8 Novembre 2015
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PRESERRE (CZ) – TRIBUTI, CGIA: “NEL 2015 UN ITALIANO PAGHERA’ 8 MILA DI TASSE”
Importo sale a 12 mila con con contributi previdenziali
di REDAZIONE
PRESERRE (CZ) – 8 NOVEMBRE 2015 – Sono circa un centinaio, tra addizionali, accise, imposte, sovraimposte, tributi, ritenute, le tasse pagate ogni anno dagli italiani, che nel 2015 verseranno in media al fisco circa 8.000 euro a testa. Lo sottolinea, l’ufficio studi della Cgia, evidenziando che, a dispetto delle tante scadenze fiscali, il gettito appere estremamente concentrato.
Le prime 10 imposte valgono 417,7 miliardi di euro e garantiscono l’86% del gettito tributario complessivo che nel 2014 si e’ attestato a 486,6 miliardi di euro. Irpef e Iva sono le imposte che gravano di piu’ sulle tasche dei cittadini rappresentando da sole piu’ della meta’ del gettito (53,1%).
La prima garantisce alle casse dello Stato un gettito che supera i 161 miliardi di euro (un terzo del gettito) mentre la seconda sfiora i 97 miliardi di euro (19,9%). Per le aziende le imposte che pesano di piu’ sono l’Ires, che nel 2014 ha consentito all’erario di incassare 31 miliardi di euro e l’Irap che ha assicurato 30,4 miliardi di gettito.
“Nel 2015 – sottolinea Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi Cgia – ciascun italiano paghera’ mediamente 8 mila euro di imposte e tasse, importo che sale a quasi 12 mila euro considerando anche i contributi previdenziali. E la serie storica indica che negli ultimi 20 anni le entrate tributarie pro-capite sono aumentate di 76 punti percentuali, molto di piu’ rispetto all’inflazione che, invece, e’ salita del 47 per cento”. Va anche tenuto conto che la pressione tributaria (imposte, tasse e tributi sul Pil) in Italia (30,1%) e’ la terza piu’ elevata dell’Area euro dopo Finlandia e Belgio, superiore di sette punti percentuali rispetto a quella tedesca (22,9%).
“Si tratta di un podio ancora piu’ negativo se si considera l’altra faccia della medaglia, ovvero il livello dei servizi che nel nostro Paese deve migliorare moltissimo. Il percorso assunto dal Governo e volto alla riduzione della pressione tributaria – conclude Zabeo – e’ necessario e apprezzabile ma dovra’ procedere in parallelo con il miglioramento del livello dei servizi e della loro qualita’. In altre parole meno tasse e piu’ servizi: solo cosi’ il paese potra’ agganciare la ripresa e crescere su tassi in linea con quelli dell’Area euro che, secondo le ultime previsioni della Commissione Europea, viaggera’ ad un ritmo nettamente superiore a quello dell’Italia”.
Tra le 100 tasse che gravano sugli italiani quella piu’ elevata e’ L’Irpef, mentre l’Iva viene pagata tutti i giorni; la piu’ pagata dalle societa’ e’ L’Ires ma la piu’ odiata da loro e’ l’Irap. La piu’ singolare, secondo la Cgia, e’ quella applicata dalle regioni sulle emissioni sonore degli aeromobili; quella con la dicitura piu’ lunga e’ l’imposta sostitutiva imprenditori e lavoratori autonomi regime di vantaggio e regime forfettario agevolato e la piu’ corta il bollo auto; l’ultima grande imposta ad essere introdotta introdotta e’ la Tasi, che insieme all’Imu risulta anche la piu’ odiata dalle famiglie.
Infine le piu’ stravaganti sono le imposte sugli spiriti, quelle sui gas incondensabili e sulle riserve matematiche di assicurazione. La tassa annuale sulla numerazione e bollatura di libri e registri contabili e, infine, tutte le sovraimposte di confine applicate dalla dogana.