24 Marzo 2021
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«NEL BUIO SBOCCIA SEMPRE QUALCOSA DI NUOVO», LA RIFLESSIONE DEL VESCOVO DI LAMEZIA PER LA PASQUA
Monsignor Schillaci: “In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile”
di REDAZIONE
LAMEZIA TERME (CZ) – 24 MARZO 2021 – Il vescovo monsignor Giuseppe Schillaci affida ad una lunga riflessione il suo messaggio per la Santa Pasqua rivolto alla Diocesi di Lamezia Terme.
Così esordisce monsignor Schillaci “Cari fratelli e sorelle nel Signore, presbiteri, diaconi, religiose, religiosi, fedeli tutti, senza dimenticare i bambini, i ragazzi e i giovani ma anche gli anziani, soprattutto i malati e tutti i sofferenti, della nostra Chiesa che è in Lamezia Terme, ci siamo messi in cammino con la quaresima verso la luce Pasquale di Cristo morto e risorto.
Siamo consapevoli che non c’è risurrezione di Cristo senza la sua passione e la sua morte, ma passione e morte sono privi di senso senza la luce della risurrezione di nostro Signore. La celebrazione della Pasqua è per noi il centro di tutto l’anno liturgico; è il cuore della nostra fede!
A questo centro e a questo cuore desideriamo far riferimento con tutto noi stessi per alimentare le gioie e le speranze, ma anche per alleviare le angosce e le tribolazioni, le une e le altre, che non smettono di accompagnare l’intero l’arco della nostra esistenza temporale”.
“Il tempo che stiamo vivendo, forse, non ci consente di manifestare, come vorremmo e come siamo soliti, la gioia della Pasqua con le nostre storiche e belle tradizioni, con cui la fede del popolo nel corso dei tempi ha cercato di intuire ed entrare nel mistero della consegna del Figlio di Dio all’umanità intera.
Purtroppo – aggiunge nella sua riflessione – anche alcuni momenti conviviali e fraterni che accompagnano il giorno della festa verranno meno, ma tutto questo non ci impedisce di vivere al meglio questo evento così fondamentale e decisivo per la nostra esistenza cristiana come discepoli del Signore.
Da parte di ciascuno di noi non mancherà creatività, passione, coinvolgimento, per esprimere nelle nostre comunità parrocchiali, ma anche nelle nostre case, nelle comunità e nei gruppi ecclesiali, la gioia calda e accogliente che scaturisce dalla risurrezione di Cristo che riempie il cuore e la vita di significato pieno, vero, profondo, antico e sempre nuovo”.
“La nostra esistenza – riflette ancora – nella sua interezza e integralità sia sempre più permeata dalla vitalità inesauribile della Pasqua che è l’avvenimento cristiano per eccellenza: perché la natura, il mondo, l’uomo, la storia, accolti, pensati, compresi e amati, alla luce del Signore Risorto manifestino tutto il loro prorompente dinamismo e la loro pienezza di senso.
“È vero che molte volte sembra che Dio non esista: vediamo ingiustizie, cattiverie, indifferenze e crudeltà che non diminuiscono. Però è altrettanto certo che nel mezzo dell’oscurità comincia sempre a sbocciare qualcosa di nuovo, che presto o tardi produce un frutto. In un campo spianato torna ad apparire la vita, ostinata e invincibile.
Ci saranno molte cose brutte, tuttavia il bene tende sempre a ritornare a sbocciare ed a diffondersi. Ogni giorno nel mondo rinasce la bellezza, che risuscita trasformata attraverso i drammi della storia” (Papa Francesco, Evangelii gaudium, 276)”.
“La nostra fede nel Cristo morto e risorto ci permette di scorgere il bene dove sembra esserci solo malvagità e cattiveria, di vedere la luce dove, invece, ogni cosa ci appare avvolta e pervasa di tenebre e buio. Proviamo, da uomini e donne di fede, a non perdere mai la fiducia e la speranza su ogni realtà, situazione, persona, evento, che ci circonda, ci attraversa, ci riguarda. Proviamo a contemplare, in questo tempo strano, difficile, complesso, Cristo redentore dell’uomo, cuore del cosmo e della storia.
