PRESERRE (CZ) – SANITA’, OLIVERIO: «FINE COMMISSARIAMENTO O MI INCATENO DAVANTI A PALAZZO CHIGI»
Mario Oliverio
“Non e’ possibile piu’ mantenere la Calabria in questa condizione”
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 4 NOVEMBRE 2017 – La fine del commissariamento della sanita’ in Calabria.
Lo chiede al al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il presidente della Regione, Mario Oliverio, in occasione della riapertura dell’ospedale di Praia a Mare nel Cosentino.
Oliverio prospetta azioni eclatanti, come quella di incatenarsi davanti a Palazzo Chigi, in caso di risposta negativa alla sua richiesta.
“Come, tra l’altro, mostra l’esperienza dell’ospedale di Praia a Mare – ha affermato Oliverio – per vedere riconosciuto un diritto occorre aspettare anni. Siamo in una regione la cui sanita’ e’ commissariata dal 2010; piuttosto che mettere in atto una strategia volta a tagliare sprechi, a razionalizzare l’uso delle risorse, a migliorare i servizi si e’ pensato a fare tagli lineari, come quello che ha riguardato l’ospedale di Praia e non solo. E’ aumentato il numero dei calabresi che si curano fuori, oggi abbiamo superato i 300 milioni di unita’ , registrando il 30% di aumento; le liste di attesa sono cresciute, come i costi.
La qualita’ delle prestazioni – ha fatto rilevare Oliverio – si e’ indebolita, per via dei vincoli scattati, come quello del blocco del turnover, con 4000 unita’ in meno rispetto al 2010. Il risultato di questa gestione e’ drammaticamente pagato dai calabresi.
Mi rivolgo – ha aggiunto il Presidente della Regione – all’onorevole Gentiloni: non e’ possibile piu’ mantenere la Calabria in questa condizione. Chiedo anche al ministro della Sanita’ Lorenzin di adottare un provvedimento che rimuova immediatamente questa situazione intollerabile. Ora basta.
Se entro fine novembre non si porra’ fine a questa grave situazione – ha detto – saro’ costretto ad incatenarmi davanti a Palazzo Chigi per chiedere giustizia per la mia regione. L’Italia intera deve conoscere la condizione vergognosa, di disparita’ dei diritti, nella quale viene costretta la mia regione”.