MONTEPAONE (CZ) – Con le “mani in pasta” per diventare pizzaioli
Gli studenti del comprensivo hanno partecipato a un progetto sull’alimentazione
Articolo e foto di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud)
MONTEPAONE (CZ) – 28 GENNAIO 2015 – Una giornata diversa dal solito, gli alunni delle secondi classi delle primarie del comprensivo ”don Mario Squillace” di Montepaone lido, del dirigente scolastico Giovanna Esposito Vivino, nell’ambito del progetto sull’alimentazione, hanno partecipato presso l’hotel “Il Pescatore” di Montepaone ad una giornata in cui hanno messo letteralmente le mani in pasta per preparare la pizza.
Prima la parte teorica con nozioni utili per passare poi alla parte prativa, nelle bacinelle gli alunni si sono cimentati nella preparazione dell’impasto, le facce divertite dei giovani pizzaioli erano già uno spettacolo, divertiti e coinvolti fino al momento della lievitatura,per passare poi a stendere il panetto di farina e cominciare a farcirlo, pomodoro, mozzarella, altri ingredienti a piacere e poi con l’aiuto del valido pizzaiolo infornare nel forno legna il loro operato.
Risultato? Una pizza fragrante e fumante, preparata da loro grazie anche ai loro docenti presenti, piccoli pizzaioli crescono ed apprendono quanto sia importante il valore del cibo e della alimentazione,preparare con le loro mani tutto questo, rientra in un progetto scolastico ed educativo.
La pizza ha una storia lunga, complessa e incerta. Le prime attestazioni scritte della parola “pizza” risalgono al latino volgare di Gaeta nel 997. un documento, scritto su pergamena d’agnello, di locazione di alcuni terreni e datato sul retro 31 gennaio 1201 presente presso la biblioteca della diocesi di Sulmona – Valva riporta la parola “pizzas” ripetuta due volte.
Già comunque nell’antichità focacce schiacciate, lievitate e non, erano diffuse presso gli Egizi, i Greci (maza) e i Romani (offa e placenta).benché si tratti ormai di un prodotto diffuso in quasi tutto il mondo, la pizza è un piatto originario della cucina italiana. Nel sentire comune, spesso, ci si riferisce con questo termine alla pizza tonda condita con pomodoro e mozzarella, ossia la variante più conosciuta della cosiddetta pizza napoletana, la pizza Margherita.
La vera e propria origine della pizza è tuttavia argomento controverso: oltre a Napoli, altre città ne rivendicano la paternità, per esempio Genova. Esiste, del resto, anche un significato più ampio del termine “pizza”. Infatti, trattandosi in ultima analisi di una particolare specie di pane o focaccia, la pizza si presenta in innumerevoli derivazioni e varianti, cambiando nome e caratteristiche a seconda delle diverse tradizioni locali.
Tipologia per preparazione Pizza tonda, Pizza tonda servita nel piatto e già tagliata in quattro spicchi Per la pizza tonda l’impasto previamente fatto lievitare in monoporzioni, viene steso in forma di disco, variamente condito e cotto a contatto del piano rovente di un forno. È la più conosciuta e consumata nel mondo e viene detta appunto anche pizza classica o pizza napoletana.T ipica in diverse cucine regionali italiane, è divenuta famosa come specialità della cucina napoletana.
La città di Napoli ha svolto infatti un ruolo importantissimo nella storia della pizza, creando ed esportando questa specialità che è ora la più diffusa nel mondo . Per questo motivo si usa ancora l’espressione “pizza napoletana” come sinonimo di “pizza tonda” anche se le sue caratteristiche sono spesso diverse rispetto a quelle della tradizione partenopea.
Soprattutto fuori dall’Italia invece della pasta di pane si usano spesso impasti più grassi e talvolta anche dolci; il condimento è sempre abbondante e varia notevolmente a seconda delle abitudini locali.
La stesura dell’impasto in forma di disco può avvenire con l’uso del matterello oppure, preferibilmente, a mano girando e tirando le palline lievitate d’impasto sopra un piano di lavoro o con evoluzioni aeree. Specialisti di quest’ultimo metodo sono i pizzaioli acrobatici.