PRIMO PIANO – MONTEPAONE (CZ) – “Tempio di Atlantide”, querelato il commissario Laura Rotundo
Stop ai balli al “Tempio di Atlantide”
Dopo le tre ordinanze che nel giorno di 24 ore hanno prima sospeso, poi revocato e ristabilito lo stop dell’attività musicale, la titolare è passata alle vie legali. Denunciati pure il vice commissario Giacobbe il responsabile dell’ufficio tecnico Ficchì
di Redazione
MONTEPAONE (CZ) – 11 SETTEMBRE 2014 – Aveva annunciato le vie legali e le vie legali sono state intraprese. Angela De Feo, titolare della discoteca “Il Tempio di Atlantide”, ha querelato alla Procura della Repubblica di Catanzaro il commissario del Comune di Montepoane Laura Rotundo, il vice commissario Francesco Giacobbe e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale Franscesco Ficchì.
Non solo, assistita dai legali Giuseppe Pitaro e Vittorio Ranieri, l’imprenditrice che da 25 anni si occupa di intrattenimento notturno, ha pure adito il Tar Calabria e richiesto un risarcimento danni stimato in un milione di euro. <<La somma – hanno fatto sapere i legali – dovrà essere pagata personalmente dai tre querelati e non attingendo alle finanze del Comune>>.
Sarà, ora, competenza delle autorità giudiziarie lavorare sulla vicenda. De Feo avanza nella querela avanza l’ipotesi di abuso di ufficio nell’emissione delle tre ordinanze che hanno sospeso, di fatto chiudendola, l’attività della discoteca.
Emanate ed eseguite dall’ufficio tecnico su indicazione del commissario, le tre ordinanze nel giro di pochi giorni hanno prima fatto cessare, poi revocato e, infine, confermato la sospensione dell’attività.
Il primo atto d’imperio è datato 20 agosto: il provvedimento è emesso sulla base della nota informativa dei carabinieri della Compagnia di Soverato. Non passa un giorno e arriva la revoca del provvedimento a cui, poco meno di 24 ore dopo, segue la riproposizione della sospensione.
La decisione di “stoppare” il “Tempio” nelle stanze comunali è maturata sulla base che il locale avrebbe prolungato oltre le 4 del mattino le attività musicali. Una circostanza sufficiente a chiuderlo per il Comune ma non per gli avvocati della titolare. Pitaro e Ranieri, infatti, ritengono che per la situazione contestata sia sufficiente una sola sanzione amministrativa.
Posizioni contrapposte e tanta carne al fuoco in una vicenda, particolarmente complessa, solamente all’inizio.