12 Luglio 2015
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PALERMITI (CZ) – Per il consiglio comunale Loiacono è incompatibile
Rocco Loiacono
Aveva surrogato il capolista Cantaffa che aveva rinunciato all’incarico. “Rinascita per Palermiti” annuncia le vie legali
Articolo e foto di Salvatore TAVERNITI (Gazzetta del Sud)
PALERMITI (CZ) – 12 LUGLIO 2015 – «Sono amareggiato. E’ una situazione imbarazzante quella in cui si trova Palermiti, la politica locale e il modo di amministrare». Non usa mezzi termini Giuseppe Cantaffa, ex amministratore provinciale e candidato a sindaco nelle ultime elezioni comunali con la lista “Rinascita per Palermiti”, risultato eletto nella minoranza e surrogato, dopo sua rinuncia, con il primo dei non eletti, Rocco Loiacono.
Ma la nomina del nuovo consigliere non va giù alla maggioranza consiliare, che nella seduta del consiglio dell’8 luglio scorso, ha votato per l’ineleggibilità e l’incompatibilità di Loiacono (contrari gli altri due consiglieri di minoranza).
Un consigliere comunale di maggioranza, infatti, in sede di insediamento del sindaco e del nuovo consiglio, aveva sollevato il problema, in quanto Loiacono è agente scelto della Polizia penitenziaria e svolge il proprio servizio nella sede circoscrizionale di Catanzaro e ciò sarebbe in contrasto con le normative che prevedono che il soggetto doveva essere trasferito prima dell’espletamento del procedimento elettorale.
Loiacono, in seguito, ha presentato le proprie controdeduzioni, rappresentando di essere in servizio a Busto Arsizio e distaccato a Catanzaro per finalità elettorali, oltre ad avere ricevuto formale autorizzazione dal proprio Ministero. Sulla vicenda la Prefettura di Catanzaro ha chiesto l’orientamento del Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria.
Intanto, Cantaffa e il gruppo di “Rinascita per Palermiti” sono intenzionati a dare battaglia, recandosi dal Prefetto e aprendo una vertenza legale. «Invece di impegnarsi ad operare per il bene della comunità – afferma Cantaffa – gli amministratori comunali palermitesi perdono il loro tempo a interpretare leggi in maniera distorta e in barba alla democrazia, con il rischio di arrecare danni economici in caso di soccombenza nella vertenza legale che certamente avvieremo».