiera, di penitenza e di alta spiritualità, può benissimo essere considerato privilegiato simbolo di pace.
Può quindi essere benissimo chiamato “Santa Maria della Pace” dove raduni e pellegrinaggi (individuali e collettivi) dedicati alla pace interiore e alla pace nel mondo possono pervenire da tutta la Calabria così come dal resto d’Italia, d’Europa e da tutto il pianeta.
Anzi, sarebbe bello ed opportuno che una lampada perenne possa rimanere accesa (come per il Santissimo) proprio come invocazione di pace universale.
Purtroppo, non si prega e non ci si attiva sufficientemente per favorire la pace nel mondo! E forse, con il nostro comportamento, ci meritiamo le guerre!…
Magari in questo luogo potrebbe nascere, col tempo, una Comunità come quella romana di Sant’Egidio che si possa dedicare alla pace nel mondo.
Tutto ciò pure sull’esempio di don Adamo Castagnaro (parroco del vicino paese di Conflenti e rettore del santuario della Madonna delle Grazie della Quercia di Visora) il quale nel 1985 ha fondato il Premio Internazionale della Riconciliazione per evidenziare il dono del perdòno e della pace.
Numero sette clamorose ed efficaci edizioni fino al 1998.
La Calabria è terra di accoglienza e di pace da millenni.
Il nostro è un popolo che ha accolto tutti, non ha invaso altre terre ed ha mantenuto il carattere mite della Prima Italia, rappresentata non soltanto dai “sissizi” (pasti comuni) di Re Italo, colui che ha dato nome all’Italia, ma anche il bue di pane.
Non a caso nella vicina Soriano Calabro si confezionano ancora i famosi “mostaccioli calabresi” (antropo-zoo-ittio-morfi) come eredità del bue di pane (italico ed anche pitagorico) … bue di pane che viene ancora realizzato nella vicina Spadola ed esibito durante la festa di San Nicola in agosto e che Salvatore Mongiardo porta da tempo in giro per l’Italia per spiegarne il significato della nostra grande civiltà etica.
E, come afferma spesso lo stesso Mongiardo, se scavassimo più profondamente nei ricchissimi giacimenti storico-culturali della nostra Terra, troveremmo sicuramente tanti altri valori, altri simboli che ci portano all’amicizia, all’accoglienza e alla pace.
Come il popolo dei Lacini che in particolare abitava in mitezza e generosità (prima ancora dell’arrivo dei Greci) proprio le nostre Serre Joniche e tutto il Golfo di Squillace fino all’attuale Capo Colonna.
4 – CHI E’ SALVATORE REGIO
Poiché il curriculum dei lavori professionali è molto lungo (ben 18 pagine già quello sintetico), preferisco allegarlo a questa “Lettera n. 486”.
Comunque, per dare almeno un’idea orientativa a chi non ha tempo o pazienza per scorrerlo tutto, faccio riferimento ad alcune opere realizzate in Calabria, tenendo presente che Egli (oltre ad avere lavorato in tante regioni italiane ed aver ricoperto ruoli di prestigio) ha avuto numerose e importanti esperienze anche estere, come nelle Americhe, in alcuni Stati europei ed arabi (tanto è che ne ha studiato la lingua).
Ad esempio, nella sua Serra ha realizzato la Piscina Comunale, a Soverato il Teatro Comunale, nell’area dell’Istmo (a Maida e Feroleto) il Centro Commerciale DUE MARI, per non parlare di tante altre realizzazioni pubbliche e private nel resto della nostra regione.
Nel 2001 ha pubblicato il libro “IL BOSCO. Per la ricomposizione del territorio delle Serre” (edizione Rubbettino per Quale Cultura di Vibo Valentia del compianto avvocato Francesco Tassone nativo di Spadola).
Nel tempo si è specializzato in quella che potremmo definire “architettura sociale” a favore delle categorie fragili.
Un architetto umanista ed umanitario, dunque, che fa dell’etica buona (potrei dire dei Lacini e della Prima Italia) il pilastro portante della propria vita e della professione, nel pubblico come nel privato.
Per alcuni anni, con la moglie Marcella, si è dedicato pure alla ricerca archeologica sul campo, in Grecia, specialmente nell’isola di Kos.
Insieme hanno due figli: Simone che li ha fatti diventare nonni e Stefano.
Entrambi vivono a Milano.
