28 Aprile 2017
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PRESERRE (CZ) – SLC CGIL: «NO A RIDIMENSIONAMENTO RAI CALABRIA»
Sindacato contro concessione del servizio pubblico che non salvaguarda sedi e personale
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 28 APRILE 2017 – “La modifica apportata al testo di parere della commissione parlamentare di Vigilanza Rai sul rinnovo della concessione di servizio pubblico radiotelevisivo e multimediale non valorizza affatto le realta’ locali, non contempla un implemento tecnologico o di organico, ma mantiene la negativa dicitura di “presidi redazionali” e apre a una “collaborazione” con le emittenti private “virtuose” per l’informazione locale”.
Lo comunica, in una nota, la Slc Cgil, da tempo sul piede di guerra insieme con gli altri sindacati di categoria per il rinnovo della concessione del servizio pubblico che non salvaguarda sedi e personale.
“L’impostazione della commissione di Vigilanza contraddice quanto da noi richiesto – spiega il sindacato – ridefinizione e valorizzazione delle sedi regionali e superamento del concetto, introdotto dalla legge 89 del 2014, con cui il Governo defini’ anche il prelievo forzoso di 150 milioni di euro del canone Rai, di semplice presidio redazionale.
La proposta della commissione aprirebbe l’ideazione e la realizzazione delle attivita’ di servizio pubblico, e in particolare dell’informazione locale, a soggetti non pubblici e non concessionari di servizio pubblico, quindi esenti dagli obblighi predisposti in convenzione nei confronti della Rai. Inoltre si avvierebbe un ennesimo utilizzo del canone difforme dalla propria finalita’ istituzionale.
Infine, inutile dire, che gli effetti primi di tale progetto sarebbe il blocco del turnover, con il progressivo svuotamento delle Sedi Rai a detrimento della qualita’ del prodotto. Alla luce di tutto questo i lavoratori Rai della sede calabrese sono fortemente preoccupati di quello che potrebbe succedere con l’approvazione della concessione.
Per tutte queste motivazioni – conclude la Slc Cgil – ci appelliamo ai deputati calabresi per far luce su quanto sta succedendo, avendo l’obbligo e il dovere di difendere la sede rai regionale e tutti i livelli occupazionali”.