11 Agosto 2016
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PRESERRE (CZ) – «SE LA CISAL È IL “GRILLO PARLANTE”, TANSI CHI È? PINOCCHIO? AI POSTERI L’ARDUA SENTENZA»
Riceviamo e pubblichiamo nota stampa Cisal
PRESERRE (CZ) – 11 AGOSTO 2016 – «Ebbene si! Un po ci sentiamo come il “grillo parlante” che nelle avventure di Pinocchio ammoniva, inascoltato, un burattino di legno certamente simpatico ma anche capriccioso e disubbidiente.
Non è da oggi che ricopriamo questo ruolo – afferma la CISAL – ammonendo ed avvisando in tempo utile il Dott. Carlo Tansi, dirigente della moritura U.O.A. di Protezione Civile Regionale, sugli atti e atteggiamenti da egli assunti e, a nostro parere, quanto meno opinabili.
Ma veniamo agli ultimi fatti.
Con nota di questo sindacato, inviata in data 4 agosto 2016 agli organi competenti della Regione Calabria e all’Unità Operativa P.I.S.A.L. “Prevenzione, Igiene e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro”, abbiamo segnalato – per la seconda volta consecutiva – l’utilizzo “improprio” del personale regionale con la qualifica di “autista” in servizio presso la U.O.A. di Protezione Civile che, in contrasto di quanto disposto dal Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 “tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”, perché privo delle necessarie “visite mediche” e dei “dispositivi di protezione individuale (DPI)”, è stato costretto dal Dott. Tansi – sulla base di un protocollo operativo del 19 febbraio 2016 siglato con l’Ufficio Territoriale del Governo di Reggio Calabria – ad essere impiegato, mediante due specifiche “disposizioni di servizio” del 2 e del 5 agosto 2016 a firma dello stesso Tansi, presso il Comune di San Ferdinando (RC) per la realizzazione di un nuovo “campo di accoglienza per immigrati regolari”.
Certi delle nostre ragioni – si legge nella nota – abbiamo ribadito personalmente quanto sopra esposto e finalmente qualcosa si è mosso nelle acque del mare agitato di Germaneto!
Infatti – sottolinea la CISAL – con nota trasmessa a mezzo mail il 9 agosto 2016 la Dott.ssa Rosalba Barone – dirigente del settore “Datore di lavoro, Sicurezza luoghi di lavoro, Privacy” della Regione Calabria – ci ha comunicato che “in data 9 agosto 2016 è stata inviata una PEC alla U.O.A. della Protezione Civile, specificando che i lavoratori per effettuare le attività di cui alle disposizioni di servizio del 2 agosto e del 5 agosto 2016, devono eseguire la visita medica annuale, scaduta nel giugno 2016 e devono essere dotati degli adeguati DPI, in aggiunta a quelli già in dotazione”.
Contrariamente alle abitudini del nostro Pinocchio – evidenzia la CISAL – quanto da noi denunciato corrisponde al “vero” e ciò che possiamo dichiarare a gran voce – commenta il Sindacato – è che quando la “rivendicazione sindacale” è giusta e corretta non può non avere soddisfazione, come in questo caso.
Tutto ciò, nostro malgrado, non è stato sufficientemente opportuno affinché il Dott. Tansi revocasse gli “ordini di servizio” del 2 e 5 agosto 2016, ma addirittura lo stesso – precisa la nota – infischiandosene della PEC del dirigente di settore sopra specificata, nella giornata di ieri ha disposto ancora l’impiego di altro personale con la qualifica di “autista” presso il medesimo Comune reggino.
Vogliamo inoltre svelare a tutti i dipendenti della U.O.A. Protezione Civile – continua la nota – che il Tansi-mantra “Il presidente è con me!” è soltanto un’altra incredibile bufala, un’altra incredibile bugia! Abbiamo infatti preso atto in questi giorni, in occasione della trattazione dei fatti fin qui esposti, di come il nostro Pinocchio sia stato aspramente redarguito lì su, ai piani alti della Cittadella Regionale.
Caro il nostro Pinocchio! Le “bugie” si riconoscono subito perché ve ne sono di due specie: vi sono le “bugie” che hanno le gambe corte, e le “bugie” che hanno il naso lungo. Le sue, per l’appunto, sono di quelle che hanno il naso lungo. Molto lungo!
Vogliamo continuare – dichiara la CISAL – il nostro ruolo di sindacato “grillo parlante” e già sin d’ora ci sbilanciamo ad avvertire il Presidente Oliverio di tenere bene d’occhio gli “atti” prodotti nel settore della Protezione Civile, certi purtroppo che i burattini birichini diventano bimbi educati solo nelle favole!
Potremmo concludere qui, e lo avremmo fatto fosse dipeso da noi; ma mentre scriviamo ci comunicano che il Dott. Tansi, fortemente ridimensionato ma ancora non domo, ha voluto nuovamente esporre il suo pensiero sui social, offendendo in primis quei padri di famiglia che quotidianamente si portano sul luogo di lavoro, poi i rappresentanti sindacali degli stessi, con l’affermazione secondo cui “un certo micro-sindacato… difende spudoratamente gli interessi di casta di un nauseabondo sistema politico-sindacale-lavoratori fannulloni”.
Evidentemente – ribadisce il Sindacato – non possiede il coraggio necessario affinché nomini espressamente la sigla sindacale CISAL. Noi abbiamo la presunzione, attesa la prossimità con i fatti narrati, a chi voglia fare riferimento. Allora vogliamo confessare che siamo proprio noi a difendere quella “casta nauseabonda” di lavoratori che lui avrebbe voluto lavorassero in silenzio sotto la sua frusta, privi di qualsivoglia rispetto delle norme e delle condizioni minime di sicurezza sui luoghi di lavoro. Siamo colpevoli di averli difesi e continueremo a farlo.
Come se ciò non bastasse – evidenzia la CISAL – sempre attraverso un suo post pubblicato sui social ha poi pensato bene di ricattare questa volta l’Amministrazione Regionale dichiarando che: “Se certi ambienti della regione burocratizzati ed espressione della casta continueranno a condizionare la mia attività assecondando assurde imposizioni di taluni micro-sindacati composti da nauseabondi soggetti della vecchia politica, non esiterò a dimettermi da responsabile della Protezione Civile della regione Calabria”.
Ci sia permessa solo un’ultima osservazione; le dichiarazioni del Dott. Tansi sopra richiamate sono soltanto – conclude la CISAL – l’ennesime di una lunga lista, tutte con la stessa struttura, offese generiche e gratuite, mai circostanziate e comprovate. Come abbiamo sempre detto, se avesse davvero qualcosa di serio da dire lo dovrebbe fare in altri modi, termini e luoghi. Ma forse ha da dire solo questo!
Certo la vicenda non si conclude qui per il nostro Pinocchio e il lieto fine della “fiaba” per lui questa volta dubitiamo possa esserci».