Ho riportato questa brava, meritevole e simpatica famiglia tra “I miei VIP” alle pagine 95-98 del settimo volume del “Libro-Monumento per i miei Genitori” (andato in stampa nel maggio 2007).
Insieme Salvatore e Marcella hanno aperto studi di architettura a Milano, Serra San Bruno, Lamezia Terme e Castelmassa (Rovigo) dove attualmente risiedono lungo i suggestivi argini del fiume Po, a pochi chilometri dall’ampia e frastagliata foce.
Nella primavera del 2002, l’amica giornalista Doretta Coloccia (che ha intervistato tanti altri calabresi autentici) ha dialogato con lui per un’ora nel corso della sua rubrica settimanale “L’Incontro” negli studi di Teleregione a Campobasso.
Trasmissione più volte replicata perché particolarmente interessante e piacevole per il grande pubblico.
5 – UNA CURIOSITA’ VENEZIANA
Dopo il liceo classico dai Salesiani di Soverato, nell’autunno 1970 Salvatore Regio ha scelto Venezia per frequentare la facoltà di Architettura. Qui ha incontrato Marcella Rossin, che diverrà sua moglie.
Ti racconto un episodio che ha del sorprendente. Nella primavera del 1975 mi sono recato a Venezia con la mia ragazza di allora.
Prendemmo alloggio in una pensioncina in un palazzo del centro storico.
Poiché la temperatura lo permetteva, quando eravamo in camera, tenevamo le finestre aperte.
Ad un certo punto, sento provenire dal piano di sopra la voce (netta, chiara, tipica e inconfondibile) di Salvatore.
Non credevo alle mie orecchie.
Per curiosità l’ho chiamato e lui ha risposto. Siamo stati da lui a pranzo e abbiamo trascorso, pure con i suoi coinquilini di appartamento (ricordo un simpatico studente pugliese), delle piacevoli ore … una bella quanto inattesa rimpatriata!…
Non ci vedevamo da alcuni anni, ognuno intento a seguire i propri studi e a fare le proprie esperienze umane e sociali.
E a proposito di “sociale” Salvatore e Marcella sono da sempre impegnati nel cosiddetto “sociale” in particolare a favore dei più deboli e sofferenti psico-fisici.
Questa coppia di amici è passata pure da Vasto e Salvatore è venuto più volte da solo in Molise.
Devo dire che quella con Salvatore è una delle più belle, sincere e fruttuose amicizie della mia vita.
Ovviamente ci teniamo aggiornati frequentemente.
6 – AI NOVELLI SPOSI NECESSITA PACE
Caro Tito, giovedì scorso 21 settembre 2023 (ore 12.10), mia moglie ed io siamo andati a Roma al matrimonio di un suo cugino, Luigi Mastronardi con Gessica Bursese (il cui padre è calabrese della provincia di Vibo Valentia).
Tale coppia ha già un figlio di tre anni, Christian, nato proprio il 21 settembre 2020.
Infatti, i genitori hanno voluto che la data del matrimonio coincidesse con il suo compleanno.
Luigi e Gessica hanno preferito il rito civile, che si è svolto in un edificio molto antico, tanto che è stato tempio nell’antica Roma, poi chiesa cristiana e quindi, proprietà del Comune, adibito alla celebrazione di matrimoni civili.
Una piccola ma suggestiva struttura che si trova proprio davanti alle famose Terme di Caracalla, nel centro storico-archeologico della Capitale, e che ufficialmente si chiama “Complesso Vignola Mattei”.
Ti gioverà forse sapere che tale ex tempio pagano romano (poi ex chiesa di Santa Maria in Tempulo) è adesso diventato un “matrimonificio” immerso nel verde antico di Roma (in Via di Valle delle Camene 2) … nel senso che, su ovvio e indispensabile appuntamento, una coppia di sposi esce ed un’altra entra a ritmo continuo quasi frenetico ma rigorosamente contingentato.
Per potervi accedere bisogna prenotare con molti mesi di anticipo.
Ed ho pensato che tutte queste coppie che formano una nuova famiglia abbiano bisogno, alla fin fine, di un mondo e di una società di pace dove crescere serenamente ed utilmente i propri figli e poi le altre future generazioni.
Tuttavia, il troppo alto costo della vita, una mancata politica intergenerazionale e le incertezze globali tengono sempre più lontani molti giovani dal matrimonio in numero maggiore rispetto alle epoche precedenti.
