30 Marzo 2019
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MALTRATTAMENTI SU BAMBINI, IN MANETTE INSEGNANTE E COLLABORATRICE
Arrestate dalla Polizia di Lamezia Terme
di REDAZIONE
LAMEZIA TERME (CZ) – 30 MARZO 2019 – Personale del Commissariato di P.S. di Lamezia Terme ha tratto in arresto – in esecuzione di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal GIP di Lamezia Terme, Emma Sonni – C. R. di anni 59, insegnante e P.M. di anni 63, collaboratrice scolastica, entrambe di Lamezia Terme, responsabili di maltrattamenti aggravati nei confronti degli alunni di una scuola dell’infanzia sita in un quartiere lametino.
Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica di Lamezia Terme dr. Salvatore Curcio e dal Sostituto dr.ssa Emanuela Costa, avevano avuto inizio a seguito delle denunce sporte separatamente da due madri che avevano esternato ai poliziotti lametini il sospetto che i loro figli, frequentanti la scuola dell’infanzia, fossero vittime di maltrattamenti ad opera di un’insegnante.
Gli accertamenti effettuati dall’Ufficio Anticrimine del Commissariato, anche attraverso attività tecnica che si è protratta per quasi due mesi, oltre a riscontrare ampiamente quanto denunciato dalle due madri, consentivano di acquisire ulteriori e significativi elementi circa i maltrattamenti perpetrati ai danni dei bambini non solo ad opera della docente C. R., ma anche da parte della collaboratrice scolastica P. M.
Le captazioni ambientali infatti hanno consentito di disvelare quello che era l’abituale modus operandi da parte delle due donne nei confronti dei piccoli allievi dell’asilo.
Dalla visione e dall’ascolto dei filmati è emerso il clima di vero e proprio terrore che la maestra imponeva nell’aula, con urla spropositate ed immotivate, punizioni esemplari, percosse e frasi offensive.
I poliziotti dell’Ufficio Anticrimine riprendevano in diverse immagini i piccoli alunni mentre, per lunghi periodi di tempo, spesso superiori ai 30 minuti ed anche più volte nell’arco della stessa mattinata, venivano costretti a rimanere immobili, seduti su di una panca, nel mentre la maestra gli urlava contro, o sbatteva con forza una bacchetta di legno sulla cattedra, in modo che, spaventati, non osassero muoversi.
Le indagini documentavano la maestra mentre strattonava da un braccio una bimba e mentre un altro bimbo veniva, per punizione, costretto a stare in piedi ed esposto al sole dinanzi alla finestra.
Il complesso delle indagini faceva emergere il ricorso sistematico alla violenza, sia psicologica che fisica, da parte della maestra e della collaboratrice scolastica, in danno degli allievi loro affidati, bambini di età compresa fra i 3 e i 5 anni, assunto quale usuale metodo educativo: costrizioni ad assumere cibo, strattonamenti, percosse, minacce, anche con il ricorso ad una bacchetta di legno sbattuta energicamente sulla cattedra, gravi ed immotivate punizioni inflitte agli allievi, costretti a stare seduti o isolati dagli altri compagni.