26 Novembre 2016
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MONTAURO (CZ) – SCORIE A CALALUNGA, IL GIALLO DELLA MORTE DEL FOTOGRAFO VINCENZO VISCOMI
Su richiesta dei carabinieri, fotografò il fusto radioattivo. Morì di leucemia fulminante
Articolo e foto di Gianni ROMANO (il Quotidiano del Sud)
MONTEPAONE (CZ) – 26 NOVEMBRE 2016 – Si tinge di giallo la vicenda della presenza di materiale radioattivo in località Calalunga di Montauro,un servizio delle “Iene” andato in onda sulle reti Mediaset, aveva scatenato una serie di indignazioni e di interrogativi.
A questi interrogativi ha cercato di dare risposta l’Arpacal, che grazie ai prelievi e ai carotaggi eseguiti sul posto da personale abilitato,carabinieri e vigili del fuoco, avevano accertato che in questa zona i parametri erano nella completa norma, ma le “Iene” con Giulio Golia avevano continuano a interrogare le persone del luogo sulla morte avvenuta per una rara forma di leucemia ai due cugini Squillacioti del luogo,pescatori dilettanti che avevano trovato nelle loro reti una palla di fango orticante e maleodorante,con ustioni e pruriti al loro contatto,i due cugini morirono a distanza di tempo per leucemia mieloide.
Oggi si torna a parlare di questo perché,si è saputo, che al rinvenimento di un fusto nero e giallo spiaggiato e con i simboli del materiale radioattivo,i carabinieri di Gasperina (CZ) con l’allora maresciallo comandante Giglio,chiamarono un fotografo Vincenzo Viscomi residente e con studio professionale a Montepaone lido, per eseguire delle foto da allegare al referto.
Giunto sul posto dove lo attendeva la pattuglia dei carabinieri in località Calalunga di Montauro,Viscomi toccò il fusto e lo girò per fare le foto da tutte le angolazioni, al momento un forte prurito e un bruciore agli occhi ,rientrato a casa, disse ai suoi familiari di questa strana sensazione, ne parlarono sempre con i parenti, una situazione strana, anomala, Vincenzo Viscomi poco tempo dopo si ammalò di una rara forma di leucemia mieloide,nonostante nella sua famiglia nessuno mai avesse avuto a che fare con questa terribile malattia che non lascia scampo.
Iniziava per Vincenzo un doloroso percorso sanitario, prima Soverato ,poi Catanzaro e poi centro tumori a Perugia ma dove,nonostante cure specialistiche Vincenzo Viscomi moriva nel 2003, tra l’incredulità dei parenti e dei suoi tanti amici a soli cinquanta anni, lasciando la moglie e le due figlie in tenera età.
Sicuramente il fascicolo in possesso dei carabinieri di Gasperina con tanto di fotografie allegate ha seguito il suo iter naturale, arrivando sulla scrivania della Procura della Repubblica del Tribunale di Catanzaro,ma da allora niente è dato sapere, e la famiglia ad oggi ancora non ha avuto risposte esaustive.