“L’UOMO CHE HO AMATO”, IL LIBRO DI ANNA CRISPINO APRE IL BOOK FESTIVAL A TROPEA
Presentazione, nell’ambito del Film Festival diretto da Emanuele Bertucci, molto toccante introdotta da Antonio Ludovico, scrittore e avvocato penalista catanzarese, e Francesco Della Calce, critico cinematografico
di REDAZIONE
– TROPEA (VV) – 10 SETTEMBRE 2024 – “L’uomo che ho amato” (Martin Eden) di Anna Crispino ha aperto il Book festival a Tropea.
Una presentazione del testo, nell’ambito del Tropea Film Festival diretto da Emanuele Bertucci, molto toccante introdotta da Antonio Ludovico, scrittore e avvocato penalista catanzarese, e Francesco Della Calce, critico cinematografico.
Entrambi hanno portato l’autrice a raccontare il protagonista dell’opera, Carlo Delle Piane, l’uomo che ancora oggi Anna ama. Ludovico ha parlato di un gigante della cinematografia, Della Calce si è soffermato, tra l’altro, sui grandi con cui Carlo Delle Piane ha collaborato, primo tra tutti Pupi Avati.
Se il film “Regalo di Natale” del 1985 ha catturato l’interesse dei presenti la scrittrice avrà un gran bel regalo di Natale nel presentare il libro a Parigi il 19 dicembre 2024, realizzando un suo sogno di bambina.
E’ lei che ci invita a credere nei sogni che vanno ben oltre la vita e i sogni stessi perchè sono loro a farci andare avanti.
Carlo era un uomo che aveva alcune fobie e manie, la paura del contagio ad esempio e dunque quella di essere toccato, amava disporre occhiali e il cappotto in posizioni particolari, adeguandosi a una sua mania del controllo.
Forse l’arte è anche un superamento dei limiti, degli ostacoli e sfugge a ogni forma di controllo per questo rende liberi.
Ha liberato Carlo e libera tutti noi dal quotidiano ossessivo e monotono.
Ma al contempo il protagonista è un uomo forte come emerge dalle pagine del volume e dalle parole di Sara, la figlia di Anna, che in una poesia racconta di un abbraccio virtuale più intenso e autentico di quelli reali tra anime e non corpi che non possono toccarsi o sfiorarsi.
Un libro per capire, per capirsi, per accettare e accettarsi ma soprattutto come spiega la scrittrice per condividere ciò che ci rende deboli e vincere con la forza dell’amore.
Anna Crispino invita anche alla consapevolezza rammentando l’unicità delle persone come Carlo e l’autenticità del loro rapporto fatto non di regali, di cene, di routine tra innamorati ma di vita vissuta a proprio modo, un modo che oggi nelle righe de’ L’uomo che ho amato riecheggia e insegna a non temere di essere rispondenti a se stessi contro ogni regola imposta, contro una società che ci ingloba, contro l’omologazione che è una forma di schiavitù ben più stringente di una fobia.