12 Ottobre 2016
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PRESERRE (CZ) – MINACCIA LUPI, PARCO ASPROMONTE SI AFFIDA AI “PASTORI CALABRESI”
Difenderanno allevamenti da attacchi del terribile predatore
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 12 OTTOBRE 2016 – Sostenere la convivenza tra il lupo, specie protetta da leggi dello stato e direttive comunitarie, e l’uomo.
E’ l’obiettivo dell’ente parco nazionale dell’Aspromonte che ha avviato un’azione finalizzata a questo scopo attraverso la consegna di alcuni esemplari di “cane da pastore della Sila”, meglio noto come pastore calabrese. Saranno loro a difendere gli allevamenti dagli attacchi del temibile predatore. I cani saranno consegnati agli allevatori che operano in Aspromonte. Una delegazione del Club Italiano Pastore della Sila illustrera’ ai pastori le caratteristiche degli animali da guardia che, rappresentando la memoria storico-genetica della tradizione agropastorale calabrese, sono in grado di vivere in simbiosi con gli armenti, rivelandosi particolarmente efficace nella difesa delle greggi.
“In Aspromonte – ha spiegato il Presidente dell’ente parco, Giuseppe Bombino – l’espansione numerica del predatore, da mettere in correlazione con l’incremento delle prede selvatiche, quali il capriolo ed il cinghiale (su cui lo stesso parco sta conducendo specifici programmi di gestione e monitoraggio), evidenzia un residuo comportamento da parte del lupo volto ad integrare il regime alimentare consumando predazioni su animali domestici (ovi-caprini in particolare). L’azione promossa in questa fase del progetto, pertanto, rientra nel piano di interventi che l’ente parco sta mettendo in campo per coniugare le contrapposte ragioni della tutela del lupo con quelle della salvaguardia e valorizzazione delle attivita’ umane”.
“D’altra parte – prosegue Bombino – con la valorizzazione del “cane da guardiania calabrese” si persegue l’obiettivo della rivalutazione e della diffusione della razza canina autoctona calabrese. Continua, quindi, l’opera di coinvolgimento dei pastori e dei coltivatori diretti nelle attivita’ del Parco: da un lato – conclude il Presidente Giuseppe Bombino – il progressivo recupero dell’antico rapporto uomo-natura e, dall’altro, la restituzione della dignita’ professionale ed economica ad una figura, quella del pastore, troppo spesso relegata ad un ruolo sociale del tutto marginale e poco gratificata, ma sempre pronta a garantire il presidio e la tutela del territorio”.