MONTEPAONE (CZ) – Ex detenuto e senza lavoro chiede aiuto per il figlio malato
Matteo Celia, da detenuto a padre disperato
Scontata la pena, Matteo Celia non sa come portare avanti la famiglia alle prese con la grave malattia di uno dei figli. Finora dalle istituzioni è arrivato solo un piccolo aiuto dal Comune di Montepaone
Fonte: articolo di Gianni Romano (Il Quotidiano del Sud, in precedenza denominato Il Quotidiano della Calabria)
MONTEPAONE (CZ) – 19 SETTEMBRE 2014 – “Fine pena mai?” è quello che dichiara Matteo Celia ex detenuto,la sua condanna è stata scontata come è giusto che sia, ma quello che dice lui è che è assolutamente impossibile trovare, chi gli dia un lavoro qualsiasi per vivere in modo decoroso con la moglie e i suoi due figli.
Nonostante siano molte le domande anche agli enti preposti, ma avere nessun esito positivo, una situazione al limite la sua, la moglie che è invalida è stata licenziata senza nessuna spiegazione plausibile, il figlio Vincenzo di 14 anni frequenta la prima classe del geometra a Soverato, ma senza sostegno economico come può una famiglia comprare i testi scolastici e provvedere per il viaggio con l’autobus da Montepaone a Soverato?
Ed ancora Valentina di anni 12, la figlia più piccola, necessita di supporti scolastici ma al momento la famiglia non può provvedere. Matteo vive del poco che il papà pensionato gli può dare in modo occasionale, ma Matteo non vuole una mano così, lui vuole lavorare, rientrare nella cosiddetta società civile e portare avanti la sua famiglia in modo dignitoso.
Anche la spesa giornaliera è un grande problema quando mancano i soldi,il frigorifero diventa solo un inutile elettrodomestico, vuoto e non utilizzato,e considerando che il figlio grande necessità di cure continue all’ospedale “Macchi”di Varese, dove è stato operato per un grave problematica.
In quella occasione Matteo e la sua famiglia hanno dormito in macchina per una settimana davanti al presidio ospedaliero. Tanti i disagi che una famiglia di Montepaone Lido deve necessariamente subire a causa della mancanza di lavoro di entrambi i genitori. A questo stato di fatto si aggiunge una difficile situazione sanitaria che necessita di spese continue, questa famiglia composta da padre, madre e due figli minori deve fare i conti anche con una vicenda che tocca la cosiddetta società civile.
Tutto inizia quando il figlio di appena tredici anni comincia ad avere seri problemi di salute, apnee notturne con rischio di soffocamento, copiose e inarrestabili emorragie dal naso e spesso sveniva per lungo tempo. Da qui inizia il calvario di questa famiglia, subito la visita specialistica all’ospedale di Soverato, i medici accertando la complessità del caso mandano il minore ad una visita più approfondita al presidio ospedaliero di Germaneto di Catanzaro.
Ma il medico che lo visita intuendo la complessità del caso, prepara il minore con un intervento chirurgico di sei ore al trattamento specialistico successivo e invita la famiglia a recarsi al centro specialistico di Varese presso l’ospedale di Circolo fondazione “Macchi” polo universitario di Milano, con grandi difficoltà e l’aiuto economico di parenti, considerato che questa famiglia è senza nessun reddito partono con la loro macchina per quello che viene definito un viaggio della speranza.
Mille chilometri lontano dalla Calabria, giunti sul posto a Varese, subito la visita e la diagnosi “angiofibroma nasofaringeo destro”, con abbondanti lacerazioni al massiccio frontale con inevitabile ricostruzione ossea nei tre piani dello spazio.
Una diagnosi terribile, per un bambino di soli tredici anni, e che porta il minore nuovamente in sala operatoria per un intervento in anestesia totale di ben tredici ore, l’intervento complesso partiva con una incisione all’inguine per trovare la vena che porta al cervello, e subito dopo l’asportazione dell’angioma nella cavità nasale. Finito l’intervento il minore deve stare ricoverato per una settimana per le medicazioni,mentre la famiglia, padre, madre e un’altra figlia minore devono dormire in macchina per mancanza di soldi, quei soldi pochi, ma necessari al viaggio di ritorno.
Durante il ricovero il giovane paziente è stato sottoposto a risonanza magnetica del massiccio frontale e dell’encefalo con mezzo di contrasto paramagnetico che evidenza una voluminosa lesione espansiva del rinofaringe angiofibroma giovanile dei vasi epiartoci, dimesso il minore e la famiglia si mettono in viaggio verso la Calabria, ma i disagi continuano, ora servono cure costose e farmaci continui ma questa famiglia non può provvedere da sola.
La richiesta di aiuto al comune di Montepaone ha prodotto fino ad oggi solo un piccolo aiuto, una goccia nel mare del bisogno, le altre istituzioni al momento sono sorde, ma fino a quando? La Regione Calabria istituisce un fondo per finanziare le famiglie in difficoltà.
A darne informazione una nota della presidenza della Regione che informa della presentazione del progetto da parte del Presidente della Giunta Regionale Scopelliti e dell’Assessore alle Politiche Sociali Salerno. Le risorse destinate al progetto sono di 20 milioni e, si stima, potranno attingere al fondo circa 4 mila famiglie calabresi.
I fondi saranno erogati con lo strumento del “credito sociale” e verranno destinate a persone fisiche che versano in temporanea difficoltà finanziaria, questo è uno di quei casi dove la buona politica deve necessariamente incontrare le famiglie bisognose,lontano da tessere di partito e di colore politico, perché il bisogno non ha colore,ma necessita solo di un aiuto concreto.