14 Luglio 2016
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PRESERRE (CZ) – “AL MUSEO DELLE RELAZIONI INTERROTTE” DI MIA LECOMTE
Un’autobiografia minima di un’autrice di grande talento
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 14 LUGLIO 2016 – Mia Lecomte è nata nel 1966 e attualmente vive tra Roma e Parigi.
Poeta, autrice di narrativa, di testi per l’infanzia e di teatro, tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: la silloge poetica Intanto il tempo (La Vita Felice 2012); la raccolta di racconti Cronache da un’impossibilità (Quarup 2015); e il libro per bambini L’Altracittà (Sinnos 2010). Le sue poesie sono state pubblicate all’estero e in Italia in numerose riviste, e in raccolte antologiche, e nel 2012, a Toronto, presso Guernica Editions, è uscita la sua antologia bilingue For the Maintenance of Landscape. Traduttrice dal francese, svolge attività critica ed editoriale nell’ambito della comparatistica, e in particolare della letteratura transnazionale italofona: è curatrice delle antologie Ai confini dei verso. Poesia della migrazione in italiano (Le Lettere 2006), Sempre ai confini del verso. Dispatri poetici in italiano (Éditions Chemins de tr@verse 2011) e con Luigi Bonaffini A New Map: The Poetry of Migrant Writers in Italy (Legas 2011).
È redattrice del semestrale di poesia comparata “Semicerchio” e di alcune riviste letterarie online, fra cui il trimestrale di letteratura della migrazione “El Ghibli”, e collabora all’edizione italiana de “Le Monde Diplomatique”. È ideatrice e membro della Compagnia delle poete.
Di Mia Lecomte è uscito in questi giorni il suo nuovo libro di poesie edito da LietoColle, Al museo delle relazioni interrotte che tra l’altro si arricchisce di una testimonianza molto bella e ispirata, “Appunti per un augurio”, di Carlo Bordini:
“Questo libro è un percorso, da elementi di crisi arriva al dramma. È un crescendo. Una crisi famigliare, la crisi dell’amore. Nello stesso tempo questo libro è una serie di invenzioni che partono da una scarnificazione di sé. Non è, come certi altri, un libro rivolto a una persona, o meglio, lo è anche, ma qualcosa lo distingue da quei libri che usano troppo il tu: non è un libro di recriminazioni. Osserva il dramma. Come se fosse inevitabile. Crea un elenco di sintomi.”
Bordini ha colto bene l’essenza di questo libro della Lecomte il cui modo di poetare è dinamico, vivo: ricorda un pò l’onda del mare che si frantuma sugli scogli. La visione (come l’onda) crea una serena e spontanea reazione nei confronti degli avvenimenti:
“Sono gli oggetti che ci hanno seguiti fin qua/ che ci appartengono senza averli mai scelti/ tu conti le medaglie impagliate/ tu annodi il vincastro di fumo/ tu lucidi il soldatino travestito da mago/ io sciolgo nell’urna la caramella al veleno/ io mescolo i cubi del pallottoliere/ io vesto la bambola tutta riccioli e ossa/ di questi ne abbiamo a migliaia/ non li riconosciamo e ce li vorremmo scambiare/ ma tu sei così solo che ti meravigli del caos/ io sono semplice e ripongo con cura ogni cosa” ( Indizi ( Paris, Cité de Trevise)
Naturalmente le poesie inserite in Al museo delle relazioni interrotte, accolgono gli stati d’animo di una vita, quasi un’autobiografia minima che la Lecomte vuole condividere con i suoi lettori. E lo fa usando gli strumenti di una poesia colta e matura.
LietoColle – http://www.lietocolle.com/2016/07/novita-editoriale-lecomte-mia-al-museo-delle-relazioni-interrotte/