OLIVADI (CZ) – Imu agricola, la “rivolta” dei sindaci
Alcuni primi cittadini del territorio la considerano peggiore dell’Imposta sul macinato, applicata dallo stato italiano nell’800 con il ministro delle finanze Quintino Sella
di REDAZIONE
OLIVADI (CZ) – 13 FEBBRAIO 2015 – Nel giorno coincidente con il termine ultimo per il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli, i sindaci o i loro rappresentanti dei Comuni di Cortale, Chiaravalle Centrale, Centrache, Borgia, Argusto, Amaroni, Gagliato, Montauro, Olivadi, Palermiti, Sant’Andrea Apostolo dello Ionio, San Vito sullo Ionio e San Floro, si sono dati convegno nel municipio di Olivadi per discutere sull’applicazione della tassa e sulle modalità per manifestare, a chi di dovere, il proprio profondo dissenso sui metodi e sull’ opportunità di stabilire tale imposta, applicata su terreni agricoli del territorio che rappresentano.
Dopo le vergognose incertezze del Governo, infatti, con Decreto Legge n. 4 del 24 gennaio 2015 è stata disposta l’esenzione dell’Imu soltanto per quei comuni che, nell’elenco dei comuni italiani predisposto dall’Istat, risultano totalmente montani, annullando dall’esenzione i Comuni elencati nella circolare esplicativa n. 9 del 1993 che includeva nell’esenzione una buona parte dei comuni della Provincia di Catanzaro,in quanto zona svantaggiata, tra cui i Comuni sopra citati.
Dal dibattito è emerso che l’Imu agricola è peggiore dell’Imposta sul macinato, applicata dallo stato italiano nell’800 con il ministro delle finanze Quintino Sella. I sindaci, inoltre hanno posto l’accento sul metodo adottato dal governo che obbliga i Comuni a rivestire la carica di esattori per recuperare parte della spesa sostenuta per dare ai dipendenti pubblici i famosi 80 Euro, non è né equo, né democratico.
Durante l’incontro è stato sottolineato come i valori dei terreni sui quali viene applicata l’aliquota per il calcolo dell’imposta sono fantomatici in quanto viene considerato come base il reddito dominicale dei terreni ovvero la rendita fondiaria del padrone (dominus) che per la maggior parte dei terreni della zona non esiste in quanto incolti, invendibili e quindi senza alcun valore e per quelli ancora coltivati, i costi per la lavorazione superano le entrate.
Altro dato valutato dall’assise è venuta dal fatto che l’Imposta così applicata è iniqua e ingiusta in quanto le imposte, in un paese democratico, dovrebbero essere pagate sul reddito certo e non presunto.
Il consesso, infine, all’unanimità, ha deciso di promuovere per il prossimo 17 febbraio alle ore 16, presso la sala consigliare della Provincia di Catanzaro, un incontro più allargato, interessando i rappresentanti della Regione, della Provincia e delle Associazioni di Categoria, i giornalisti della carta stampata e delle emittenti televisive, con lo scopo di stabilire le modalità più opportune per un ricorso alle autorità competenti.