19 Settembre 2017
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PRESERRE (CZ) – PSR GIOVANI, COLDIRETTI: «DOPO SENTENZA TAR REGIONE AGISCA IN AUTOTUTELA»
Molinaro: si impone la richiesta di irrobustire la struttura amministrativa del Dipartimento
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 19 SETTEMBRE 2017 – L’Ordinanza Cautelare del Tar Calabria del 15.09.2017 che pronunciandosi in merito ad un ricorso, “accolto con riserva” di sei giovani imprenditori agricoli che erano rimasti esclusi alle domande di sostegno per gli investimenti riferiti alla misure 6.1.1 e 4.1.2 del bando 2016 “Giovani Imprenditori” del PSR 2014-2020, conferma – chiede Molinaro presidente di Coldiretti Calabria – “l’esigenza di irrobustire la Struttura Amministrativa del Dipartimento al fine di evitare contenziosi e allungamento dei tempi” .
La Coldiretti con una lettera indirizzata al Presidente Oliverio e ai Dirigenti del Dipartimento, sollecita la Regione a porre riparo perché certamente non si può aspettare l’esito dell’udienza di merito prevista il 23 maggio 2018. Sarebbe – chiosa – la paralisi completa per il Psr.
E allora cosa fare? La Coldiretti propone, intanto l’immediata esecuzione dell’ordinanza del Tar – un atto dovuto – e poi, adottare un provvedimento in autotutela per estendere l’ammissibilità all’istruttoria disposta dal Tar a tutte le casistiche escluse indicate nei dei DDG 5818 e 5819 del 05.06.2017 e riguardanti l’assenza della firma digitale ed altre circostanze indicate come carenze di documenti non allegati in forma digitale a causa delle disfunzioni del portale informatico, puntualmente segnalate con Pec dai tecnici o direttamente dai beneficiari, quale circostanza che ha impedito il corretto completamento della domanda informatizzata sebbene completa della documentazione cartacea acquisita nel fascicolo del progetto costituito e custodito dai Caa e/o dai tecnici delegati.
L’Ordinanza del Tar censura il Dipartimento Agricoltura, che non ha considerato ricevibili per la mancanza della firma digitale (firme Otp) le domande presentate e conseguentemente evidenzia l’illegittimità della decisione del Dipartimento.
“Scegliere la strada giudiziaria non è certamente consigliabile anche perché non bisogna penalizzare le imprese perché è evidente che sotteso a tutto questo – rileva Molinaro – vi è l’indiscutibile volontà delle imprese agricole a presentare, quale atto finale, la domanda dopo aver dato mandato ai tecnici sostenendo i relativi costi e predisposto tutta la copiosa documentazione prevista dal bando unitamente agli elaborati progettuali allegati alla domanda in forma digitalizzata e poi – conclude – anche in questo caso si sono ravvisate le notorie e più volte segnalate disfunzioni del sistema informativo”.