Da buoni discepoli lasciamoci interpellare, e quindi anche mettere in questione, dalla sua parola. Ascoltiamola con cuore aperto, sincero, disponibile; e alla luce della Parola osiamo coinvolgerci di più, non solo per meglio capire la realtà del nostro tempo, ma soprattutto per servire questa realtà con maggiore compassione, chinandoci, facendone parte e prendendocene veramente cura.
Lasciamoci raggiungere ed inquietare dal Vangelo perché nessuno di noi smarrisca l’essenziale, ciò che veramente conta nella nostra vita: Dio, la sua natura, il suo mistero, il suo smisurato amore per ogni uomo e ogni donna, per il creato, per ogni essere vivente, per tutti, soprattutto per gli ultimi, per gli scartati e i dimenticati che oggi non contano proprio niente”.
“Papa Francesco nella sua lettera su San Giuseppe, Patris corde, ci consegna un bell’esempio per la nostra vita di credenti e discepoli del Signore: “La Felicità di Giuseppe non è nella logica del sacrificio di sé, ma del dono di sé. Non si percepisce mai in quest’uomo frustrazione, ma solo fiducia. Il suo persistente silenzio non contempla lamentele ma sempre gesti concreti di fiducia.
Il mondo ha bisogno di padri, rifiuta i padroni, rifiuta cioè chi vuole usare il possesso dell’altro per riempiere il proprio vuoto; rifiuta coloro che confondono autorità con autoritarismo, servizio con servilismo, confronto con oppressione, carità con assistenzialismo, forza con distruzione.
Ogni vera vocazione nasce dal dono sé, che è la maturazione del semplice sacrificio”. Alla luce di San Giuseppe, quest’uomo giusto, umile, obbediente, discreto, tenero, ma anche forte, coraggioso e concreto, è nostro desiderio vivere la Pasqua del Signore con quella carità che fa di noi dei testimoni credibili, audaci e speranzosi, capaci di aiutare gli altri, con spirito autenticamente fraterno, a crescere in umanità e dignità, specialmente i più piccoli, i più bisognosi e i più poveri di ogni condizione.
Il Signore Risorto ci conceda, pertanto, sempre più di essere suoi infaticabili testimoni; di essere lievito, sale e luce in questo nostro tempo, difficile e problematico, con e per tutti gli uomini di buona volontà che incontriamo nella nostra amata terra di Calabria, nelle nostre case, nel nostro lavoro, nella nostra vita. La nostra vita profumi sempre più di Vangelo!”.
“Donaci, o Signore della vita, una fede adulta capace di rendere ragione della speranza che abita in noi, incarnando nella nostra esistenza personale e comunitaria il tuo amore puro, disinteressato e gratuito.
Fa di noi, ognuno nella propria condizione di vita, persone capaci di costruire fraternità ovunque e con chiunque; rendici persone che sappiano provare intima e profonda gioia nel vedere crescere e maturare il bene negli altri; manda il tuo Spirito perché sappiamo amare di più e meglio, stimando e incoraggiando ogni persona che fa bene il bene per tutti e ciascuno, soprattutto quando a farlo sono le persone più lontane da noi, per cultura, tradizione o fede religiosa.
Donaci Signore Risorto il tuo aiuto perché possiamo imparare a camminare insieme, fra di noi e con tutti; rafforza in noi la fiducia e la speranza nel senso di comunità, perché ciascuno sappia incontrare, accogliere, prendersi cura di ogni altro.
Fa di noi degli autentici artigiani di fraternità, dar vita a comunità sempre più aperte, capaci di diffondere la tua bontà Signore, la tua vicinanza, la tua compassione, la tua tenerezza.
Per noi e per tutti interceda Maria Madre del Redentore. Ci auguriamo tutti che nella nostra vita risuoni e risplenda sempre di più l’Alleluia pasquale! Cristo è risorto! Alleluia!
È Veramente risorto! Alleluia!”