5 Settembre 2014
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PRIMO PIANO – SQUILLACE (CZ) – CONTI DA SALVARE – Il sindaco Muccari: “Non ci sono le condizioni per un nuovo Piano di Riequilibrio”
Squillace, la parte sovrastante di piazza Duomo
Si arricchisce il capitolo del dibattito politico amministrativo sulla situazione finanziaria del Comune con il primo cittadino a ribadire che l’ente è <<al limite del deficit strutturale>>
Fonte: articolo di Salvatore Taverniti (Gazzetta del Sud, 5 settembre 2014)
SQUILLACE (CZ) – 5 SETTEMBRE 2014 – I motivi che hanno portato i dirigenti degli uffici comunali interessati e il revisore dei conti a sollecitare all’amministrazione comunale la procedura di dichiarazione di dissesto finanziario sono gravi. Lo afferma il sindaco Pasquale Muccari, che interviene nel dibattito politico-amministrativo in atto a Squillace.
«Ci troviamo – specifica il sindaco – al limite della condizione di deficit strutturale. Non si realizza la vendita della case popolari, come previsto nel piano di riequilibrio. Non si può chiudere il bilancio per un disavanzo di quasi 750 mila euro, senza considerare liti e arbitrati in corso di definizione. Molti capitoli di bilancio riferiti alla spesa corrente sono esauriti o insufficienti a garantire i servizi essenziali. E non è possibile da parte mia aggiornare o riproporre un nuovo piano di riequilibrio perché a livello finanziario non sono intervenuti elementi migliorativi, anzi sono sopraggiunti ulteriori debiti che rendono, per come attestato dal ragioniere e dal revisore, predisporre il documento contabile per il 2014».
Muccari e la sua giunta sostengono che, alla luce di tutto ciò, nessun margine di discrezionalità è consentito all’organo di governo locale. Come dire che tutti i comuni strutturalmente deficitari o che hanno adottato il piano sono tenuti alla determinazione delle tariffe al massimo consentito. La successiva dichiarazione di dissesto è dovuta non solo ai debiti certificati, ma soprattutto a quelli sopraggiunti, che rendono impossibile il pareggio di bilancio.
In riferimento all’arrivo del commissario “ad acta”, viene precisato che, secondo la normativa, questi gestirà soltanto i crediti e i debiti. Sarà, invece, il consiglio comunale, sulla base delle tariffe già determinate per legge ed entro tre mesi dalla nomina del commissario, ad operare l’ipotesi di bilancio 2014, che potrà essere chiuso anche in disavanzo fino a quello stabilmente riequilibrato.
La determinazione delle tariffe, già effettuata, avrà applicazione per cinque anni. L’amministrazione, infatti, arriverà al bilancio stabilmente riequilibrato solo quando avrà risanato le passività successive al 31 dicembre 2013.