27 Giugno 2014
80
MONTEPAONE (CZ) – POLITICA CHE “SI TIRA INDIETRO” – Le dimissioni del sindaco Franco Froio
Franco Froio
«E’ una decisione triste, ma che prendo con serenità», le parole dell’ormai ex primo cittadino
Fonte: articolo e foto di Gianni Romano (Il Quotidiano della Calabria)
MONTEPAONE (CZ) – 27 GIUGNO 2014 – Ore dieci, protocollo numero 4910, numeri per segnare un percorso. Ma bisogna fare un passo indietro, deserto il consiglio comunale della sera prima con l’assenza di numerosi consiglieri.
Alla fine il sindaco Franco Froio si è dimesso, creando così un effetto domino che ha colpito negli anni la riviera di Nausica, i comuni di Montauro, Gasperina, Soverato ed oggi Montepaone hanno già visto e vissuto questo scenario.
Froio con un’ accalorata lettera ha protocollato all’ente comunale il perché delle sue dimissioni, cosa può accadere adesso? Se Froio non rientra nei prossimi venti giorni da questa decisione il comune sarà commissariato e il prefetto manderà un suo delegato a reggere le sorti fino alla prossima primavera quando si tornerà alle urne, oppure se i sette consiglieri comunali, quattro della opposizione Migliarese, Voci, Lucia e Venuto, più due del gruppo Arcobaleno Sestito e Pirrò e Siciliano che ha aderito al gruppo consiliare del Pd, firmeranno congiuntamente le proprie dimissioni il consiglio comunale sarà in ogni caso sciolto.
La piazza ieri era particolarmente attenta a queste evoluzioni, un via vai di consiglieri comunali, assessori, segretari di partiti politici, semplici cittadini, tutti a discutere sulle possibili soluzioni, ma qualunque sia la soluzione e l’esito la politica intesa come servizio alla cittadinanza ha fallito, e il comune diventa un non luogo dove fare politica. Di chi le colpe? Sicuramente su questa tesi ci sarà uno scarico di responsabilità.
Cosa ha detto a questo punto l’ex sindaco Franco Froio. «”E’ con tanta tristezza – afferma – e amarezza ma con altrettanta serenità che comunico le mie dimissioni da sindaco di questa comunità che con fiero orgoglio e onore ho guidato per tre anni».
«Dopo il vile cambio di casacca di un membro della nostra maggioranza – continua Froio – nonostante i numeri non sarebbero più stati dalla mia parte ho pensato fosse cosa giusta come ultimo atto di responsabilità di rispetto e amore verso il mio paese, continuare a restare al mio posto per ridurre al minimo il tempo del commissariamento e per portare a termine importantissimi atti in scadenza ed in itinere, dei quali tutti i nostri consiglieri sono a conoscenza, darò così anche la possibilità a qualche consigliere di trovare alibi e giustificazioni in quanto non si vergognerebbero nemmeno di addossare sulle mie spalle tutte le responsabilità del commissariamento, asserendo che per nessuna cosa al mondo mi avrebbe sfiduciato in consiglio».
«Per il resto – aggiunge Froio – sono pronto a testimoniare difendere e gridare ai quattro venti l’operato dei miei consiglieri di maggioranza e di tutto l’ente in tema di moralità trasparenza di legalità e di onestà avendo anteposto sempre il bene collettivo. Ed è per l’altissimo senso di legalità e di moralità che non solo risulta assolutamente chiara e netta la posizione mia e di tutta la maggioranza sulla totale estraneità a quanto riportato negli ultimi giorni su alcuni organi di stampa locale, ma che fa veramente male pensare tutta la nostra comunità a causa di pochi, debba essere vittima di infamia che non merita».
«Vado via con la coscienza a posto – dice ancora Froio – certo di avere mantenuto fede al giuramento fatto in consiglio sul rispetto assoluto della costituzione italiana,dal primo all’ultimo giorno indossando la fascia tricolore con tutto l’amore di cui sono capace».
«Ma vado via – conclude Froio – con l’amara considerazione sinteticamente racchiusa in una frase che mi sento ripetere da anni – tu non sei fatto per la politica – è vero probabilmente specie in questa terra dove sono ben altre e meno nobili le doti per avere successo e per essere un bravo politico, questo modo della politica che non mi appartiene più e che forse non mi è mai appartenuto».