Oggi come oggi ci vuole veramente tanto coraggio per affrontare una vita familiare.
E, comunque, si fanno assai meno figli di un tempo, quando la società era più semplice ed autentica, anche se più povera.
Non ci resta che augurare (pure da qui) a Luigi e Gessica di vivere una vita matrimoniale e familiare veramente felice e secondo i loro migliori desideri.
Così come a tutte le altre coppie che, in Italia e nel mondo, decidono di fare il grande e temerario passo.
E a Christian auguriamo un futuro degno della migliore civiltà umana e sociale.
7 – SALUTISSIMI
Nel corso di queste 486 lettere ho avuto più volte modo di dirti che, a mio modesto parere, dovremmo tutti (indistintamente tutti) lavorare affinché ci sia il più completo disarmo nel mondo.
E destinare le spese così risparmiate a rendere felice la gente e a sistemare bene la nostra Casa-Mondo, l’unica che abbiamo.
La pensano così in tanti, ma non ancora in numero sufficiente a cambiare in meglio le cose, senza più violenza e guerre.
Sarà ingenuo o utopico, però bisogna coltivare tale idea-necessità.
E’ l’unica cosa ragionevole da fare. Invece di radere al suolo le nazioni, far morire la gente o farla penare per il resto della vita con le mutilazioni belliche, sarebbe infatti molto meglio investire nella
Sanità per farci guarire da malattie sempre più subdole ed aggressive.
Ne potremmo beneficiare tutti.
Indistintamente tutti.
Una qualsiasi persona normale farebbe proprio tale ragionamento.
Un antico proverbio afferma (ripetuto spesso e a ragione da mio padre): “Chi ha le armi, prima o poi, le usa”.
Quindi bisogna puntare sul disarmo delle persone (nelle guerre quotidiane) e degli Stati (negli scontri tra potenze e civiltà).
Così non potevo che accogliere ed estendere a te, a tutti i miei altri contatti e ai nostri lettori l’implorazione della “Donna di Serra San Bruno” che grida << FERMATEVI! PACE! >>.
Sarei lieto se altri Artisti e altre Comunità realizzassero Opere simili a questa che ci ha proposto il nostro amico architetto Salvatore Regio cui manifestiamo il nostro più convinto ed affettuoso plauso.
Caro Tito, senza la pace il pane non ha quasi più valore.
A Badolato, così come in altre nostre comunità calabresi, si suole dire “Mangio pane e cipolla, ma voglio la pace!”. Oserei dire: “Mangio pane asciutto, ma in santa pace!”.
Con tale auspicio e speranza, saluto fraternamente te e i nostri lettori.
In particolare saluto i serresi (autorità e cittadini) sollecitandoli a fare di Serra San Bruno davvero una delle più fertili e migliori Capitali che lavora per la pace nel mondo e per un mondo migliore.
Le premesse ci sono tutte e Salvatore Regio lo ha dimostrato.
Si faccia, perciò, una installazione più stabile e duratura di questa “Donna che implora la Pace” che sia di esempio e di emulazione per altre città e luoghi nel mondo.
E Serra riporti in auge e rafforzi la sua millenaria spiritualità bruniana e certosina, sostenuta persino da laici onesti ed etici nel contribuire alla Pace nel mondo.
Grazie ancora e alla prossima “Lettera n. 487” già bell’e pronta.
Cordialità,
ITER-City, lunedì 25 settembre 2023 ore 16.24 – Da 56 anni ormai (dal settembre 1967) il mio motto di Wita è “Fecondare in questo infinito il metro del mio deserto”.
Voglio far notare che questa illuminante frase l’ho scritta proprio dentro la Certosa di Serra San Bruno quando noi sette “Euro Universal” (accompagnati dal sacerdote francescano Padre Nicola Criniti di Santa Caterina dello Jonio) abbiamo trascorso un giorno ed una notte con i monaci di clausura proprio 56 anni fa, nel settembre 1967.
In quell’occasione ho scritto parecchie poesie, alcune delle quali figurano sia in un librone della Biblioteca della Certosa e sia nella piccola raccolta “Notte in Certosa” in “Gemme di Giovinezza” (13 dicembre 1967) riedita in “Prima del Silenzio” (giugno 1995).
Foto fornita dall’arch. Salvatore Regio