6 Aprile 2017
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PRESERRE (CZ) – BATTAGLIA E MISEFERI FANNO RIFLETTERE SOVERATO
Con lo spettacolo “Dietro la Porta” nell’ambito della rassegna teatrale “ReStart”
Articolo e foto di Gianni ROMANO (Il Quotidiano del Sud)
PRESERRE (CZ) – 6 APRILE 2017 – Continua la rassegna teatrale “Re Start”, un successo continuo,la rassegna organizzata dall’amministrazione comunale di Soverato con il consigliere con delega alla cultura Emanuele Amoruso, che ha portato in riva al mare jonio spettacoli di livello culturale che hanno riscosso numerosi apprezzamenti.
“Dietro la Porta” – scritta e diretta da Gianni Quinto e interpretata da Giacomo Battaglia e Gigi Miseferi, a Soverato sul palco del teatro comunale, inserita nel sesto appuntamento della stagione “Re Start”.I protagonisti della storia sono due barboni: Armando Meniconi (detto “Il Principe”) e Giovanni Passalaqua (detto “Il Terrone”), uniti dal solo fatto di aver vissuto la loro esistenza senza una fissa dimora. Ora, entrambi morti, si ritrovano in un luogo sospeso dopo la vita e non avendo loro nessuna informazione sulla morte, non sanno se la loro attesa davanti ad una porta sia il preludio a qualcosa che verrà oppure l’ennesima illusione di un’esistenza sfortunata.
Inizia una lunga e strana conoscenza, fatta di discorsi privati, che ben presto diventano collettivi. I protagonisti discutono della società e, senza mai giudicarla, ne descrivono le problematiche con semplici parole, essendo sempre stati spettatori silenziosi ed invisibili .Un incontro metafisico, in un posto indefinito, tra due uomini che hanno trascorso la loro vita ai margini della società. Due modi di guardare il mondo attraverso la medesima condizione con due ottiche differenti, a volte agli antipodi.
L’unica costante è l’aver vissuto nell’oblio e l’aver fatto dell’abbandono l’unico prezioso ma decadente mezzo di comunicazione. Ed è proprio nella continua e stressante percezione di “essere/” invisibili che i due trovano un impagabile compagno di viaggio. Una tematica sempre attuale,esiste qualcosa dopo la morte,saremo ancora noi oppure avremo altre opportunità? Saremo (come in questo caso) due poveri barboni che parlano solo con la loro ombra, oppure ci sarà anche per loro un cambiamento in positivo? Lo spettacolo non lo dice, preferisce che sia lo spettatore ad immaginare un futuro diverso,ma quello che si vede in scena, apre molti interrogativi, siamo sicuri di guardare in faccia il povero di turno,o siamo pieni di preconcetti?
Uno spettacolo che lascia molti interrogativi e motivi di cambiamento, il barbone, il diverso non è molto lontano da noi, spesso è il nostro vicino di casa.